Empoli-Napoli, le retro-pagelle: Valdifiori e Hamsik in certi momenti sembravano Allegri e Asanovic

Aver fatto 2-2 con una difesa e un centrocampo così in fondo è un miracolo. Con tutta la comprensione per il mancato ritiro, il retro-voto di Higuain non può andare oltre Nicola Amoruso
  • REINA – Un campione d’ottimismo, da come smista ai compagni: li ha presi per la linea a 4 dell’Olanda di Cruyff. DE SANCTIS

    MAGGIO – In questo modulo deve giocare a velocità normale. E a velocità normale Christian va molto peggio di quando deve correre come un disperato. Anche perché, per quei suoi cross da partita del cuore, viene meno ogni alibi. FRAPPAMPINA

    ALBIOL – Chissà chi ha frequentato a Napoli in questi due anni. In quel 2013 ormai lontano come la tv in bianco e nero ricordo di aver visto un altro giocatore. Forse Facundo Quiroga si è aperto una frutteria a Poggio dei Mari e nessuno lo sa. Tranne Albiol, che va a chiedergli consigli. EMANUELE TROISE

    CHIRICHES – Non ha grandi colpe. Se non quella di essere capitato in coppia con Raul, che irradia anche sul compagno la propria luce sinistra. In realtà il conte Vlad, a parte un po’ di sfiga, fa quasi il suo dovere. LUPPI

    HYSAJ – Non ha mai usato il piede mancino neppure per schiacciare la frizione, e si vede. Però ha la sfacciataggine di perseverare anziché chiedere il cambio per manifesta incapacità. Un merito, tanto che alla fine quasi azzecca una palla in mezzo. CITTERIO (Citterio era sinistro di piede, ma comunque goffo come un destro che gioca a sinistra)

    ALLAN – Vuole farci credere di essere stato in ritiro. In realtà ha mandato il fratello, o un amico che gli assomiglia. Ma si arrangia, e il brasiliano che dorme con una piñacolada in mano dentro di lui, ogni tanto viene fuori. ANGELO CARBONE

    VALDIFIORI – Sembra il topolino della barzelletta. Quello che l’elefante gli fa “ma che orecchie hai, guarda le mie, queste sì che sono orecchie”, e gliele sventola in faccia con effetto uragano; dopo di che il topolino, umiliato in tutte le parti del corpo, si giustifica: “…ma io so’ stat’ malat…”. È un ectoplasma e batte il record stagionale di crampo precoce. Magari, a differenza del topolino, è stato malato sul serio, e per orgoglio ha fatto finta di niente. ASANOVIC

    HAMSIK – Devo ricorrere a un altro centrocampista dell’annus horribilis, quello che faceva coppia con Asanovic, avete capito benissimo chi è, oggi incredibilmente allena la Juve. Ma credetemi, in certi patetici mancati recuperi difensivi, più che ALLEGRI ho rivisto il Crisantemi di L’allenatore nel pallone

    INSIGNE – Il livello della sua prestazione si coglie proprio nel tentare l’analogia con un azzurro del passato: impresa difficile, in questi casi è d’obbligo il paragone con Zola, l’unico grande trequartista dei nostri tempi moderni che possa essere nominato invano in questa rubrica. Ma con l’aiuto di qualche filmato ingiallito possiamo azzardare addirittura SIVORI, almeno quello degli anni partenopei

    HIGUAIN – Ormai si incazza con i compagni anche quando sbaglia lui. Peggiora insomma. Ha la grande giustificazione di aver saltato il ritiro per la seconda estate consecutiva, ovvio. Ma più di NICOLA AMORUSO non gli si può dare

    GABBIADINI – Tiene ancora la ’nziria per le discussioni con Sarri, non dà l’idea di stare sereno. Ma se con tutto questo s’inventa giochini come il passaggio sotto le gambe per il gol di Allan, vale la pena di aspettare che gli passi, come con certe donne capricciose. PANDEV

    JORGINHO – Rispetto al Valdifiori attuale è un’esplosione di vitalità. E ho detto tutto (cit.). MICELI

    CALLEJON – Se la virata dal modulo attuale al 4-3-3 è invocata in funzione di un suo recupero da titolare, per carità: preferisco il cinque-cinque-cinque. CHIARUGI (che prima di venire a Napoli era un’ala geniale e si alloffiò giusto con noi: come Callejon dopo il primo anno in azzurro)

    MERTENS – Ha un dribbling secco da sballo. Un effetto stupefacente che stordisce lo stesso Dries, negli ultimi minuti convinto di dover dribblare anche il guardalinee. CIRO MURO

    SARRI – Da quest’anno diamo il retro-voto pure all’allenatore, anche perché il nostro Maurizio è ancora indecifrabile, un po’ ambivalente diciamo, e si presta a svariate analogie. Stavolta, per esempio, con tutti questi cazziatoni fatti ai suoi ragazzi durante e dopo la partita, è sembrato un po’ ULIVIERI

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