Il pagellone di Fiorentina-Napoli

Una vittoria di carattere e sacrificio, stiamo tornando grandi. Anzi, forse stiamo migliorando come solidità, maturità e voglia di vincere anche rispetto allo scorso anno. Ora la sosta non ci "ammosci", la rincorsa è cominciata
  • giornalettismo

    Tre punti d'oro per i nostri beniamini che, sfruttando i passi falsi delle dirette avversarie, si installano al terzo posto in solitaria. Grande prova di maturità: il Napoli soffre contro una buona Fiorentina, ma sa portare a casa una vittoria che, probabilmente, cambia il verso di questo campionato.

    Rafael 6; Maggio 6.5, Albiol 7, Koulibaly 7.5, Ghoulam 6; Jorginho 6.5, Lopez 7; Callejon 6.5, Hamsik 6.5, Insigne 6; Higuain 7.5.

    Mertens 6.5, De Guzman 6.5, Henrique sv. 

    Benitez 7

    Nello Del Gatto e Antonio De Luca 10 (con loro a guardare il Napoli, si soffre, si vince e non si prendono gol)

    Al Franchi gli azzurri danno la risposta che ci aspettavamo. Vincono e convincono, con un gioco che dal secondo tempo a San Siro contro l'Inter è diventato quello che vuole Rafa Benitez, che da allora non sbaglia una mossa. Sanno, i nostri, andare contro ogni sfortuna che prima ci bloccava su risultati insoddisfacenti. Il primo tempo ci regala la solita messe di occasionissime non realizzate - almeno cinque, tra cui un capolavoro di dribbling del Pipita - e un infortunio, quello di Lorenzo Insigne, che rischia di privarci del nostro piccolo fenomeno fino al prossimo anno. Una disdetta, visto la forma straordinaria del Magnifico, ma i ragazzi dovranno continuare a giocare alla grande anche per lui. Le buone notizie sono un Rafael che regala un'altra parata decisiva, un Koulibaly che salva al 92' su tiro di Pasqual ed è come se segnasse la rete del raddoppio, un David Lopez che studia da Mascherano, anche senza il Mascherino Gargano accanto. Persino Christian Maggio sembra tornare quello degli inizi napoletani. Jorginho ci mette una grinta inusuale che unisce a una lucidità degna dello scorso campionato, De Guzmàn è fondamentale per dinamismo e voglia nei suoi venti minuti. E, udite udite, Raul Albiol, tranne un rinvio svirgolato degno di Inler, torna se stesso. 
    Sono tutti così bravi che davanti non devono fare i fenomeni, anche se Hamsik e Callejòn fanno un ottimo lavoro. Pure Dries Mertens piano piano ci fa intravedere la trottola scatenata della passata stagione.
    Tutto il resto è Gonzalo Higuain: fallisce di un nulla due invenzioni delle sue, poi la mette dentro d'opportunismo e potenza nell'azione più "ignorante". Dobbiamo imparare a realizzare anche le azioni più "sporche", bene così.

    (Francesco Albanese, Dario Bevilacqua, Tania Sollazzo, Domenico Zaccaria, Nello Del Gatto, Antonio De Luca, Boris Sollazzo)

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