Da fenomeno a bidone, l’incredibile parabola di Dries Mertens

L’infortunio di Insigne ha gettato ombre sulle abilità del belga, che invece merita fiducia: un po’ di vittimismo in meno farebbe bene alla piazza napoletana
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    di Domenico Zaccaria

    Dal “deve partire titolare” al “non può sostituire Insigne”. Dal “è assurdo tenere in panchina uno così” al “Benitez dovrà inventarsi qualcosa lì a sinistra, magari avanzando Mesto”. Nel calcio, si sa, l’equilibrio nei giudizi è una cosa rara. Ma quello che è accaduto negli ultimi giorni sul conto di Dries Mertens sfiora il grottesco. In pochissimo tempo, l’esterno belga è passato dal ruolo di imprescindibile a quello di inadatto: “colpa” dell’infortunio di Insigne che, in linea teorica, gli consegna una maglia da titolare almeno da qui a gennaio. Il problema è che, in molti casi, coloro che chiedevano a gran voce un maggiore utilizzo di Mertens sono gli stessi che ora tremano all’idea di vederlo in campo per 90 minuti. Sulla minore propensione a difendere del belga rispetto a Lorenzo siamo tutti d’accordo, il che costringerà Benitez a rivedere gli equilibri, magari coprendo le spalle a Dries con un terzino più difensivo di Ghoulam (Britos?); ma da qui a dire che l’infortunio di Insigne è “una tragedia” perché il Napoli “non ha un sostituto in rosa” ce ne passa. Ci siamo già dimenticati degli 11 gol segnati da Mertens lo scorso anno? E delle ottime partite giocate dal belga anche quando partì dal primo minuto (Verona e Sampdoria, ad esempio)? Forse chiedere un minimo di equilibrio nei giudizi è troppo; ma sotto il Vesuvio sembriamo specializzati in un’altra arte: quella del vittimismo a tutti i costi. Diamoci tutti una calmata. E diamo fiducia a Dries. Anche perché al suo primo gol saranno in molti a dire: “L’avevo detto che doveva giocare di più!”.

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