Maggio torna dopo due mesi e ci fa rivedere la freschezza di Filardi

RETROPAGELLE. Non era una gara facile per Christian, che è anche un ex doriano, ma si è fatto apprezzare per umiltà e dedizione. Chissà che l’ingiustizia della gioia rovinata da Mustafi non sia l’ultima scintilla che mancava per rivedere il vero Hamsik
  • di Errico Novi

    REINA – Va bene Pepe lo avevamo capito già. Sei uno sciupafemmine, e quindi sai come andartene con eleganza. E quindi anche con Napoli pensi di fare la stessa cosa: lasciarla senza farla soffrire troppo. Perciò ogni tanto provi a lisciare qualche rinvio. Ma sei capitato male, caro. Qua le donne non sono languidamente nostalgiche. Qua le donne menano. Quindi, nun t’azzardà a squagliartela come in un’avventuretta qualsiasi se no fai la fine della lavatrice di Rachilina in Così parlò Bellavista. GARELLA

    MAGGIO – Ecco, ci rimangiamo tutto. Perché quando Christian se ne andrà, e pare che se ne andrà, una lacrimuccia di nostalgia potrebbe scappare a un sacco di napoletani. Gioca con la leggerezza di chi non si è fatto niente. E come se quella di Marassi, per lui che è un ex doriano, fosse una partita qualsiasi. MASSIMO FILARDI

    FERNANDEZ – Piglio da consumato veterano. Osserva Mesto cavarsela egregiamente e sorride paterno. Temiamo l’incantesimo possa spezzarsi all’improvviso, e che faccia la fine di Verdone in Borotalco, quando da Manuel lo Spaccone ritorna l’imbranato di Sempre. BRUSCOLOTTI

    MESTO – Allora l’unico caso analogo è quello di Sebino Nela, pure lui da terzino a libero. Il bello è che Giandomenico nostro se la cava persino meglio, come se avesse scoperto di avere un talento che non sospettava. Un’altra invenzione di mastro Rafa. PAOLO CANNAVARO

    REVEILLERE – Be’ sicuramente le partite di fine stagione costituiscono un habitat a lui più congeniale. LUCENTI

    JORGINHO – Incisivo in rifinitura, un po’ sofferente in ripiegamento. Sarà per noi croce e delizia. JANKULOVSKY

    INLER – Fa il minimo indispensabile, ma a questo punto della stagione, e con tutti i minuti che si porta sulle spalle, ci mancherebbe che uno si metta a fare lo schizzinoso proprio con lui. FAUSTO PARI

    CALLEJON – E la cosa bella è che più lo vedi più ti convinci che non ha ancora finito di stupirci. E’ il nostro Vidal, senza quell’aria da indio patinato che solo uno juventino può avere. GIORGIO “GUITAR” BRAGLIA (indimenticabile attaccante a tutto campo del Napoli di Vinicio, per chi non può ricordarselo)

    HAMSIK – Mustafi è il cattivo delle favole, il personaggio che c’intimorisce e nello stesso tempo ci conforta, perché mentre lo guardi sei certo che le jastemme coglieranno. Marek supererà anche il dispiacere di vedersi quasi strozzato in gola l’urlo di gioia per un gol atteso così a lungo. Anzi magari questa piccola ingiustizia subita a Marassi gli farà scattare dentro quella scintilla di cui ha bisogno per tornare a volare. CIRO MURO

    INSIGNE – Sinceramente se Prandelli non lo convocasse per i Mondiali ci resteremmo così male che quasi passerebbe la voglia di guardare l’Italia. BRUNO GIORDANO

    ZAPATA – E’ così imprevedibile in queste sue giornate di grazia che inquieta un po'. STELLONE

    MERTENS – Adesso è lui a soffrire la competizione con Insigne. Però c’è anche da dire che entrare al posto di un Hamsik così sarebbe stato difficile per chiunque. DE ZERBI

    ZUNIGA – Anche lui si è presentato in campo come se niente fosse come Maggio. Ma diciamo che i due casi sono un po’ diversi. DONADEL

    DOBLAS – E’ identico a Fabio Volo. Forse è proprio lui. PASQUALE FIORE

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