#LapacediCiro, il prossimo anno tutti uniti per lui

Un mese fa Ciro Esposito ci ha lasciati. ExtraNapoli propone al Napoli e alla Roma di intitolargli un trofeo: una giornata di festa, tifo e partite tra azzurri e giallorossi, dai pulcini alla prima squadra. Lo dobbiamo a lui e alla sua famiglia
  • di Boris Sollazzo

    Leggo Luca Di Bartolomei sugli assenti al funerale di Ciro sul Corriere dello Sport. E capisco. Leggo per l'ennesima le parole di Antonella Leardi. E capisco. Leggo le parole dell'associazione “Core de Roma” o di Airc 1971. E capisco.

    Come dice la mamma di Ciro, lei e la sua famiglia ci hanno reso orgogliosi, ora tocca a noi: che Antonella e Gianni siano fieri dei loro tifosi. E allora, non possiamo far sì che questa morte folle, ingiusta, maledetta rimanga lì, vana. Dobbiamo fare qualcosa.

    Ci ho pensato a lungo, ci abbiamo pensato a lungo. Roma e Napoli sono due città, due culture, persino due squadre che hanno più in comune di quanto ci sia a dividerle. Ma non voglio un nuovo gemellaggio: sarebbe antistorico, anacronistico, irrealizzabile. E forse inutile: Ciro deve restituirci i valori del rispetto dell'avversario, della gioia di prendersi in giro e non andare oltre i limiti. Non deve essere “solo” un ricatto morale che imponga a due tifoserie un legame che forse non desiderano. Se si tornerà gemelli, dovrà essere qualcosa di naturale.

    E allora cosa fare?

    Ogni anno, il 25 giugno, dedicare una giornata intera a Ciro Esposito. Una sorta di Ciro Cup, o Trofeo Ciro Esposito. Le uniche due contendenti? Roma e Napoli. Sempre e solo loro, ogni 25 giugno. Iniziando alle 11 del mattino, dodici ore di calcio e tifo, fatte di partite delle giovanili, di match tra rappresentative di quartieri delle due città (Scampia- Magliana, contro ogni stereotipo, per esempio), di tifosi, di vecchie glorie. E la sera, le due squadre principali.

    Con Benitez a guidare la Roma e Rudi Garcia il Napoli. Con Strootman che, magari, gioca un tempo con la maglia del Napoli. Unico obbligo: il terzo tempo e settori aperti a tutti. Mescolarsi, conoscersi, smettere di avere paura o provare rabbia l'uno contro l'altro.

    Azzeriamo tutto: la curva Sud a Roma-Cagliari, l'assenza di rappresentanti del tifo giallorosso ai funerali di Ciro a Scampia, la partita-guerriglia del 2001. A me basta che molti giallorossi abbiano cercato, nel primo caso, di fermare gli idioti che davano solidarietà e cantavano cuori per un presunto assassino e, nel secondo, mi basta quell'amico, lupacchiotto da sempre, che ha preso la sua Panda ed è andato a salutare quel ragazzo, che aveva l'età del suo fratello minore. Da solo, con la sua sciarpa giallorossa.

    Lo chiedo a Luca di Bartolomei, a James Pallotta, ad Aurelio De Laurentiis. Ma anche a Francesco Totti e Gonzalo Higuain, a De Magistris, che era lì in mezzo alla gente a piangere un suo giovane cittadino, e persino a quel Marino che sembra non azzeccarne una. Lo chiedo a Giuseppe Giannini e Beppe Bruscolotti, ai fratelli Cannavaro, a Daniele De Rossi e Dries Mertens, a Goekhan Inler e Florenzi, a Pepe Reina e Morgan De Sanctis. Aiutatemi, aiutateci a realizzare questo progetto. Lo dobbiamo a Ciro.

    Dimostriamogli che abbiamo capito.

    E fatelo mandando una frase per Ciro a extranapoli@gmail.com. Dichiarando, alla fine, di sostenere l'iniziativa #LapacediCiro. Che sarà anche il nome di quella giornata. Con tutti i vostri dati.

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