Dieci motivi per cui tra Napoli e Real Madrid ha vinto la Roma

Nella Capitale è successo qualcosa di strano: dopo tre giorni di silenzio, i tifosi giallorossi sono miracolosamente risorti. Per sfotterci per una sconfitta che loro non hanno avuto neanche l'opportunità di subire
  • di Boris Sollazzo

    Piccola avvertenza a chi vorrà leggere in malafede questo pezzo. So di giallorossi (e bianconeri, tra cui persino Buffon, nerazzurri, rossoneri e tanti altri) che si sono messi davanti alla tv per vedere Napoli-Real Madrid sperando nella nostra impresa. Ma girando sui social mi sono imbattuto in una maggioranza che i romanisti illuminati conoscono bene, vagando per Roma dopo il ritorno dalla Woodstock partenopea di Napoli-Real Madrid ho scoperto che il trionfo di martedì non è stato né appannaggio dei galacticos e di Sergio Ramos né di un Napoli che per 50 minuti ha terrorizzato anche i madridisti più convinti (come Tomas Roncero che su AS quella paura l’ha confessata senza pudori). No, al San Paolo, per l’ennesima volta, ha vinto la Roma. Non fate quelle facce, ha vinto la squadra della Capitale, come sempre. Un altro trofeo in bacheca. L’eliminazione del Napoli. Essere romanisti in fondo è bello, ti permette di fare tutto. Ecco i 10 motivi per cui ai quarti andranno loro e da martedì sono così felici.

    1. L’inno. Lo sanno tutti che loro il buon Sergio lo hanno sempre amato e celebrato. Tanto è vero che prima di ogni partita cantano pure Ramos Ramos Ramos, core de ‘sta città. E poi sono abituati a esultare per vittorie e trofei di altri: Luis Enrique, Claudio Ranieri, persino un tempo Artur in Europa League. E tenete presente che Seydou Doumbia sta vincendo lo scudetto col Basilea: Antonello Venditti, per festeggiarlo, ha già prenotato il Circo Massimo e pure le Terme di Caracalla.
       
    2. Mertens. Eh sì, ragazzi hanno ragione a esultare. Hanno subito il grave affronto della pipì di Dries sotto la Curva Sud. E fingono pure che il ragazzo non avesse una dedica da fare e che fosse in buona fede. D’altronde, se fosse in malafede avrebbero ragione da vendere, no? Non cito Ciro Esposito (il suo assassino non è un tifoso, solo un criminale), ma in fondo Kevin “sputaje ancora” Strootman ha insultato lui sì volontariamente una curva intera, hanno riempito il loro stadio di striscioni in solidarietà di un assassino, poi hanno pensato bene di insultare la madre della sua vittima. E cantano Lavali col fuoco appena possono. Ma ora invocano squalifiche e condanne esemplari per un’esultanza goliardica e innocente (tanto che non si è ingrossata neanche la vena di Capitan Futuro in campo). Ricorda la battuta di Benigni su Mussolini. “Dire che Mussolini ha fatto delle cose buone è come se un idraulico venisse in casa nostra e ci facesse un impianto perfetto, ma nel frattempo: ci sventra il cane, ci stupra il nonno, ci uccide la madre… e noi giustamente ci incazziamo, ma lui ci risponde che ha fatto delle cose buone”. Eh, però, Mertens…
       
    3. Il confronto. Ragazzi gufare il Napoli contro il Real è lecito, esultare pubblicamente per la sconfitta degli azzurri da geni. Fanno bene: noi ce la siamo giocata all’andata e al ritorno, siamo andati in vantaggio al Bernabeu, abbiamo tirato più di tutti nella porta dei galacticos da quando c’è Zidane e per 50 minuti a spazzare i palloni in curva erano i campioni d’Europa e del mondo. I coniglietti giallorossi, che da sabato erano muti - io sto nella Capitale e nessun tifoso di quelli che abitualmente (mi) sfottono ha detto anche solo una sillaba - hanno cominciato a postare fotomontaggi sapidi e geniali come Mertens che depone le sue minzioni sulla coppa dalle grandi orecchie con Ramos e Morata che lo guardano. Giusto: noi giocando la Champion League siamo arrivati fino a marzo, loro neanche ai gironi. Una bella umiliazione agostana da parte del Porto, la corazzata lusitana che tremare il mondo fa. Ma esultano, bellissimi loro.
       
    4. Lo stadio. Detto che vinceranno l’Europa League e che la remuntada con la Lazio in Coppa Italia è scontata, detto pure che la Juventus verrà ripresa e arriveranno scudo e triplete, è qualche anno che non alzano neanche la coppa del nonno. Certo, nel frattempo hanno messo in bacheca il record di calci d’angolo con Luis Enrique, i trofei dei loro ex allenatori, le plusvalenze di Sabatini e lo stadio di Tor di Valle. Noi tre coppette l’abbiam portate a casa e l’anno scorso finimmo sopra di loro. Ma va bene così, hanno ragione loro.
       
    5. Il sistema. Ragazzi, è giusto però che godano delle nostre sconfitte. Ehi, il motivo per cui hanno perso contro di noi è che non è arrivato il solito rigore. Il rigore per la Riomma. Sì, ora si arrabbieranno, ti chiamano coleroso ma non puoi storpiare il nome della loro squadra, né fare battute sulle lavatrici al centro di latrine (poi cancellate perché in effetti non era battuta degna di noi), perché in effetti ‘sta città è linda e pinta tra spazzatura e Mafia Capitale. Fa niente se loro ci hanno insultato per anni per rifiuti e camorra senza usare termini aulici e augurandosi epidemie d’ogni genere, tu non puoi fare neanche una battuta ironica che lo squadrismo da tastiera si scatena. Comunque er sistema li penalizza sempre. Pensate, Inter e Napoli insieme fanno, insieme, meno della metà dei rigori assegnati ai giallorossi. “Eh però noi stiamo sempre in area”. Guardate i minutaggi, pure Inter e Napoli, ma forse cadono di meno. Quindi muti, che quando si va in Europa non ci so’ gli arbitri corrotti italiani. Al massimo quelli francesi, come Vautrot (chiedere al figlio dell’ex presidente Viola per chiarimenti).
       
    6. Bernabeu, casa nostra. "Noi col Real semo passati e semo annati a vince da loro du vorte. Voi ve sete fatti fà sei gol". Al Bernabeu due imprese, ok, dieci e quindici anni fa. Poi all’Old Trafford ne avete presi sette, ak Camp Nou sei - "eh però se segnava il rigore Dzeko…” -, e il Bayern ve ne ha portati altri sette a domicilio. Però va bene, eh, continuate pure a fare i caroselli per la nostra eliminazione dopo tre giorni di mutismo e fugoni.
       
    7. Il presidente. "C'avete un presidente ridicolo". La vostra società invece è fighissima. Senza ripescare il poro Zanzi, vogliamo parlare di Spalletti che parla di giornalisti cecchini e topolini a Trigoria? Di Pallotta che si butta in piscina, di Gerson che va a Lille già venduto e torna indietro?
       
    8. Illusi. “Ma davero davero pensavate de vince contro er Real?”. No, ci abbiamo provato. Eravate voi che pensavate di fare un solo boccone del Bayern di Guardiola perché “dopo le spagnole ce semo noi”. Ad agosto, ovviamente, quando vi autoassegnate lo scudetto per distacco. Noi speravamo in una congiunzione astrale favorevole e nel gioco di Sarri. Che a quanto pare pure Benzema e Zidane hanno definito uno dei migliori d’Europa. Ma voi continuate a retwittare chi lo dice schernendolo, eh.
       
    9. Pippe. “Senza Higuain nun c’avete nessuno, resterete dietro, siete ‘na manica de pippe che all’Olimpico c’ha avuto solo culo”. Hanno ragione, arriveranno secondi, basta vedere il loro calendario. E poi hanno Paredes che è “il nuovo Pirlo e la Juve lo vole per 20 milioni”, Nainggolan è “mejo de Pogba”, “Dzeko st’anno sicuro vince ‘a scarpa d’oro, l’ho sempre detto che era forte” quando nove mesi fa bruciavano le sue magliette, e “Rudiger? Toni gioca sempre a cazzo duro, è un fenomeno” (giuro, dicono pure questo). “E Fazio? Er comandante? Mertens nun vede ‘na palla”. Ah, poi c’era Rosi nuovo Cristiano Ronaldo e Emerson Palmieri più forte di Candela. A memoria, questa l’ha dette pure Luciano Spalletti.
       
    10. Vittimismo. “Sapete solo piagne!”. Sì, noi. In effetti “er go’ de Turone”, i rigori contro la Samp, il fuorigioco dell’Inter, le cavallette, “noi semo puri” e però i rolex agli arbitri, i passaporti taroccati e Nakata che gioca grazie a una decisione ad personam sono cose che riguardano altre squadre. Per non dire dei giornalisti: se Aurelio De Laurentiis ce l’ha con Rai e Gazzetta, i nostri eroi fanno sembrare Grillo un’amante della categoria.

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