Per il Napoli di De Laurentis il fondo del barile è molto vicino. Ma bisogna rialzarsi

Cronaca di un'estate che ci ha fatto soffrire. Forse persino al di là dei suoi demeriti. Ma i danni (altro che diritti) d'immagine dei casi Sarri, Astori e Soriano rischiano di schiacciare gli azzurri
  • stadio24

    di Dario Bevilacqua

    È un punto basso, molto basso. Si è cercato di nasconderlo e di far finta di niente. Si è provato ad avere fiducia in Sarri, ma dovunque aleggia il sospetto che la scommessa sia caduta su un cavallo perdente. L’ambiente è sfiduciato e spazientito, e privo di entusiasmo. Che in una piazza come Napoli è tutto. A ciò si aggiunga la falsa partenza in campionato (1 punto in due partite: il peggiore inizio in serie A del Napoli di ADL) e un mercato – seppur nei nomi non negativo – condotto e completato (si fa per dire) in modo grottesco.

    Concentriamoci sul calciomercato, partendo dall’inizio: la scelta dell’allenatore.

    Il primo “teatrino” di De Laurentis è degno dell’ultimo (Soriano): il patron azzurro, abbandonato da Benitez e Bigon, sembra una trottola impazzita. Prima flirta con Mihajilovic, poi vola da Emery, ricevendo un rifiuto secco e deciso. Allora comincia la ridda di voci, con alcuni nomi sgraditissimi alla piazza (Prandelli e Spalletti). Quindi si prova con Montella, ma ha una clausola di 5 milioni e forse non è adatto a essere profeta in patria. Infine ADL ripiega su Sarri, che tiene segregato in albergo per studiare una formula contrattuale non troppo dannosa. Il povero tecnico Tosco-Napoletano, di fronte all’occasione della vita, accetta.

    Uno sfinimento. E anche una farsa. Con Sarri già sfiduciato in partenza per il modo in cui viene scelto e contrattualizzato. E la parola “ridimensionamento” ad aleggiare per i cieli di Napoli.

    Ma è solo l’inizio. E forse il primo indizio di ciò che ci aspetta.

    A questo punto, e tralasciando l’ingaggio di Giuntoli, tardivo e anch’esso complicato, comincia il mercato dei giocatori. E anche qui il balletto è degno di uno show d’avanspettacolo.

    Diciamo subito una cosa: le operazioni che conducono agli ingaggi di Reina, Chiriches, Valdifiori, Allan e Hysaj sono tutte positive, sia per la qualità – forse non eccelsa, ma buona – dei giocatori, sia per la capacità di concretizzare rapidamente e a cifre ragionevoli i suddetti acquisti. Ciò detto, la ridda di nomi che si leggono sui giornali è impressionante e confusionaria. E ci si chiede: ma davvero ADL sta seguendo tutti questi giocatori?

    Il rapporto con la stampa, in particolar modo quella locale, non è un punto di forza del Patron del Napoli. Spesso sembra che i giornalisti “giochino contro” il Napoli, facendo più danno che altro. Ma ognuno fa il suo mestiere e uno scoop è uno scoop. E i falsi scoop aiutano a vendere i giornali. Ciò non toglie che le figuracce o i segnali di debolezza non mancano.

    La prima caduta riguarda Darmian: un ottimo laterale, titolare in Nazionale, che avrebbe potuto far fare il salto di qualità in difesa. Il Napoli lo insegue, Cairo lo vende caro (ma 20 milioni sono davvero così tanti se per Maksimovic ne volevano 25?). Alla fine va al Manchester United. Ci può stare, in fondo siamo all’inizio.

    Alla ricerca di un laterale di difesa, il Napoli insegue Vrsaljko per tutta l’estate, per poi ripiegare su Hysaj e tenersi Zuniga (oggetto del mistero) e Ghoulam (che a quanto pare non piace al tecnico). Nella vicenda Vrsaljko ha pesato – pare – il mancato prestito di Zapata al Sassuolo. È comprensibile che Zapata sia servito per arrivare all’ottimo Allan, ma anche questo è un errore: a Udine la concorrenza di Di Natale e Thereau è forte, mentre a Sassuolo, al centro di un attacco con Sansone e Berardi come ali, Zapata poteva esplodere davvero. E ora al posto del modesto Hysaj avremmo avuto l’ottimo Vrsaljko.

    Passiamo al centrale difensivo. A nessuno piaceva Astori, ma anche da questa vicenda il Napoli non esce bene: non è un bel segnale avere tutta questa difficoltà per chiudere un contratto con un giocatore normale, che ha bisogno di rilanciarsi e che dovrebbe accordarsi con te con entusiasmo. Rimediato con l’acquisto di Chiriches, si cerca un altro centrale.

    A questo punto comincia un nuovo teatrino.

    In primo luogo non si capisce perché non si riesca a “regalare” Henrique (che alla fine rimarrà): basterebbe un prestito con ingaggio parzialmente pagato a una piccola di serie A e si otterrebbe la rivalutazione del giocatore e la casella libera per un nuovo acquisto.

    In secondo luogo, sembra che debba essere venduto Koulibaly. Ora, il francese ha sicuramente dei limiti, ma ha anche ottime potenzialità. È un investimento per il futuro, privarsene adesso sarebbe un errore. E soprattutto: perché non vendere Albiol che ormai è – riconosciamolo una volta per tutte – un giocatore finito?

    In terzo luogo, vero punto dolente, chi acquistare per completare il reparto difensivo? Si legge di offerte di 25 milioni per Romagnoli e di 22 per Rugani, entrambe rifiutate. Bene, se c’erano tutti quei soldi, per chi sono stati reinvestiti? Non è dato sapere. Pare che anche per Maksimovic – inseguito per tutta l’estate e sopravvalutato da Cairo nella valutazione – ADL abbia offerto 18 milioni più bonus. Uno sproposito. Comunque rifiutati. E allora perché non indirizzare quei soldi su altri giocatori, magari più talentuosi? Anche in questo caso nessuna risposta.

    A titolo informativo faccio presente che Savic è stato acquistato per 15 milioni; Miranda per 12; Rudiger per 9 e anche Dante, del Bayern Monaco, è passato al Wolsburgh per un cifra abbordabile.

    A parte le tante vicende grottesche che hanno caratterizzato il mercato del Napoli (ora parleremo dell’affaire Soriano), il mancato acquisto di un buon centrale difensivo, a completare il quartetto con Koulibaly, Chiriches e (ahimè) Albiol, è stato l’errore più grave. Che fa infuriare i tifosi e che mostra la miopia di una dirigenza che non sa “leggere” il campionato italiano, e in generale i fondamenti del gioco del calcio: tutto parte da una buona difesa che dia equilibrio alla squadra e consenta a centrocampo e attacco di giocare liberi da tensioni e in armonia col resto della rosa. Se De Laurentis non capisce che deve investire tanto in difesa e può anche fare qualche scommessa in attacco non vinceremo mai nulla (ricordo che la Juve ha recentemente vinto uno scudetto con un attacco formato da Vucinic, Quagliarella e Matri, dietro ai quali agivano un centrocampo e una difesa eccellenti).

    Ma completiamo la nostra analisi. Il centrale di difesa non arriva, ma anche il centrocampo ha bisogno di nuovi innesti. Dopo l’ennesima beffa, che questa volta ha il nome di Donsah (ottimo giovane), che preferisce andare al Bologna (pare dietro a una promessa della Juve) piuttosto che giocarsi le sue chances a Napoli, arriva Chalobah in prestito dal Chelsea: profilo interessante, ma molto poco noto e tutto da verificare.

    Infine, il “Roberto Soriano Show”. La cronaca la conoscete: era tutto fatto, i contratti pronti e l’accordo (faticosamente) trovato. Ma i contratti sono stati depositati in ritardo. E così è saltato tutto. Una figura da dilettanti. Una vicenda triste, da cui escono male tutti: Soriano in primis, che si è atteggiato a primadonna neanche fosse Iniesta, ma soprattutto il Napoli e De Laurentiis che non è riuscito ad acquistare un giocatore seguito e corteggiato – a detta dello stesso ADL – da due mesi.

    Il profilo di Soriano non è esaltante. E di sicuro non fa piacere tutta la reticenza mostrata dal giocatore. Eppure sarebbe stato utile. Pensate alla gara di domenica scorsa, quando uno spompato Allan è stato rimpiazzato da un David Lopez grottesco e imbarazzante. Con Soriano a prendere il posto del brasiliano avremmo avuto un giocatore molto più affidabile per provare a riportarci in vantaggio dopo il 2-2.

    Ma al di là degli aspetti tecnici, rimane la figura penosa fatta dalla società, in un momento, peraltro, in cui era fondamentale mostrare alla piazza la voglia di riscatto e l’intento di provare a raddrizzare la stagione, tentando di risalire la china.

    Infine, desta forte perplessità l’approccio comunicativo di De Laurentis, che dovrebbe invece essere un maestro in queste cose. Verrebbe da dire al Presidente azzurro: accà nisciun’ è fess’!

    Non si può riempire l’estate di dichiarazioni, proclami, promesse e annunci che poi vengono seccamente e immancabilmente smentiti o ridimensionati. Perché non essere chiari fin dal principio? Non è meglio l’onestà? Non sarebbero meglio le carte scoperte? Perché così facendo si alimentano dubbi e sospetti. Si rende la piazza nervosa e scontenta, quindi lontana dal San Paolo, sempre più vuoto. E si cade in basso: ora il fondo del barile è sempre più vicino. Sarebbe il momento di cominciare a rialzarsi, prima che sia troppo tardi. Attendiamo fiduciosi.

    P.s: un’ulteriore nota dolente nel mancato affare Soriano… ci dobbiamo anche tenere Zuniga!

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