Napoli, Benitez e una pesante eredità

Il tecnico spagnolo non lascia macerie come afferma qualcuno, ma al suo successore toccherà un lavoro duro.
  • di Domenico Zaccaria

    Ci ha fatto vincere due coppe in due anni, mica male per il nostro tutt'altro che ricco palmares, ma al contempo ha ereditato una squadra in Champions e ha fallito per due volte consecutive la qualificazione alla massima competizione continentale. Il giudizio sul biennio napoletano di Benitez non può prescindere da queste due considerazioni,  destinate inevitabilmente a dividere la piazza tra rafeliti  ("ci ha fatto vincere") e non ("in campionato ha fatto meno di quello  che poteva fare"). C'é però un problema innegabile che il partente Rafa si lascia alle spalle, forse ancora più grave del danno economico dovuto alla doppia, mancata qualificazione in Champions: lo scollamento tra la tifoseria e la squadra. Dell'imborghesimento del pubblico del San Paolo, una volta capace di trascinare gli azzurri anche nei momenti più difficili della serie C, si é scritto tanto, anche su questo sito; così come si è evidenziato che le colpe del clima che si è creato sono da ascrivere prima di tutto agli stessi tifosi - convinti troppo spesso di seguire il Real Madrid o la Juve e non il Napoli - e in secondo luogo alle promesse estive di De Laurentiis. Ma al contempo è innegabile che anche l'atteggiamento della squadra di Benitez abbia finito spesso per indispettire un pubblico abituato più di altri a pretendere "la maglia sudata",  forse in misura ancora maggiore della vittoria; perdere ci sta: perdere senza dare l'impressione di aver lasciato tutto in campo, ci sta molto meno. Soprattutto a Napoli. E questo non lo hanno capito i vari Callejon e Higuain, ma prima di tutti non l'ha capito Benitez; che, fedele fino alla morte alle sue convinzioni,  ha continuato a prendere sotto gamba impegni invece importanti per i tifosi (Bergamo lo scorso anno, Verona questo), ha continuato a puntare sempre sullo stesso modulo, a fare sempre gli stessi cambi negli stessi minuti e a non dare mai l'impressione di riuscire a raddrizzare partite nate male. Quasi come a dire: "Oggi i miei sono entrati in campo con la testa da un'altra parte, che ci devo fare?". Ecco cosa si lascia alle spalle Benitez dopo il suo biennio: una società sicuramente più internazionale  (ma a che serve se non siamo in Champions? ) e due coppe che sarebbe grave sottovalutare, ma anche un bel danno economico per le due mancate qualificazioni e un rapporto tra società/squadra e tifosi davvero ai minimi termini. Chi sostiene che "ora va via lasciando macerie" sicuramente esagera; ma chi arriverà al posto suo dovrà mettere a posto più di qualche crepa

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