Napoli-Dnipro, le retropagelle – All’arbitro doppio voto, il secondo è un film di Tognazzi: Il magnifico cornuto

Britos è l’unico che aveva capito tutto, infatti ha picchiato alla Matteo Contini. Jorginho ha la mobilità di Marcolin
  • di Errico Novi

    ANDUJAR – Considerato che è totalmente ingiudicabile, può essere accostato all’unico portiere del Napoli che nessuno ha mai visto giocare: PASQUALE FIORE

    MAGGIO – Se solo Jorginho avesse metà della corsa di Christian… Che con il Dnipro ricorda la tigna di DE NAPOLI, nonostante la differenza di ruolo

    ALBIOL –  E ti pareva: per una volta che al centro non si aprono buchi ci pensa la fascia sinistra a spalancare le porte. Com’è che si dice “ma all’anem ’e chi v’è stramuort” in castigliano? CORRADINI

    BRITOS – L’unico che picchia duro quasi quanto i dnipropetrovskovari. Forse aveva capito tutto. CONTINI

    GHOULAM – Una partita impeccabile. O quasi. Se non fosse per un dettaglio, un piccolissimo dettaglio: sull’azione del gol si è messo a raccogliere trifogli (manco ’e quadrifogli…). NICOLA MORA

    DAVID LOPEZ – Non sono tra quelli che credono in Rafa a prescindere ma devo ammettere che confermarlo è la cosa giusta da fare. Detto questo, non capirò mai perché il nostro scrupolosissimo allenatore se ne infischi con tanta strafottenza della psicologia umana: perché devi sostituire questo povero, onestissimo ragazzo l’unica volta in un anno che la mette dentro e può mandare un bacio alla moglie in tribuna? Cosa provi di tanto piacevole a rovinargli la festa, caro Benitez? PECCHIA (che sarebbe il retrovoto di David Lopez, non un’imprecazione contro Rafa)

    JORGINHO – Meglio se la prossima volta ci risparmia quelle due o tre giocate di fino che servono solo a rovinarci il fegato (vedi quella specie di tacco con cui ha lanciato Maggio in contropiede al 75°): sapere che ha quei numeri e rivedere in lui la mobilità di MARCOLIN è insopportabile.

    CALLEJON – Tenta inutilmente di mettersi in fuorigioco una mezza dozzina di volte, Hamsik ben si guarda dal lanciarlo, com’è giusto. GRAFFIEDI

    HAMSIK – Vedete la differenza tra lui e Higuain? Stavolta è Marek a inventare calcio senza trovare collaborazione nei compagni (le due palle dentro per il Pipita, ad esempio) ma gli avete per caso sentito urlare un vaffanculo? JULIANO

    INSIGNE – Al primo fallo degli avversari ha cominciato a pensare al professor Mariani, molto intensamente. E non ha smesso più. MONTEZINE

    HIGUAIN – Le jastemme le aveva già consumate tutte in campo: pare che quando negli spogliatoi Lorenzo gli ha detto “ua’, Gonza’, ’e vist ch’arbitragg?” gli si sia paralizzata la mascella. CARNEVALE

    GARGANO – La differenza tra una macelleria e un medianaccio rognoso e leale (oltre che instancabile) come Gargano la si è vista proprio contro i picchiatori ucraini: di fronte a loro il povero Walter si è sentito disarmato. FAUSTO PARI

    MERTENS – Tra l’Insigne di questa gara d’andata e il Dries degli ultimi minuti c’è un abisso. Ma Rafa si diverte così, a vederci soffrire. CIRO MURO

    L’ARBITRO – Non voglio neppure evocare il suo nome. Ma non ho dubbi sulla sua retropagella: LANESE. Quel signore che in una delle nostre poche sconfitte nell’anno del primo scudetto, a Firenze, ignorò un gigantesco fallo da rigore su Bagni. Il Napolissimo titolò: “Questione di lana caprina? No, di Lanese caprone”. Ah, poi per l’occasione credo che il nostro meriti anche una retropagella cinematografica: più precisamente l’accostamento a un grande attore, Ugo Tognazzi, più precisamente al personaggio da lui interpretato in un film in bianco e nero del 1964: IL MAGNIFICO CORNUTO

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