AAA carisma cercasi

Una squadra senza ultratrentenni di qualità è destinata a fare fatica.
  • di Francesco Albanese

    La Juventus capolista ha Buffon, Pirlo ed Evra. La Roma che insegue può contare su De Sanctis, Maicon, Cole, Keita, Totti. Tutta gente che quando svuota l'armadietto fatica a riportarsi a casa i trofei che ha raccolto in giro per il mondo. Il Napoli con chi risponde? Su Colombo e Andujar: zero minuti in due. Sulle lacune tecnico-tattiche della rosa a disposizione di Benitez ci siamo dilungati fin troppo in queste settimane, ma il problema non sta solo lì. Quando ci si rammarica della mancata permanenza di Reina, si vuole sottolineare un aspetto ormai sotto gli occhi di tutti: a questa squadra fa difetto il carisma. Se fosse rimasto il portiere spagnolo qualcosa avremmo guadagnato, ma non sarebbe comunque stato sufficiente. Al Napoli manca un gruppetto di giocatori esperto e di livello internazionale che sappia gestire i momenti più delicati di una stagione e anche di una singola partita. La sfida con l'Inter ne è l'ennesima dimostrazione.

    Per carità, soltanto con gli over 33 non si va da nessuna parte, ma rinunciarci completamente è un piccolo suicidio sportivo.

    Se infatti un giovane (Koulibaly?) attraversasse un momento di difficoltà, troverebbe la “spalla” su cui piangere (Albiol, Higuaìn, Callejòn). Ma cosa avviene quando la crisi colpisce la fascia intermedia dal punto di vista anagrafico? Insomma se Hamsik è in involuzione (ed è quello che sta succedendo), se Higuaìn si smarrisce (idem), mi spiegate chi può consolarli? Chi mai potrebbe rivolgere loro le giuste parole in simili momenti? Un allenatore per quanto esperto non basta, serve l'appoggio di un tuo collega calciatore in certi frangenti.

    Nel costruire la squadra quest'anno non si è minimamente tenuto in considerazione l'aspetto mentale. Ogni team vincente deve trarre linfa vitale da varie componenenti: la freschezza, l'organizazione, la classe, il genio, l'esperienza ed il carisma. Quest'ultima voce a Castel Volturno è pressoché inesistente. A voler provocare, verrebbe quasi voglia di rimpiangere pure Reveillere (meno Pandev che per vocazione è sempre stato un solitario). Il francese, nonostante la sua pochezza tecnica, innalzava se non altro il tasso di personalità di un gruppo troppo acerbo.

    Il cimitero degli elefanti non lo rimpiange nessuno, ma un paio di pachidermi ancora in forma ci avrebbero dato una grande mano.  

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