Non si "chiagne" e non si "fotte". Si perde

Dal 2008 il Napoli fallisce regolarmente l'esame di maturità in Europa. Sempre ko nei match che contano.
  • di Francesco Albanese

    3 ottobre 2008 “Reyes e Nuno Gomes puniscono la squadra di Reja, forse intimorita dal blasone dell'avversario e dalla pressione di difendere il 3-2 dell'andata.” Così il sito dell'Uefa (guarda foto a lato) commentava l'eliminazione del Napoli dall'Europa League ad opera del Benfica. Da quel giorno sono passati sei anni e nulla sembra essere cambiato. La sconfitta di Lisbona venne archiviata in fretta da pubblico e critica come fisiologica tappa di crescita di una squadra giovane che tornava ad affacciarsi sui palcoscenici continentali dopo aver ingoiato la polvere della serie C italiana. Oggi il discorso è diverso. La tanto agognata crescita europea non c'è mai stata. Prima a frenarci furono gli eccessivi timori di Reja, quindi fu la volta del cervellotico turnover e della scarsa attitudine di Mazzarri, adesso neppure l'esperienza di Benitez ha portato i frutti sperati. Da Luz, Anfield, Madrigal, Stamford Bridge, Dragao, San Mamés e financo lo stadio dei birrai di Plzen hanno visto il Napoli affondare: insomma quando il gioco si fa duro, il Napoli evapora. La statistica dei confronti ad eliminazione diretta è impietosa. Lo Swansea cadde soltanto negli ultimissimi minuti di una feroce contesa, il cui ritorno si disputava comunque al San Paolo. Viceversa, se la gara decisiva si svolge fuori casa, gli azzurri vengono puntualmente sbattuti fuori.

    A far cadere le braccia ai tifosi (che avranno pure le loro responsabilità, ma ancora non scendono in campo in maglietta e calzoncini) è soprattutto il ripetersi di certe fragilità. A Liverpool ad illuderci fu un gol di Lavezzi, poi in dodici minuti il nuovo entrato Gerrard (con la complicità sciagurata di Dossena) risolse la pratica con una tripletta. E che dire di Villareal-Napoli (Europa League 2010-11)? In quell'occasione fu Hamsik a portarci in vantaggio e a far cadere pure un pezzo di tribuna, ma in 4 minuti Nilmar e Rossi, favoriti da un inguardabile Yebda, ribaltarono il risultato e le speranze azzurre s'infransero su un palo colpito nella ripresa.

    Le prestazioni esterne non sono certo state migliori nei pur ottimi gironi di Champions disputati. Con l'eccezione della trasferta sul campo del City che big d'Europa ancora non è, quando abbiamo fatto visita ad una squadra di prestigio ce ne siamo sempre tornati con le pive nel sacco (Bayern Monaco, Arsenal, Borussia Dortmund). Non reggiamo l'impatto con i grandi e magnifici teatri d'Europa. E' vero la malasorte e qualche infelice decisione arbitrale ci ha sfavorito, ma non basta a spiegare un flop ormai palese. Con una punta di perfidia non si può evitare di rimarcare che è la presidenza De Laurentiis il tratto comune di tutte queste delusioni. Mi è tornato in mente Totò che in “Miseria e nobiltà”: Qua si mangia pane e veleno? No Pascà solo veleno! Su questo sito i “papponisti” raramente hanno avuto cittadinanza, ci piacerebbe che ne avessero sempre meno. A pensarci bene però ha ragione il giovane tifoso che a Bilbao s'è beccato il “chiagni e fotti” del Presidente. “Noi non piangiamo mai, ma purtroppo nemmeno abbiamo ancora fottuto” ha replicato.

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