Real Madrid-Napoli: io voglio aver paura

Toglietevi quella smorfia di disappunto dal viso. Il sorteggio è stato il migliore possibile, avere paura a questi livelli è meraviglioso. Ricorderemo questi come... gli anni d'oro del grande Real. Vero nonno?
  • sportal

    di Alessio Capone

    Io voglio avere paura. Tra il serio e il faceto, nei giorni scorsi l'ho ripetuto spesso, forse per esorcizzare il pericolo: voglio il Real. E così è stato. Ma io voglio avere paura, voglio vivere quelle sensazioni, quelle emozioni. Lo stomaco che si accartoccia, contare i giorni al grande evento - il countdown è già partito -, le mille sigarette e un pensiero fisso: il Real Madrid. Sono sempre gli anni d'oro del Grande Real. Sempre. Quando da adolescente andavo nella curva della Pro Patria - la squadra della mia città che per un po' di anni è stata anche la mia seconda squadra e la cui curva è stata e rimane l'unica curva alla quale posso dire di aver mai appartenuto - dicevo, quando andavo allo Speroni di Busto Arsizio cantavamo spesso un coro: alé pro patria, alé pro patria, alé pro patria, alé pro patria, alé pro patria e se saremo in Champions League, sicuramente giocheremo anche a Madrid. La camiseta blanca è un punto fermo, un riferimento per qualsiasi amante del calcio. Da sempre e per sempre, quella divisa bianca, pulita, evoca il grande calcio, le imprese, le finalissime, i grandi campioni. Affrontare il Real Madrid è il sogno di ogni tifoso, perché fa paura ed è la paura che rende delizioso questo sport come qualsiasi altro sport. La percezione dell'impossibile, dell'impensabile, dell'impraticabile. Ecco: Napoli contro Real Madrid agli ottavi di Champions League è impossibile, impraticabile, ingiocabile e io voglio avere paura. Certo, come lamentano alcuni amici avremmo potuto prendere il Levekusen o il Porto, avremmo avuto più probabilità, ma nessuna certezza e l'eliminazione dello scorso anno con il Villareal, ai sedicesimi di Europa League, è lì a dimostrarlo. E poi, che Champions sarebbe? Con il Real, invece, abbiamo la certezza della grande sfida. I campioni in carica. Punto. La certezza di poter sfidare la storia per tentare di riscriverla dopo trent'anni, quando in quel 1987 quel Napoli la, irripetibile, venne eliminato proprio dai blancos e proprio agli ottavi. Sfidando il club più titolato al mondo, abbiamo già la certezza che che vivremo e avremo qualcosa di epico e magico da raccontare; tant'è che già ora ho fame di racconti, di condivisione di emozioni. Il mio stomaco è già accartocciato. Io voglio avere paura, come quella volta, al debutto, quando mi chiedevo come avrebbe fatto Aronica, poi da me soprannominato EuroTotò, a fermare Aguero e Silva a Manchester, contro le petrol-stelle degli sceicchi. Qualche giorno fa Ottorina, un'amica che vive in Spagna, ha pubblicato il sondaggio di una rivista iberica in cui chiedevano ai tifosi quali erano le squadre che avrebbero voluto ai quarti: ebbene sì, con mia grande sorpresa ho scoperto che i tifosi delle merengues avrebbero preferito incontrare Juventus, City o Psg piuttosto che il Napoli. Il nostro indice di gradimento era al 6% contro il 27% della Juventus. Incredibile, impensabile. E allora io a maggior ragione voglio avere paura, voglio cagarmi addosso, voglio dover andare in bagno tre volte nelle due ore precedenti alla partita, voglio che quel giorno, alle cinque, colleghi e capi capiscano e comprendano che non ne avrò, che dovrò andare, staccare perché altrimenti farei solo danni. Vecchio Ciuccio, questa volta ti tocca vestirti elegante, ti tocca indossare lo smoking: siamo invitati a cena dalla Regina d'Europa. Auguro a noi, ma anche a tutti i tifosi e gli amanti del calcio, che per il ritorno al San Paolo il Napoli sia ancora in partita. Perché allora la camiseta blanca, se vorrà vincere, dovrà uscire dal campo sporca di erba, terra e sudore. Quella sera campioni e stelle dovranno sporcarsi le mani e abbassarsi al livello di semplici operai, come quelli che lavoravano all'Italsider di Bagnoli, come il padre di Maurizio Sarri. Perché allora il San Paolo sarà un'esperienza trascendentale, indescrivibile, impraticabile e ingiocabile. Perché allora tutti i tifosi e gli spettatori avranno qualcosa da raccontare e tramandare. Bambini, venite qui che adesso il nonno vi racconta di quella volta in cui il Napoli dello scorbutico Maurizio Sarri ebbe la folle idea di sfidare il Real Madrid di Cristiano Ronaldo e Bale.

    Ecco, è per questo che io voglio avere paura.

     

     

    Condividi questo post