Sveglia, Insigne!

Lo scugnizzo azzurro deve trovare la quadratura del suo cerchio per non perdere il posto in campo con un Mertens così. Ed evitare preziosismi meramente estetici.
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    di Antonio Moschella

    Un colpo di tacco. Un tentativo di tunnel. La solita sterzata all’interno. Il solito tiro a giro che si perde sul fondo. Questi i gesti ‘tecnici’ proposti oggi da Lorenzo Insigne. Roba già vista.Troppo spesso. A parte un sinistro sbilenco per cercare il 3 a 0 che qualche raccattapalle ha dovuto raccogliere quasi in curva. A Lorenzo non ha giovato la pausa natalizia.

    Dries Mertens, mattatore nella vittoria per 2 a 0 sulla Sampdoria, da un paio di mesi ha messo la freccia e adesso ha praticamente soprassato Insigne nelle gerarchie di Benitez, che ha fortemente voluto il belga in estate. L’ex PSV è il diretto concorrente del giovane napoletano. Entrambi amano partire da sinistra, nonostante l’allenatore spagnolo provi anche ad utilizzarli a destra. E anche sull’altro out Mertens dimostra di avere una marcia in più. Sarà solo l’esperienza o c’è qualcos’altro?

    La crisi di Lorenzo è dovuta anche alla mancanza di gol in campionato. Praticamente il numero 24 azzurro non mette a referto una rete in A dal 21 aprile 2013, quando una fortuita deviazione permise al pallone da lui calciato di infilarsi nell’incrocio della porta di Agazzi, per un 2 a 1 che seppe di secondo posto. Solo gol pesanti per Iui, che quest’anno ha illuminato il San Paolo con un’opera d’arte contro il Borussia. Gol pesanti, dicevamo, ma pochi. Pochissimi.

    Insigne deve trasformare l’energia negativa in positiva e maturare mentalmente. La concorrenza sana è un bene per il Napoli e lui fa parte di una squadra che fa delle rotazioni uno dei suoi principi. Giocarsi il posto con Mertens deve essere per lui uno stimolo. Il belga è nel giro di una delle nazionali oggigiorno più concrete. Mica poco.

    E allora, sveglia Lorenzo. Il gol arriverà. Adesso testa bassa ( ma non in campo) e pedalare. Il Napoli ha bisogno della tua miglior versione, quella dello sfrontato scugnizzo che sul terreno di gioco deve guadagnarsi il pane. E che non vive di ricordi.

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