Io sto con Aurelio

Dice che a fine partita lui è un tifoso, non un Presidente. E che a Parma si è inalberato per questo. Dove lo troviamo un altro cosi?
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    di Alessio Capone

    Dopo aver letto il tuo pezzo, con il quale ti sei impegnato a favore del nostro presidente, caro Boris, ti ho espresso tutto il mio appoggio, confessandoti che stavo per mandarti un pensiero veramente simile nei temi e nelle intenzioni, ma che, ormai, avevi fatto tutto tu e non c'era nulla da aggiungere. E tu mi hai risposto in maniera molto affettuosa: "Manda Capone mio, ho bisogno di manforte". Ripeto, hai fatto tutto tu, percorrendo grosso modo tutti i sentieri che avrei tracciato io, sentieri che portano a Roma, da Aurelio De Laurentiis.

    Io, però, dopo domenica sera, dopo quell'aggressione nel post Parma-Napoli (guardate il video sotto l'articolo, vi prego, guardate cosa ci spacciano per aggressione), dopo quel gesto sconsiderato, frutto di nervosismo e delusione, sono molto preoccupato. Ci penso da tre giorni, a quell'esplosione di nervi, sto tentando di trovare un motivo, di attribuire a quel bavero di tifoso strappato con forza un significato. Sta per saltare il banco? Vuoi dire che la sconfitta di Parma ha pregiudicato definitivamente il nostro mercato estivo? Benitez verrà esonerato e salterà tutto il progetto per la gioia di tutti i nostalgici di Mazzarri (fatevi curare, ma da uno bravo)? Rispondimi Boris, ti prego. Secondo te il nostro presidente si è reso conto che più di così non si può crescere e quindi non sa più dove sbattere la testa? Vuoi dire che quel tifoso che esprimeva disappunto fuori dal Tardini ha colto nel segno, che più di prendere a schiaffi la banda Bassotti non possiamo fare? E dunque è per questo che il Presidentissimo ha sbroccato?

    Credimi, caro Boris, questo pezzo avrebbe preso delle pieghe ben più tragiche, credimi che ero davvero preoccupato, silenzioso, da giorni non parlavo più di calcio e riflettevo, fino a questa mattina, intorno alle 12, quando alla radio ho sentito uno stralcio del servizio andato in onda ieri sera durante il programma "Le Iene". Il nostro presidente (di seguito "P") intervistato da tale "Moralizzatore" (di seguito "M") ha risposto ad alcune domande su quanto accaduto domenica sera.

    M: "Presidente lei è davvero pentito?"

    P: "Io quando mi pento, mi pento, punto" ... "Eravamo solo due tifosi che si sono confrontati"

    M: "Eh no, lei è un presidente!"

    P: "No, quando esco dallo stadio io sono un tifoso"

    M: "Promette che non menerà più un tifoso?"

    P: "Vedremo"

    Capisci che mi ha cambiato la giornata vero? Dove lo troviamo più un uomo così sfacciatamente vero da non escludere che possa anche riaccadere quanto successo in terra emiliana? Lui quando esce dallo stadio è soprattutto e solo un tifoso. Musica per le mie orecchie. Avete capito? Quando esce dallo stadio, lasciatelo stare, perché morde, anzi lasciatelo dentro allo stadio insieme agli ultras, per motivi di sicurezza, fatelo uscire solo un volta gestito il deflusso di gente immediatamente dopo il novantesimo. Lo criticate, desiderate sceicchi, americani, petrol-dollari e alieni. Io mi tengo lui. Uomo vero, capace di esternare i suoi umori e le sue sensazioni, magari sbagliando. Io comunque mi tengo lui. Perché il buon Mansour, una volta stanco del suo bel giocattolino, lo venderà senza farsi scrupoli al miglior offerente, chiunque esso sia. Lui no. Lui è tifoso, napoletano. "Nemo profeta in patria", ecco qual è il vero problema. Lui viene criticato soprattutto perché viene riconosciuto come uno di noi, non come un oggetto esterno alla napoletanità. Questo, inconsciamente, lo sanno anche i suoi detrattori.

    Comunque, Boris, ti ho scritto per avere da te parole di conforto, ma stendendo queste righe, ascoltando "l'Aurelio sfacciato" alla radio, mi sono reso conto che sono molto più sereno. Il Nostro è in gran forma, altro che banco che salta e momento di massima gloria raggiunta. Siamo guidati da uno che, quando perdiamo, si incazza come e più di noi, siamo in buone mani, amico mio. Forza Napoli sempre. Adesso ho capito; è soprattutto per questo che, alla domanda dell'amico virtuale Ernesto Napolitano "Scusate, ma secondo voi perché esiste un movimento #InRafaWeTrust e non anche uno in #InDeLaWeTrust?" posta qualche tempo fa in un gruppo del quale facciamo parte entrambi, ho risposto subito e senza alcuna esitazione: "#iostocolpresidente". #ADL, naturalmente.

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