AAA cercasi bandiera (azzurra) disperatamente

Il Napoli deve completare il suo organico societario. In Europa chi vince ha dei "monumenti" dietro le scrivanie, ma trovare il candidato ideale non è semplice.
  • di Francesco Albanese

    Ho letto con attenzione il pezzo di Francesco Pacifico e il suo invito ad Aurelio De Laurentiis a dotarsi finalmente di un dirigente in grado d’interloquire con le istituzioni del calcio e non solo. In effetti questo tipo di figura manca da un po’ al Napoli. L’algido Fassone, per esempio, non aveva certamente il profilo tracciato da Pacifico, mentre il plenipotenziario Marino concentrava fin troppe deleghe. Forse per trovare una figura analoga bisogna risalire al tempo di Ottavio Bianchi seduto dietro alla scrivania (quello che portò Lippi tanto per capirci) o più indietro ancora all'epoca di Antonio Juliano general manager. Bianchi e Juliano, ciascuno con i suoi limiti, avevano il pregio di essere persone stimate e capaci. Gente perbene, si sarebbe detto un tempo, che godeva di un’apertura di credito presso la piazza partenopea in virtù di quello che erano stati capaci di fare quando indossavano i pantaloncini (entrambi) e quando allenavano (Bianchi). In fondo avere una "bandiera" in società è pratica diffusa. Le quattro semifinaliste della Champions di quest'anno hanno uomini simbolo in ruoli chiave delle società. Il responsabile delle relazioni istituzionali del Real Madrid è tale Emilio Butragueno (123 gol con i blancos, anzi 122 poiché uno lo abbiamo rimosso tutti), alla Juventus c'è Pavel Nedved che certo non si limita ad offrire il caffè Borghetti a Marotta sugli spalti dello Stadium. E ancora a Barcellona fino a poco tempo fa dettavano legge Zubizarreta, Beguiristain e pure Puyol, mentre a Monaco di Baviera non si muove foglia che Rumenigge (e Beckenbauer) non voglia. Adesso trovare tutti questi illustri ex in salsa partenopea non è impresa agevole, anche perché poi alla fama vanno unite le competenze. Se togliamo dalla corsa "Isso" (i motivi sono fin troppo evidenti), chi resta? A mio giudizio un profilo interessante poteva essere quello di Morgan De Sanctis, ma la sua longevità sportiva, per giunta romanista, lo colloca su un binario morto. Allora chi? Gianluca Grava è senz'altro persona che merita, ma l'impressione è che sia più uomo di campo che non da stanza dei bottoni. Del Napoli degli scudetti non sembrano esserci nomi spendibili, mentre un'opzione interessante potrebbe essere rappresentata da Taglialatela che ad Ischia si sta facendo le "ossa". La verità è che servirebbe qualcuno di statura internazionale, un poliglotta. Insomma gli indizi porterebbero tutti a Pepe Reina se però il suo talento non ci servisse maledettamente in campo e nello spogliatoio. Stefan Schwoch ha un dna troppo vicentino, mentre Laurent Blanc ha scelto di fare altro nella vita. A pensarci bene uno col curriculum giusto ci sarebbe pure: ex campione d'Italia, frequentatore di salotti buoni, belle cravatte. Peccato si chiami Massimo Mauro. Al fine non scoraggiamoci, qualcuno troveremo. Gli interessati si facciano avanti, no perditempo. 
     

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