Il calcio in Italia si pulisce con la lavatrice

Una certa cultura ultras sta distruggendo questo sport. E' ora di farla finita.
  • di Alessandro De Simone

    Tornando sugli striscioni dell'Olimpico, vorrei sottolineare una cosa. Secondo le normative vigenti del Ministero dell'Interno per quanto riguarda la sicurezza negli stadi, chi ha esposto e reggeva gli striscioni di ieri in Curva Sud dovrebbe essere stato ripreso. Confrontando le immagini con le tessere del tifoso degli abbonati in quel settore, non è difficile identificarli e fare un bel Daspo a tutti. Quanti sono, 500? 1000? 2000? Tutti a casa, si abbonassero a Sky e se la vedessero a casa la partita. La AS Roma, che gestisce l'impianto Stadio Olimpico durante le sue partite casalinghe, dovrebbe quindi fornire le suddette immagini e partecipare all'identificazione e all'allontanamento di queste persone, che certamente non fanno bene al loro brand e al loro business. Ma tutto quello che otteniamo è un comunicato stitico di Pallotta.

    Benissimo. Ora mi faccio un paio di domande:

    1) Siamo sicuri che questi "spettatori" siano in possesso di un regolare abbonamento?

    2) Siamo sicuri che questi "spettatori" siano in possesso di una regolare tessera del tifoso?

    Me lo chiedo perché preferisco pensare che una società quotata non sia in grado di gestire la situazione a seguito di gesti truffaldini ai suoi danni, piuttosto che chiudere un occhio su un atteggiamento incivile da parte di clienti che danneggiano il marchio.

    Se la società non protegge i suoi interessi a dovere, e di conseguenza quelli dell'industria calcistica italiana, credo che quest'azienda debba essere penalizzata sia a livello calcistico che economico.

    Partirei dalla squalifica della curva per tutta la prossima stagione. Questo porterebbe a un irreparabile danno d'immagine per i brand che si accostano all'AS Roma.

    Pensiamo alla Disney, che sul concetto di famiglia ha costruito un impero. O alla Nike, o a chi per loro.

    Nel Regno Unito, una cosa del genere non accade neanche su un campo di nona categoria. Ed è la ragione per cui le società sportive inglesi possono spendere anche 400 milioni di euro per una campagna acquisti.

    La Curva Sud, e le altre curve che si comportano così, anche quella del Napoli quando all'andata ha esposto uno striscione ugualmente stupido, sono il male del calcio italiano. Se le nostre squadre non vincono in Europa è colpa in prima istanza dei tifosi, quegli stessi che invece di andare a lavorare, o trovarsi un lavoro, passano la giornata a "fare la contestazione" davanti a Trigoria, Castelvolturno o Appiano Gentile.

    Forse è il caso di ricominciare a dirlo con fermezza: la cultura ULTRAS va debellata, perché di cultura non si tratta. Sociologicamente è senza dubbio una forma di disagio sociale, o meglio, lo era. Adesso è un business, anche quello, affiliato alla criminalità organizzata o alla destra neofascista. Un male da estirpare, non solo per il bene del calcio, ma della collettività.

    E forse i primi a doversi privare del piacere di vedere giocare la nostra squadra dovrebbero essere quelli che vorrebbero portare i loro bambini allo stadio per vedere giocare Totti e Hamsik. Anche se i calciatori si possono comprare pure con il denaro messo in lavatrice.

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