Sampdoria-Napoli, le retró-pagelle: Rafael-Mondini e Higuain-Caccia (nel senso di Nicola)

Tutti noi segretamente teniamo la statistica dei cross di Maggio e delle puttanate di Britos. Se aggiungete che il Pipita ne avrà ingarrata mezza, si capisce che il pareggio riacciuffato ieri sera è un mezzo miracolo
  • di Errico Novi

    RAFAEL – Qui capiranno in pochi lo so. I miei fratelli e i pochi fortunati amici che per i diciotto anni del mio fratellino minore (fratellino… 33 anni tiene, mo’) si trovarono con noi a giocare un’incredibile partita al San Paolo. Eravamo noi, i più stretti diciamo (tranne alcuni che stanno al pallone come io sto a scientology) contro una scuola calcio di simil-sedicenni. C’è un’immagine di quella magica festa che non riesco più a cancellare: mio cugino Francesco che giocava in porta e che prese un paio di gol da fuori nonostante generosi tentativi di tuffo. In pratica i due tiri, calciati da ragazzini ai primi anni delle superiori, viaggiavano lenti eppure la palla aveva già ampiamente gonfiato la rete quando ancora Francesco era in volo. Francesco era finalmente rasoterra su un fianco e la palla non solo aveva smesso di gonfiare la rete ma stava persino ritornando fuori. Ecco, Rafael mi dà la stessa sensazione, pur fatte le debite proporzioni di velocità: lui si tuffa e tutto il resto è già avvenuto. C’è solo una differenza: a Francesco non è mai venuto in mente di farsi pagare 100mila euro al mese per giocare a pallone. MONDINI

    MAGGIO – Diciamolo: tutti noi che vediamo le partite con gli amici il lunedì o il venerdì o la domenica sera teniamo segretamente le statistiche dei cross di Maggio. E’ come alle elezioni degli ordini professionali, del sindacato, o anche quando si faceva il rappresentante di lista alle Politiche: hai il tuo fogliettino informale e aumm aumm conti appresso agli scrutatori. Lo sfizio sarebbe vedere se poi ti trovi con gli altri. La verità è che nessujno ha il coraggio di confessare l’insana abitudine. LUCENTI (sì, Lucenti giocava più che altro a sinistra, ma ditemi se il Maggio di ieri sera non vi ricorda proprio lui)

    ALBIOL – Finalmente essenziale, ruvido quando serve, umile. Se insisteva un altro po’ raggiungeva il primo Bruscolotti, per stavolta può andar bene GIOVANNI LOPEZ

    KOULIBALY – Ne combina diverse, forse nell’inconscia volontà di farsi sostituire: sarà pure lui un po’ “stanchino”. Sconfortato dal muro Benitez, opta direttamente per l’espulsione. BONOMI

    BRITOS – Tutti noi che vediamo le partite ecc. ecc. tremiamo ogni volta che la palla gli si approssima: la fa o non la fa, la fa o non la fa?... Sembra uno sketch alla Ezio Greggio degli anni Ottanta (cerrrrto che la fa!). (il voto corrisponde a un nome a scelta tra quelli riportati nella pagella di Ghoulam. Se proprio non ve la sentite di sceglierne uno faccio io: FRAPPAMPINA)

    DAVID LOPEZ – Già tutti spazientiti co’ sto poveretto, eh?, già tutti a lamentarsi se non fa cambi di gioco  alla Redondo. Io invece mi accontento, anche perché David mi fa venire in mente un DE NAPOLI minore, dimenticato credo: quello del primo anno dopo Diego (1 d.d.) in cui Ranieri decise di schierarlo centrale di centrocampo, con Alemao a sinistra che andava come un  treno, Crippa a destra e Zola a fare quello che gli pareva. Il buon Nando non si sforzò mai di fingersi regista classico, e quasi mai sbagliò una partita

    INLER – Peggiora a vista d’occhio nei contrasti. Pensa che se riesce a mettersi tra l’avversario e la palla non gliela tolgono più. Spiegategli che quella è la logica delle bocce, e che il calcio è una cosa un pelino più dinamica. ALTOMARE

    CALLEJON – Ha ricordato FERRARESE, oscuro tornante del Napoli crepuscolare dei primi anni Duemila.

    HAMSIK – Cerca un centro di gravità permanente. Da un anno e mezzo, ormai. CRISCIMANNI

    GHOULAM – Zitto zitto cacchio cacchio sta diventando un esempio per affidabilità, qualità delle giocate, costanza di rendimento. Un esempio anche per te, Pipita caro. TURRINI (sì, certo, Turrini era tutt’altro che un terzino e giocava a destra. Io però adesso vi faccio la lista dei terzini sinistri del Napoli dai primi anni  Ottanta in poi, eh?, salvando la faccia di Marangon, Francini e Filardi: allora, Citterio, Frappampina, Boldini, Carannante, Rizzardi, Tarantino, Sergio, Facci, Rizzardi – Rizzardi già l’ho detto? –, Crasson, Marcelo Pineda, Quadrini, Dossena. E allora? secondo voi chi devo scegliere?...)

    HIGUAIN – A pensarci, aver riacciuffato la partita col Pipita in queste condizioni è un mezzo miracolo. NICOLA CACCIA (featuring Boris)

    MERTENS – Ci sarebbero un sacco di obiezioni da fare. Non ha praticamente visto palla per quasi un tempo, poi fa una cosa piccola, apparentemente semplice, e invece importantissima anche per l’umiltà con cui sfugge alla tentazione di cercare l’ennesimo numero individuale: l’appoggia sulla corsa a Ghoulam. A volte sono le giocate semplici a cambiare le partite. BELLUCCI

    JORGINHO – Non gli viene nulla di particolarmente brillante eppure quello di ieri sera è il Jorginho che preferisco, perché lo si è visto fare una cosa banale ma decisiva: farsi vedere e chiamare palla. Ciccio Romano faceva questo e poco più (be’, “poco”: quella cosa in più era appoggiarla rasoterra a Diego da due metri: scusate se è “poco”). CORINI

    ZAPATA – In effetti quella di Boris Sollazzo è la tesi più attendibile: lì c’è anche lo zampino di Mertens che con perfetto tempismo, e con il suo accento da fighetto mitteleuropeo, esclama al momento giusto: “Duvàn, guarda, 50 euro per terra”. E Duvàn si è tuffato con un’agilità di cui non lo credevamo capace. FONSECA

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