Di Antonio Moschella

La sosta avrà sicuramente annoiato e fatto sbadigliare tanti tifosi desiderosi di rodersi il fegato in qualsiasi occasione. Il Napoli è una malattia, e lo sappiamo. Toccherà dunque prepararsi psicologicamente e fisicamente a una possibile e prolungata sofferenza, perché nessuno degli incontri che aspettano gli azzurri sarà semplice e molti di questi comporranno la definitiva somma che fa il totale, tanto per citare un grandissimo.

Si pa(r)tirà con la Passione pre pasquale, in un Olimpico mai come quest’anno nemico giurato. A pochi passi dallo stadio vive Papa Francesco, un napoletano dentro, come quasi tutti gli argentini. Chissà se le sue ultime benedizioni sortiranno effetto. A seguire due partite casalinghe: con la Lazio per la finale di Coppa Italia e con la Fiorentina in campionato. E già queste tre fatiche di Ercole potranno influire moltissimo. L’Europa League della gloria continentale ci vedrà impegnati a Wolfsburg il 16 aprile e al San Paolo il 23. Nel mezzo una trasferta a Cagliari, luogo mai troppo sorridente agli azzurri.

È arrivato il momento di dare tutto quanto resta in corpo. La sosta per le nazionali avrà sì fatto riposare una squadra stanca, ma restituirà agli azzurri un Higuain sballottato da spostamenti intercontinentali e un Albiol orribile nella sconfitta della Spagna in Olanda. Tuttavia non c’è più tempo per le speculazioni, per le scuse da provinciali o per la strabordante retorica di turno.

Siamo arrivati alla parte finale del cammino, come ne “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” Clint Eastwood si trova accompagnato dal maligno Sentenza e dai suoi cinque scagnozzi. Ecco, anche loro erano in sei, come le sfide che aspettano il Napoli nella fase più delicata della stagione: “Sei, il numero perfetto, perché ho sei pallottole nella mia pistola”, disse in quel caso il pistolero senza nome, prima di cambiare il suo vestito grigio con un umile poncho da capraro e guadagnarsi il premio finale, sublimato da una lunga ‘Estasi dell’oro’. Questa sconosciuta.