Lettera a Maroni: la tessera del tifoso, quante contraddizioni!

Da “Febbre a 90” a “Orchite a 1000”: la tragicomica parabola di una misura che si è rivelata inutile e iniqua
  • di Alessio Capone

    Egregio Presidente Maroni, ministro all'epoca dei fatti, Le scrivo queste righe perché ormai è un po' che mi confronto con l'applicazione concreta della sua normativa in tema di stadi, biglietti e tessera del tifoso. Premetto che non mi curo dell'appartenenza politica di chi legifera, bensì mi preoccupo solo di analizzare i pregi e i problemi che derivano dalle leggi e direttive con le quali mi confronto nel quotidiano e in particolare, in questo contesto, mi riferirò alla sua direttiva emanata il 14 agosto 2009, che ha trovato applicazione solo a partire dalla stagione 2010/2011 per permettere a tutti, società di calcio in primis, di adeguarsi alle novità proposte dal suo codice.

    Siamo tutti concordi sul fatto che urgesse un intervento per regolamentare le trasferte, per evitare l'ingresso allo stadio in "clandestinità" e per evitare che le gradinate dei nostri impianti sportivi si popolassero di criminalità più o meno organizzata. Da qui l'esigenza di un biglietto nominale che fosse legato alla persona e non rivendibile, da qui l'esigenza di una tessera rilasciata a seguito di verifiche incrociate con le varie prefetture, per verificare l'assenza di precise cause ostative al rilascio stesso. Una tessera condicio sine qua non per andare in trasferta ed in particolare per entrare nel settore ospiti. Tutto molto bello, iniziativa ammirevole e coraggiosa la sua. In un Paese come il nostro, poi.

    Io però non riesco a capire, Presidente. C'è qualcosa che mi sfugge. Tralasciamo il fatto che per avere questa benedetta tessera c'è il rischio di recarsi più volte allo sportello preposto, situato anche a ore di distanza dai nostri domicili e, affrontate le relative code, una volta espletate tutte le necessità richieste, occorre attendere mesi prima di averla. Tralasciamo anche il fatto che il pezzo di carta rilasciato immediatamente dopo la richiesta, che dovrebbe fungere da sostitutivo della tessera stessa, non viene riconosciuto come tale e non risolve i problemi relativi all'acquisto dei biglietti. Ma sì, tralasciamo anche il fatto che a volte, questa tessera, non viene proprio recapitata al richiedente e se ne perdono le tracce per sempre. Questi sono i problemi atavici della nostra burocrazia, della nostra amministrazione statale, non Le si può imputare una responsabilità a riguardo. Sarebbe ingiusto. Io però non riesco a capire, Presidente. C'è qualcosa che mi sfugge. Mi spiega perché io, senza tessera e con la fedina penale linda, devo entrare in settori generici dello stadio e devo lasciare l'accendino in auto per poi assistere a continue esplosioni di veri e propri ordigni provenienti dal settore ospiti, lì, dove sono tutti tesserati e registrati? Mi spiega perché, ogni volta che devo andare allo stadio, la situazione sull'acquisto dei biglietti è sempre confusa e fino all'ultimo potrebbero esserci variazioni sul regolamento? Mi spiega come sono entrate tutte quelle bombe a carta nel settore giallorosso in occasione di Napoli-Roma? Com'è possibile siano riusciti a portarsi quello cose da Roma? E soprattutto com'è possibile siano riusciti a portarle all'interno dello stadio? Egregio Presidente, a me all'ingresso dello stadio fanno storie per accendini, forcine per capelli e ombrelli. Ma come cazzo è?In conclusione, egregio Presidente Maroni, devo dirLe che con l'attuale legge sulla tessera, Nick Hornby non avrebbe mai scritto "Febbre a 90", anzi, non avrebbe mai tifato Arsenal. Perché quel giorno in cui suo padre gli disse: "Guarda, ti ho preso i biglietti per la partita", con la situazione attuale, sarebbe andato più o meno così: "Figliolo, guarda, ci sono problemi con i biglietti, è che tu non hai la tessera, e se la facciamo ora ti arriverà tra sei mesi, forse, non so. Però c'è l'amico del panettiere che forse conosce a qualcuno all'ingresso e se ci mettiamo stretti stretti entriamo a due a due con un biglietto solo, abbi pazienza, ti faccio sapere nel pomeriggio". E l'alter ego di Nick nel libro avrebbe risposto: "Vabeh, pà, sai che c'è? Mi avete stufato tu, Maroni e compagnia bella; fanculo all'Arsenal, io vado al concerto degli Who". In conclusione, egregio Presidente Maroni, devo dirLe che se dovessi scrivere io un libro sulla mia fede calcistica, non si intitolerebbe "Febbre a 90", bensì "Orchite a 1000".     

    Pubblicato anche sul gruppo Facebook "Didì, Vavà e Pelè site a guallera e Canè" 

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