Grazie Paolo Cannavaro, cuore mio. Cuore di Napoli

Alla faccia dei leoni da tastiera ottusi e che non meritano di essere chiamati tifosi, noi vogliamo ringraziare Paolo Cannavaro. Perché essere napoletani è anche avere la grandezza di giocare a tutta contro l'amore della propria vita. Per renderle onore
  • di Alessio Capone

    Grazie Paolo Cannavaro, grazie. Grazie per tutti i video che hai pubblicato mentre cantavi cori e canzoni della tua terra, con compagni di squadra divertiti ai quali hai portato un po' della tua cultura.

    Lì, eri un grande, oggi sei una merda.

    Vai oltre, non ti preoccupare, faranno pace con il loro cervello, o forse no, ma tu non ti preoccupare.

    Grazie perché, in un campionato fatto di veleni, farse, sospetti e inganni, tu sei stato uno squarcio di credibilità, con il tuo capoccione all'ultimo minuto.

    Grazie perché con quel salvataggio al novantesimo non ti sei scansato e tanti saluti alle grandi succursali e ai servi, alle loro formazioni e prestazioni improponibili. Il tuo compagno Berardi compreso.

    Grazie perché con il tuo gesto hai reso credibile il tuo campionato e anche il nostro, quello della squadra del tuo cuore.

    Grazie perché con quella spizzata all'ultimo respiro, con quella deviazione maledetta hai onorato la tua maglia, ma anche la nostra: quella che hai indossato con orgoglio e che hai svestito con dispiacere. Non solo, hai onorato anche una carriera, la tua, e uno sport intero mostrando quei valori che sempre meno si vedono, ma che non moriranno mai.

    Quando pubblicavi i video eri l'animaletto simpatico da mostrare al pubblico che difendeva la città e una cultura che guai anche solo a pensare di criticarla per qualche aspetto. Oggi, invece, sei un traditore per chi difende la città con slogan e hashtag sterili e privi di ogni sentimento.

    Tu hai difeso una città e uno sport.

    Grazie core mij.

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