L’albero dei sogni e dei gufi di Atalanta-Napoli

In un incubo, la premonizione angosciosa: finisce 2-2. Notti insonni fino a domenica, tra Carmini Tasconi che “non sarà una partita facile” e Piepaoli Marini che mettevano in guardia da De Roon. Quello della mano in area sul Pipita…
  • [Foto: pourfemme.it]

    di Lucio Fava del Piano

    Atalanta-Napoli l’avevo sognata. Un paio di settimane fa, e nel mio sogno finiva 2-2 con pareggio-beffa nel finale di Dramé. E siccome nell’unica altra volta che avevo sognato un risultato del Napoli ci avevo preso (un 3-1 casalingo al Palermo, con la contestuale vittoria della Juve a negarmi la vincita di una quota molto interessante), avevo deciso di giocarmela. Così, avevo pensato, se il Napoli vince sono contento, se no almeno mi consolo – poco, poco, ma meglio di niente – con una vincita personale.

    Insomma, questa volta la gufata l’avevo fatta io, anche se nel territorio incontrollato e incontrollabile del sogno.

    Per una settimana ho seguito terrorizzato i progressi di un Dramé dato per pronto al rientro, poi sabato ho saputo che non era stato convocato e mi sono rilassato un po’. Ingenuo! Capirete bene che, sul 2-1 per noi e con Jorginho espulso sono stato visitato dai fantasmi, che nella circostanza avevano la faccia di un terzino senegalese reduce da infortunio.

    Anche perché, diciamolo, la trasferta sul campo di Bergamo era stata presentata come una battaglia per gente dalla pelle dura, nella quale il Napoli avrebbe dovuto drammaticamente faticare. Carmine Tascone, uno che non indovina un pronostico neanche tra Real e Vattelapeschese, si teneva sul generico pronosticando che “con l’Atalanta non sarà una partita facile”. Più netto Michele Plastino, che vedeva una partita “dura per il Napoli, una gara con livello di difficoltà 7” anche perché l’Atalanta “in casa può far male a tutti”.

    Per l’indimenticato Pierpaolo Marino vincere a Bergamo non sarebbe stata “un’impresa facile”, anche perché ad aspettare gli azzurri ci sarebbe stata “una vera bolgia”. Senza dimenticare il fattore psicologico perché se il Napoli non avesse vinto sarebbe entrato "in una minicrisi”. Un uomo cui stare attenti? De Roon che “ha ottime geometrie e non spreca mai un pallone”. Buon per noi che almeno ogni tanto faccia fallo di mano in area e lasci segnare Gonzalone nostro su corner.

    Ancora tra gli ex, mister due miliardi Beppe Savoldi ammoniva che “a Bergamo è difficile per tutte” anche perché “con il tridente l'Atalanta riesce a mettere in difficoltà le squadre avversarie”. E Stendardo faceva quasi lo spavaldo, annunciando all’urbe e all’orbe “possiamo fermare il Napoli”.

    Insomma, con queste presentazioni da guerra sporca, il fantasma di Dramé che mi inseguiva, Denis e Cigarini che sono sempre Denis e Cigarini, i motivi per tremare c’erano tutti. E invece è andata come è andata e la Gazzetta ha titolato “è sempre più il Napoli di Higuaìn”. Come se avere un fuoriclasse così fosse un colpo di fortuna o una colpa, invidiosssi…

     

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