Capitani coraggiosi (e sfortunati)

Quest'anno chi ha indossato la fascia ha avuto più di un problema. La scaramanzia non porta lontano anche se...
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    di Francesco Albanese

    In principio fu Cannavaro e sappiamo tutti come è andata a finire: un lungo soggiorno in panchina terminato con la mesta partenza verso la patria delle ceramiche. Quasi otto anni tinti d'azzurro cancellati in poche settimane. A quel punto la successione era certificata: sarebbe stato Marek Hamsik il nuovo capitano del Napoli. Lo slovacco che nei piani di Benitez presto si sarebbe trasformato nello Gerrard del Golfo. Risultato? Dopo una partenza brillante il numero 17 ha attraversato la stagione più tormentata di sempre. Infortuni, eliminazione dalla fase finale del mondiale e un ritorno in campo di certo non all'altezza della sua classe. Quei palloni che fino all'anno scorso venivano calciati sotto l'incrocio dei pali quest'anno Hamsik li ha spediti puntualmente in curva, per non parlare dei dribbling riusciti col contagocce o dei tentativi di assist quasi mai giunti a destinazione. Insomma un mezzo disastro come ha candidamente ammesso il diretto interessato. Ora senza scomodare la scaramanzia, peraltro piuttosto popolare a Napoli, possiamo senza dubbio parlare di sfortunate coincidenze che hanno accompagnato le prestazioni dei capitani azzurri e il guaio è che non è finita. Sorte migliore non è toccata a Maggio messo fuori causa da uno pneumotorace alla vigilia del mese più importante dell'intera stagione. E che dire di Insigne? La fascia ha fatto l'esordio sul suo braccio contro la Lazio, ma non sbaglia chi afferma che per Lorenzo quest'anno le ombre sono state maggiori delle luci al punto che ora la sua convocazione per Brasile 2014 è più che in discussione. La promozione a capitano porta dunque sfiga? Magari si esagera a pensarla così nel dubbio però vale sempre il vecchio adagio: non è vero, ma ci credo.

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