"Gonzalo Higuaìn è ideale come rifinitore"

Chi conosce bene Higuaín è convinto che possa rendere bene anche da seconda punta, come spesso è stato impiegato in passato, sia al River Plate che al Real Madrid
  • di Antonio Moschella

    Eduardo Abrahamian è sconosciuto fuori dall’Argentina ma nell’ambiente calcistico di Buenos Aires è uno dei migliori a lavorare con i giovani. Durante il suo periodo di allenatore degli esordienti del River Plate ha scoperto e poi lanciato prima Javier Saviola, poi Maxi López e, per ultimo, Gonzalo Higuaín: “Ricordo quando vidi giocare per la prima volta i figli del Pipa (Jorge Higuaín n.d.r.). Entrambi dicevano di essere attaccanti centrali, ma Gonzalo dimostrò da subito di avere più tecnica e che amava partecipare alla manovra”. Nei primi anni al River, a partire dal 1998, l’attaccante azzurro faceva reparto insieme a Marcelo Vega, suo coetaneo. E il suo ruolo, nel 4-4-2 classico di Abrahamian, era o quello di ‘enganche’, ossia mezzapunta, o di seconda punta. Poco a poco Gonzalo cominciò anche a crescere fisicamente e, verso i 13 anni, dopo aver inanellato ottime prestazioni a suon di gol, fu spostato in avanti.

    Vega, che ricorda come poco a poco il Pipita lo superò in bravura fino a diventare professionista prima di lui, giocava da centravanti puro e adesso si diletta nel calcio a 5. Con Higuaín ha condiviso tanti momenti dentro e fuori dal campo dai 10 ai 17 anni, quando le loro strade si divisero e il Pipita esordì in prima squadra. I due giocavano insieme in attacco e Vega, prima punta, ricorda i numerosi assist fornitigli dall’attuale numero 9 azzurro: “ Giocava alle mie spalle e agiva da rifinitore. Credo che, nonostante oggi sia un centravanti, sia un giocatore perfetto per giocare come seconda punta e con un punto di riferimento avanti a sé”. In effetti, fino ai 13 anni, Abrahamian lo impiegava principalmente come numero 10. “Gonzalo amava partire da dietro, ma poi lo spostai in avanti perché iniziò a fare tantissimi gol. Si tratta di un calciatore letale negli ultimi 16 metri, ma non per questo deve essere considerato solamente un centravanti” ripete Abrahamian, che sottolinea che una delle sue caratteristiche principali è creare lo spazio ai compagni e dettare il passaggio, “ Oltre a fare l’elastico è anche capace di associarsi con chi gioca in area”. Non a caso la sua storica doppietta segnata al Boca Junios con la maglia del River la realizzò da seconda punta al fianco del centravanti Ernesto Farías.

    Higuaín giocava così anche nel Real Madrid, come ben ricorda Fernando Gago, che arrivò insieme a lui al club spagnolo nel gennaio 2007: “Nel Real Gonzalo ha dovuto convivere con gente del calibro di Van Nistelrooy, Raúl e Huntelaar, tutti centravanti, ma riuscì lo stesso a farsi valere grazie ai suoi ottimi movimenti attorno alla prima punta che creavano superiorità. A volte si è perfino adattato a giocare come attaccante esterno”. Gago, legato da una profonda amicizia con l’attaccante del Napoli, sottolinea come anche in nazionale Higuaín giochi più al servizio della squadra: “Con Messi e Agüero gli spazi in area sono ridotti e dunque occorre decentrarsi e Gonzalo ha dimostrato di saper svolgere questo ruolo perfettamente. È un eccellente goleador ma anche un ottimo assistman”.

    Fonte: Il Mattino

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