L'estate azzurra, tra dubbi e speranze

A pochi giorni dall’inizio del campionato, quello azzurro appare ancora come un quadro astratto
  • di Antonio Moschella

    Il cantiere del Napoli è ancora bello in vista, nonostante manchino pochi giorni all'inizio del campionato. La trasferta di Pescara è a soli quattro giorni, eppure a Castelvolturno i lavori in corso sono ancora ben visibili, nonostante la società faccia tutto per non renderli pubblici. Con sole due settimane ancora a disposizione per puntellare la rosa, i dubbi sono più delle certezze, nonostante il bel gioco espresso nelle amichevoli estive, che però contano molto meno di un 2 di briscola. Lo Scudetto di agosto è una patacca insignificante che non placa gli animi di un ambiente attonito per le tante incertezze che circondano la squadra azzurra.

    Non prendiamoci in giro, il Napoli che andrà a Pescara è monco, e non perché non sia arrivato Icardi bensì perché i rinforzi finora arrivati sono ancora pochi per integrare una rosa che dovrà sudare in Champions, Serie A e da gennaio anche in Coppa Italia. Tonelli più che un rebus è un cubo di Rubik, Giaccherini forse tornerà con il Milan e lo stesso Reina, nonostante sia tornato ad essere arruolabile, presenta dei problemi fisici strutturali. Al di là di chi possa venire o meno, ciò che stride in una stagione dove bisognerà ribadire quanto di buono espresso l'anno scorso è la mancanza di un progetto serio. Non parlo di stadio o di settore giovanile, quanto di una mancata gestione di rosa e risorse nel breve periodo. La società azzurra è come quell'avventore che si reca al casino pieno di cash e che corre quindi il rischio di farsi spennare a qualsiasi tavolo, ma finisce col non giocare neanche alle slot machines.

    A rincarare la valanga di frizioni tra società e ambiente, arriva la notizia dei prezzi alle stelle per Napoli - Milan, la prima ufficiale al San Paolo. Senza addentrarsi nella dietrologia di un eventuale recupero di denaro per il pasticciaccio dei tagliandi per Nizza e Monaco, è lampante che Aurelio De Laurentiis stia adesso scherzando col fuoco. Una curva a 40 euro non si è mai vista finora neanche per uno scontro Scudetto e se la memoria non mi inganna i prezzi per lo stesso settore di sfide recenti storiche come Napoli - Manchester City o Napoli - Chelsea non arrivarono a tanto. Il Milan, inoltre, è lo spettro sbiadito di quanto era e non rappresenta neanche un rivale per la lotta al podio del campionato. Perché dunque correre il rischio di vedere delle curve semi vuote e sfiorare il ridicolo nella prima apparizione degna di nota? 

    Arrivino o meno i vari nomi accostati oggi da tanti siti 'esperti' di calciomercato, che alla ricerca di un semplice click (che significa cash) hanno addirittura fatto credere a qualcuno che uno come Cavani - che a Parigi non ha più Ibrahimovic davanti e guadagna quasi 10 milioni l'anno - sarebbe tornato al San Paolo, è palese che il Napoli vive una situazione ridicola, in stallo tra i sogni di gloria e l'eterna relegazione allo status di comprimario che non solo non può stare al passo della Juve ma riceve anche una serie di rifiuti da parte di calciatori di livello, i quali invece preferirebbero ancora il prestigio delle maglie di Inter e Milan, se non addirittura della Roma. Quello azzurro, dunque, sembra piuttosto essere un quadro astratto, lontano non poco dai canoni di bellezza di quel Caravaggio fatto comunque da chiaroscuri della stagione passata.

    Ciò nonostante, i tifosi che da sempre seguono la squadra e che hanno passato i fanghi (non certo terapeutici), per non dire 'la merda' della serie C, continuano a sperare. Non si sa perché, né tantomeno in che cosa. Ma alla fine il Napoli è, purtroppo, anche questo. La maglia, anzi lo scudo, vengono prima di tutto, al di là del risultato. Prendere o lasciare.

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