La maledizione di Montezine colpisce ancora

Mesi fa avevamo raccontato del crollo post Napoli di molti presunti fenomeni ceduti, secondo soloni e opinionisti, troppo presto. Ma l'esonero di Walter Mazzarri dall'Inter conferma che più che un trend, è un anatema
  • lintraprendente.it

    di Boris Sollazzo

    Ricordate la maledizione di Montezine? L'abbiamo svelata tempo fa, dimostrando che, parafrasando Domenico Zaccaria, chi va via da Napoli piange tre volte. Quando arriva, quando va via, quando scopre che non sarà mai più come al San Paolo.

    Bene, ora è giusto aggiornare quella lista con gli ultimi "fenomeni" che ci han salutato. Avete presente quelli che lasciano vedove inconsolabili nella città partenopea, prefiche instancabili in servizio permanente effettivo alle tv e radio private locali? Quando non arrivano nelle reti nazionali, sfoderando montature d'occhiali colorate, sia chiaro.

    Allora c'eravamo fermati a Campagnaro. Il buon Hugo s'è fatto voler bene, per carità, ma praticamente dopo essersene andato a parametro zero e aver dismesso la maglia azzurra, si è ritirato dal calcio giocato.

    Da chi possiamo ricominciare? Da Paolino Cannavaro, capitano coraggioso ed esapalluto, come si autodefinì sui social. Sia chiaro, mi mette nostalgia e malinconia pensarlo lontano da noi, e senza il suo procuratore Fedele, ora sarebbe ancora con la fascia addosso, magari come riserva di lusso. Ma non mi pare che a Sassuolo stia vivendo una seconda giovinezza, al massimo un dignitoso fine carriera. E se comunque se la cava è perché nessun tifoso napoletano che si rispetti "guferebbe" contro di lui, quindi non è oggetto della famosa maledizione. Non parliamo del suo ultimo compagno di reparto ai tempi pre Benitez: Gamberini tra Genoa e Chievo ha messo in fila tante presenze quanti gol ha fatto Dumitru in carriera.

    C'è chi ha avuto il coraggio di accusare Don Rafé di non aver sfruttato al meglio il grandissimo Pablo Armero. Prima di un ottimo mondiale, è passato senza sussulti al West Ham. Dopo, il grande salto. Quest'estate molti si son strappati i capelli, infatti, per il suo arrivo a Milanello. Già prevedevano una stagione da titolare in rossonero, mentre noi dovevamo accontentarci di Ghoulam e dell'adattato Britos (dimostrazione che se a Napoli ci rimani, alla fine diventi forte pure se sei un pippone). Bene, Inzaghi ormai non lo convoca neanche per le partite di calcetto aziendali di Mediaset a Cologno Monzese e ha fatto un solo match da titolare: il trofero Luigi Berlusconi. 

    Pepe Reina. Sì, con un Rafael solo ora in leggero recupero, anche a me manca fortissimo. Ma dietro Neuer ha collezionato solo cinque minuti. Facendosi pure male. In questi mesi lo si ricorda per i tweet pro Napoli - che portano una sfiga unica, qualcuno lo avverta - e per la sua presenza sugli spalti contro la Roma e infine per la sua epocale mangiata nella cena di squadra pagata da Higuain. Lui, intelligente, ha capito che alla maledizione di Montezine non si sfugge. E pare stia brigando per tornare, almeno per sei mesi.

    Ricordo urla inconsulte e violenti alterchi al momento della cessione di Blerim Dzemaili. Centrocampista indolente e talentoso, diciotto gol in azzurro in tre anni, poteva essere utile, ma Rafa non lo vedeva come titolare e al suo posto ha preso il più solido e applicativo David Lopez. Pare che ora Prandelli abbia il suo poster in camera, per giocarci a freccette. Con lui, al Galatasaray, se n'è andato anche Goran Pandev, per far posto a Michu. Ora il nostro spagnolo è un ectoplasma, avete ragione, ma il macedone, autore di diverse doppiette decisive in azzurro, a Istanbul è nelle retrovie ed entra in campo poco e male.

    Attenzione, attenzione, però, c'è lui. L'uomo che tutti pensavamo di rimpiangere e non solo i parrucchieri, i concessionari di smart e gli orologiai. Valon Behrami. Un guerriero, uno che non si tirava mai indietro, un eroe. Tutti gli abbiamo voluto bene, tutti abbiamo esultato per i suoi recuperi. Persino in Svizzera-Ecuador la sua giocata alla Holly e Benji ci ha fatto stringere il cuore, siamo sinceri. Bene, il nostro è diventato pure un po' fesso nelle ultime settimane partenopee e ora ci delizia con dichiarazioni anti Benitez che fanno sembrare le uscite di Fedele lucide e obiettive analisi.
    Va bene, ok, si starà pure comportando male, ma almeno lui sta facendo le fortune della sua nuova squadra? No. Ad Amburgo si lamentano, pensate, per la sua scarsa professionalità! Al suo arrivo il nuovo allenatore lo ha persino additato come esempio negativo. Le ha giocate tutte, poi, però in Germania nessuno lo invidia a mister Zinnabauer. Anzi, non pochi si lamentano del peso che ha sulle casse societarie quel milione e quattrocentomila euro che lo svizzero porta a casa.

    Vabbé, però almeno Fernandez, su, con il pessimo Raul Albiol di inizio stagione, è una ferita difficilmente rimarginabile, ammettiamolo. Niente da fare, non possiamo dire neanche questo. A lungo riserva nello Swansea, ora è faticosamente titolare il buon Federico. Con molti, sugli spalti, che vorrebbero Jordi Amat, però. 

    Serve che vi parli di Vargas? Non credo proprio. Al Queens Park Rangers lo sacrificano sulla fascia, ha segnato una rete, ha provocato un autogol, ha regalato due assist. Ma non è una prima scelta. 

    Insomma, a volte gli ex, vedi Calaiò e Denis, pensano pure di farci un dispetto. Segnando gol decisivi. Ma poi scompaiono. German, per dire, ha gonfiato la rete una sola volta, contro di noi. E l'Arciere, che pure teniamo nel cuore, regala magie sì, ma in serie B. 

    E davvero Walter Mazzarri sperava di sottrarsi a questo incantesimo infallibile? Di andarsene prendendoci in giro, tradendo il nostro amore, con quella buffonata dell'anno sabbatico, e farla franca? Lo facevamo più intelligente. Se tutti gli altri hanno goduto della nostra indifferenza, a lui la maledizione l'abbiamo lanciata con tutto l'impegno. Mentre lui sfornava un libro che si intitolava "Il meglio deve ancora venire". Sì, per noi però.
    E così ora, è arrivato il primo esonero della carriera, figuracce come quella contro il Cagliari, prese in giro, anche autorevoli, per il suo vittimismo. Con noi eri l'allenatore emergente, il nome nuovo del calcio italiano. Rimanendo, chissà, avresti potuto fare un miracolo. Invece, e di questo ti ringraziamo, perché grazie alla tua fuga è arrivato Rafa Benitez, ci hai lasciato. Come se fossimo una squadra di seconda fascia, cercando la grandezza di un nome e di un blasone, cancellandoci. E ricordandoci solo per attribuirti dubbi meriti. Non sei stato in grado di giocartela con i grandi Walterino e ora ti tocca diventare, magari, un Del Neri qualsiasi, oppure, se ti andrà bene, un Prandelli. Ti sei preso pure la briga di rispondere male a Moratti. Che ora, probabilmente, se la riderà sotto i baffi. Non ti è servito neanche essere accondiscendente col nuovo padrone, riempirlo di complimenti, fare l'aziendalista. Sei fuori, colpito anche tu dalla maledizione di Montezine. Quella che, per dire, ha tolto a Donadoni l'Europa League conquistata e che ora lo sta mandando in B. 

    Ecco, non vuole essere una minaccia, sia chiaro, ma solo un avvertimento dovuto a un amico. Se Rafa non dovesse o volesse rinnovare, se Higuain cedesse alle sirene della Premier League, se Callejòn cercasse gloria a Madrid, devono tutti aver ben chiaro cosa li aspetterebbe. Io scrivo queste righe per loro, per l'affetto che gli porto. Non è meglio rimanere sul Golfo a godersi la città più bella del mondo e a conquistare tutto (e tutti) in azzurro? Fate i bravi, su.

    Condividi questo post