Napoli-Chievo, non chiamatela partita facile. L'anticipo in 5 clic

Perché Verona è sempre Verona, anche quando si incontrano i cugini
  • di Boris Sollazzo

    Cinque ricordi di una partita che ho sempre sofferto poco.

    1. Napoli-Chievo è Eugenio Corini. Che a Napoli giocò pure discretamente e un giorno si fece espellere a Parma: era il peggiore in campo, si portò un ducale con lui nello spogliatoio e vincemmo. Un vero regista si vede anche dai fuori campo.

    2. Napoli-Chievo è Walter Mazzarri: con i veronesi piccoli piccoli ci ha fatto capire perché non sarebbe mai diventato un big della panchina, con un 1-3, altri gol non ne hanno fatti al San Paolo nella loro storia. Là capimmo che sarebbe rimasto solo un ottimo allenatore. Che il meglio l'ha già dato. A Napoli.

    3. Ma Napoli-Chievo è anche un gol di Cannavaro, Paolo, che a me, chiamatemi pure sentimentale, manca. Mi sa che era lo stesso 1-3. Vabbé, capitano, rimani e torna a giocare. Ma a Bergamo.

    4. Lo so che quella è Chievo-Napoli, ma quelle maglie mi ricordano il primo gol in campionato di Gonzalo Higuain. Per vederlo ero fuggito dal matrimonio della mia migliore amica. Da lì ho capito che l'avrei amato quanto Careca.

    5. Ok anche quello è un Chievo-Napoli, ma poco importa. Per più di due anni dove si giocava non contava: perdevamo comunque. Chievo per me è Fideleff: un’ora più che buona, io che mi pregusto un buon acquisto, poi il crollo fisico. Cinque minuti in cui cammina invece di correre e perde lucidità come a me è successo solo davanti a Natalie Portman. Mazzarri non se ne accorge, gol. Il giorno del turn-over più demenziale della storia.
    Ora l'Alain Prost biondo e capellone gioca in Israele. Ma lì in difesa da noi non è migliorato nulla.

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