Cara Repubblica, cosa c’entrano gli hooligans del Feyenoord con Genny 'a carogna?

Un articolo pubblicato oggi sul quotidiano tira in ballo ancora una volta i fatti del 3 maggio. Con la consueta ricostruzione dei fatti parziale e caricaturale che non ci stancheremo mai di denunciare
  • italia-24news.it

    di Domenico Zaccaria

    E’ passato quasi un anno da quel maledetto 3 maggio che costò la vita a Ciro Esposito. Eppure i tifosi del Napoli non riescono ancora ad ottenere giustizia: e parliamo di giustizia morale, s’intende, di una ricostruzione reale e non caricaturale dei fatti; perché dell’altra giustizia, quella penale, se ne occuperà chi di dovere. Ogni occasione è buona per tirare fuori – spesso a sproposito - gli avvenimenti di Roma e le drammatiche ore che precedettero la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina: e per riproporre quella lettura unilaterale, parziale e fuorviante della vicenda che noi di extranapoli non ci stancheremo mai di denunciare. Sulla Repubblica di oggi a pagina 14, un articolo a firma di Carlo Bonini sulle devastazioni nel centro di Roma che hanno visto protagonisti i tifosi (?) del Feyenoord recita testualmente: “Un anno fa, finale di coppa Italia Napoli-Fiorentina, il prezzo fu la genuflessione dello Stato a Genny 'a carogna in diretta televisiva. Perché ‘non farlo’, si disse, ‘avrebbe esposto Roma a una notte di guerriglia”. Ecco, ci risiamo. Ecco tornare il mito di Genny che tiene in scacco un intero stadio; dimenticando (?) che negli stessi minuti stava avvenendo la stessa e identica cosa nella curva occupata dai tifosi della Fiorentina; dimenticando (??) che pochi giorni fa i giocatori del Parma sono stati chiamati a rapporto dagli ultras, sempre in diretta televisiva. Omettendo un piccolo particolare: che i tifosi del Feyenoord hanno messo per due giorni a ferro e a fuoco un’intera città, devastando il centro e urinando sui monumenti; e che invece i tifosi nel Napoli mantennero, dentro e fuori lo stadio, un comportamento ineccepibile dopo essere stati vittime di un agguato senza precedenti nella storia del calcio italiano. E infatti l’articolo prosegue così: “Ieri, in campo dè Fiori e piazza di Spagna, ci si è acconciati a sopportare lo sfregio della nostra Bellezza. ‘Perché caricare alla prima offesa’ al capolavoro di Bernini ‘avrebbe messo a rischio l'incolumità di centinaia di turisti a spasso per il centro”. Giusto, in relazione ai fatti di ieri. Ma perché tirare fuori il 3 maggio? Cosa avrebbero dovuto fare quella sera le forze dell’ordine, caricare l’intera Curva Nord dell’Olimpico? Insomma, non c’è niente da fare: nell’immaginario collettivo di molti, anche e soprattutto a causa di una ricostruzione fuorviante dei fatti operata dai media, la tragedia di Roma    ha avuto un unico, grande protagonista: Genny 'a carogna. Il nodo centrale della vicenda resta il dialogo tra Hamsik e l’ultras, non tutto il resto: non le pistole, non un piano sicurezza a dir poco lacunoso (per il quale ovviamente nessuno ha pagato), non il comportamento responsabile dei 20mila napoletani presenti all’Olimpico. Tutto questo è vergognoso: e noi di extranapoli non ci stancheremo mai di denunciarlo.

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