Coppa Italia: Napoli-Udinese 7-6 dcr, il pagellone

La squadra azzurra passa non meritando, ma forse l'inerzia della stagione è cambiata: la fortuna sorride ai nostri, nonostante il solito Koné in mezza rovesciata. I rigori che contano non vengono sbagliati e si va ai quarti con l'Inter
  • ansa

    Andujar 8, Strinic 5,5, Britos 5,5, Henrique 5, Mesto 6,5, Gargano 7, Jorginho 6, Mertens 5, Hamsik 6,5, Gabbiadini 5,5, Zapata 6,5

    De Guzmàn 6, Callejòn 5,5, Higuain 6,5

    Benitez 5,5

    Il Napoli sembra quello che ha perso punti con Empoli, Palermo, Cagliari e Chievo. Involuto e confuso, disastroso in superiorità numerica, irretito da uno Stramaccioni non eccelso che però azzecca tutte le mosse. Alla fine indovina persino un eurogol Marek Hamsik, ma non basta: Panagiotis Koné, come al solito quando gioca al San Paolo, segna in mezza rovesciata la (terza) rete della vita. Partiamo dalle uniche note liete: Andujàr metterà in crisi il cuscino di Rafa, fa tre interventi decisivi e para un rigore alla Rafael. Marekiaro, un diesel,, dopo 100 minuti, torna se stesso e tira nel sette una delle conclusioni più belle viste nella sua carriera in azzurro. Per fortuna, nella lotteria finale, segna anche un penalty pesantissimo, il quarto, che, se sbagliato, poteva definitivamente seppellire la sua autostima. Bene anche Zapata, che pur se non lucidissimo, sa essere pericoloso e ottiene ben due tiri dagli 11 metri con la sua presenza importante in area piccola. Gargano è il solito motorino inesauribile, capace oggi di illuminare persino in regia e efficace pure al tiro, con un palo sfortunatissimo, Mesto è diligente e volenteroso. Per il resto, un pianto: Gabbiadini sembra la controfigura del fenomeno doriano visto fino a poche settimane fa e ricorda a tutti l'esordio, sempre in Coppa Italia, di Edu Vargas; Ivan Strinic inizia bene, poi però va in debito d'ossigeno e perde in lucidità, mostrando una scarsa e preoccupante attitudine al cross; Mertens sbaglia al terzo minuto il rigore che poteva mettere in discesa il match e non si riprende più, provocando, con un errore, anche una delle due reti avversarie; Jorginho segna ben due rigori decisivi, ma per il resto fa venire il dubbio che non sia sceso in campo; in mezzo alla difesa Henrique e Britos fanno venire voglia alla Gialappa's di riaprire Mai dire Gol con una monografia della rubrica Vai col liscio a loro dedicata. 

    L'importante era passare e conquistare i quarti di finale contro l'Inter. Certo, la squadra quadrata e decisa che avevamo visto dopo Napoli-Parma, da un mese a questa parte, oggi non si è neanche intravista. E Benitez non ha aiutato: forse Koulibaly dietro andava comunque schierato (e di sicuro inserito nei supplementari dopo il 2-1, indecisione fatale non metterlo dentro) e si fa imbrigliare dal bravo Stramaccioni. Il turn-over giustifica molto, ma non tutto quello che si è visto. Va bene così, i tiri dagli 11 metri mostrano un Napoli freddo e decisivo quando serve. Vogliamo questa coppa e dobbiamo giocarla molto meglio di così. 

    Forza Napoli Sempre, ce la giochiamo ancora su tre fronti.

    (Per chi blatererà: Widmer andava espulso due minuti prima, i due falli in area su Zapata sono sacrosanti)

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