Tiri in porta dalla distanza: Napoli si può dare di più

Poche le reti azzurre dai venti metri. Colpa dell'atteggiamento tattico, ma soprattutto di una scarsa predisposizione dei singoli.
  • di Francesco Albanese

    "Uè Caré Caré Caré tira la bomba, tira la bomba" questo canto un tempo avvolgeva il San Paolo, oggi la musica è cambiata. Candreva, Biglia, Parolo e naturalmente Felipe Anderson. Se volessimo trovare le differenze tra Lazio e Napoli dovremmo anche prendere in considerazione l'abilità dei centrocampisti agli ordini di Pioli di scoccare tiri da fuori area, paragonata alla capacità balistica dei vari Gargano, David Lopez, Jorginho e Inler (l'unico in grado di far male dalla distanza). Anche così può spiegarsi l'attuale gap dal terzo posto. Il distacco deriva da fattori predominanti: su tutti l'assenza della Lazio dal palcoscenico europeo che permette ai biancocelesti di preparare in tranquillità gli impegni di campionato. In ogni caso la variante tattica del tiro a lunga gittata è un'arma da non sottovalutare specie in un torneo dove le piccole tendono a chiudersi senza concedere spazi negli ultimi sedici metri. Si può segnare, ma si può anche mettere in imbarazzo la retroguardia altrui grazie a respinte approssimative. A ben guardare anche la Juve capolista è ben messa da questo punto di vista. Giocatori come Pirlo, Vidal, Marchisio e soprattutto Pogba sono sensazionali quando si tratta di sorprendere i portieri avversari dai venti metri. Lo stesso non può dirsi per la rosa azzurra. La filosofia tattica di Benitez e una scarsa predisposizione di gran parte della rosa impediscono soluzioni vincenti da "lontano". Il Napoli tira moltissimo in porta, ma lo fa soprattutto all'interno dell'area di rigore dove arriva con manovre avvolgenti e "uno-due" veloci. Concludendo: al mercato estivo non sarebe sbagliato puntare a qualche specialista in "bombe".

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