Padania azzurra e il "meritiamo di più"

Rifessioni in ordine sparso sul post Napoli-Lazio.
  • di Alessio Capone 

    Ho visto esporre uno striscione preventivo in curva A, hanno messo subito le mani avanti, in breve: caro presidente, anche se stasera si vince sarà comunque fallimento.

    Ho visto parte del pubblico nei distinti provare a trascinare i mugugni, a volte riuscendo addirittura a trasformarli in applausi.
    Ho visto segnare l'avversario al primo tiro per l'ennesima volta.
    Ho visto calare il silenzio e ho sentito ancora una bordata di fischi a fine primo tempo come col Bilbao.
    Ho visto gente uscire dallo stadio a fine primo tempo.
    Ho sentito dire che con Reja l'avremmo vinta uno a zero, ho sentito dire che era finita e ho sentito i soliti discorsi: senza 'cemmpiòn l'anno prossimo non faremo mercato.
    Mi sono accucciato sul mio sediolino e sono stato zitto, non ho avuto il coraggio di dire crediamoci.
    Poi è iniziato il secondo tempo e qualcuno ha avuto il coraggio di gridare Napoli Napoli! Lo abbiamo seguito in tre. 
    Ho visto un delirio animalesco, ho visto uno stadio diventare un'autentica bolgia trascinante, dopo il secondo gol del Pipita. Facile, troppo facile; a tifare quando su vince lo sanno fare anche quelli del Halmstads.
    Ho sentito urlare il nome di Higuaín fino ai brividi. Poi ho visto demolire un giocatore che dentro stava morendo per aver sbagliato l'ennesimo rigore, quello che vale una stagione, da quegli stessi tifosi che poco prima lo avevano osannato, festeggiando fino al delirio e prendendo a calci seggiolini.
    Ho visto gente, tanta gente, applaudire al terzo gol della Lazio. Erano gli stessi deliranti di cui sopra.
    Infine, ho visto uno striscione della curva B venire esposto quando si sono sentiti sicuri di poterlo fare: finalmente game over. Ho visto quella stessa curva fischiare Insigne, Hamsik e pochi altri giocatori rimasti in campo a ringraziare e metterci la faccia. Meritiamo di più, meritiamo di più, hanno cantato a gran voce.
     
    Ecco, esattamente, rispetto a cosa meritate di più? E chi meriterebbe di più? Chi è arrivato allo stadio con uno striscione preventivo? Chi è uscito a fine primo tempo abbandonando lo stadio? Chi ha applaudito ad un gol avversario? O chi è entrato nello stadio con uno striscione da esporre in caso di delusione? Se quel rigore fosse entrato lo striscione ve lo sareste infilati là. Chi entra nello stadio con simili striscioni entra già sconfitto e non vedo come possa pretendere di più. Ieri gli spalti del San Paolo si sono riempiti di gente già sconfitta in partenza e che parla di fallimento da Ferragosto.
     
    Io non sento di meritare di più. Sono felice di aver percorso 800 chilometri in auto per guardare la mia squadra, per fare la cosa che amo. Come dice la mia ragazza, per fare una cosa così non devi essere tanto a posto: è vero, è così. Però la mia ragazza deve aver capito che c'è qualche cosa di sano e  vero in questa mia passione, se mi asseconda ogni volta. Oggi ripercorrerò quegli stessi ottocento chilometri per tornare a casa. Lo farò ripensando alla partita, al diagonale di Callejon, che è stato il primo pensiero al mio risveglio, al rigore sbagliato. Saranno chilometri amari perché questo è lo sport. Ma sono felice di aver fatto quello che ho fatto e lo rifarei anche se sapessi a priori il risultato. Non sento di meritare di più. È stata una partita intensa, fatta di emozioni grandissime, di colpi di scena, attimi di gioia e di sconforto. Questo è il calcio, questo è lo sport.
     
    Esattamente, rispetto a cosa meritate di più?
     
    Adl Napoli, proprio un Napoli coi baffi. E se va bene a me buon Napoli a tutti.
     
    Forza Napoli.
    Sempre, comunque e dovunque.
    Io ti amo e anche così ti merito.

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