Voglio Sarri a capo della comunicazione

La replica del tecnico a Maradona è stata esemplare per ironia e tempismo, ma nel Napoli le cose non vanno sempre così.
  • di Nello Del Gatto

    Una proposta: ma perché la comunicazione societaria non la fanno gestire a Maurizio Sarri? E’ questa la domanda che mi è balzata in mente quando ho letto il “comunicato” che ha “inviato” la società e le dichiarazioni del tecnico. Ho scritto “comunicato” e “inviato”, perché il Napoli ha diramato, come il partito del lavoro della Corea del Nord, le solite due righe non di informazione o di scuse, ma di accusa nei confronti della stampa, attraverso i social network. Il preambolo è che la Lega di Serie A nel solito comunicato del martedì ha indicato le penalità per squadre e calciatori. Riferita al Napoli, la Lega comunicava che il direttore sportivo Cristiano Giuntoli è stato squalificato fino al 30 settembre “per avere, al termine del primo tempo, negli spogliatoi, assunto un atteggiamento intimidatorio nei confronti del direttore di gara”. Inoltre ci sono tremila euro di multa per “avere redatto la distinta di gara non conformemente alle disposizioni impartite dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A con circolare n. 11 del 12 agosto 2015”. Non mi voglio dilungare sulla questione dei tremila euro (neanche la ProScarzese incapperebbe in un errore, sicuramente una svista, tanto dilettantistica), ma mi interessa quanto fatto da Giuntoli del quale, confesso, non conosco neanche il timbro di voce, per non averlo mai sentito parlare. Non so cosa abbia detto o fatto nei confronti degli arbitri, sta di fatto che è stato punito. Alcuni giornali si sono scagliati, a torto o a ragione, nei confronti del Ds azzurro, qualcuno ricordandogli di fare parte di una squadra del lignaggio del Napoli (sic!). A parte l’assurdità di questa critica, quello che mi sembra più assurda è la risposta del Napoli, il comunicato di cui sopra appunto, nel quale, invece di stigmatizzare atteggiamenti propri e del Ds, ce la si prende con la pur colpevole stampa. “Qualche giornalista scrive che il nostro Direttore Sportivo Giuntoli deve comportarsi meglio perché non è più al Carpi. Viene accusato di risse negli spogliatoi e di atteggiamenti irriguardosi nei confronti degli arbitri. Due considerazioni: la prima, questi giornalisti erano negli spogliatoi, hanno visto e sentito tutto per poter valutare bene? Seconda: le innumerevoli volte in cui i loro capi redattori alzano la voce in redazione, sono sintomo di scarsa professionalità? Sono tutti capi redattori che arrivano dalle ‘categorie minori’?”. Sicuramente tra stampa e Napoli non c’è feeling, non mi va di impelagarmi nella questione della primogenitura della colpa. Nessuno però pare fare passi avanti a ricucire. In verità, la prima mossa dovrebbe farla il Napoli, che invece continua a ergere muri contro la stampa, manco fosse un premier ungherese qualsiasi. La scelta ad esempio di escludere parte della stampa dalle conferenze stampa non è certo una decisione che va verso il sotterramento dell’ascia di guerra, come il fatto di centellinare apparizioni e commenti non è certo invitare a fumare il calumet della pace. Difendendosi attaccando, poi, come abbiamo più volte detto, è la scelta peggiore. E allora? Impariamo da Sarri. Diego Armando Maradona, ha detto che con Sarri non si vince. Il tecnico toscano che fa? Invece di attaccare come avrebbe fatto il Napoli, si dice onorato che un grande come Maradona lo conosca e si ripromette di fargli cambiare idea, facendo capire di essere anche molto furbo e di sapere che in città è meglio non toccare i santi. Bene, bravo Sarri, si fa proprio così. Imparate, gente, imparate.

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