I dieci orgasmi che ho avuto grazie a Napoli-Roma

La prima volta che sono venuti al San Paolo, hanno perso la Coppa Italia. La seconda, lo scudetto. Visto che siamo galanti, un altro invito a cena ai nostri avversari lo faremmo. Cronache da una notte di piacere sfrenato
  • di Boris Sollazzo

    Ammetto di aver esagerato. Sì, se il trionfo in Coppa Italia contro i giallorossi mi ha dato l’estasi, questo uno a zero azzannato con rabbia, fatica e un po’ di fortuna mi ha fatto proprio godere. Parlo di piacere fisico. Per la precisione io in 90 minuti più recupero e commenti, ho avuto dieci orgasmi.

    P.S.: il seguente elenco non è consigliato a romanisti poco inclini all’ironia (secondo gli ultimi sondaggi il 97,9 %). Che l’ultima volta che ho provato a ridere con innocenti battute e sfottó – a loro piace solo il raffinato umorismo di “Vesuvio lavali col fuoco”, c’è da capirli – sono stato oggetto di un linciaggio in cui hanno minacciato di farmi perdere verginità fino ad allora a me sconosciute, hanno insultato la mia famiglia e la mia povera mamma, risalendo fino alla sesta generazione, infine la maggioranza si augurava pure che io morissi (quasi tutti speravano che io decedessi gonfio, precisamente).

    1. Blerim Dzemaili, commosso per l’infortunio di Strootman, decide di riequilibrare le sorti del match. Come? Gioca per i giallorossi. E ci riesce benissimo. Così tanto che quando al posto suo entra Henrique, il mitico sosia di Donadel sembra Pirlo. E vedere il biondo sembrare un giocatore di calcio, mi ha emozionato. Sì, anche in quel senso.

    2. Avevamo già capito che la lavatrice Strootman teneva qualche problema. Un mese fa buttava acqua, lato curva. Per carità, uno sputo, ma era già un segnale preoccupante.
    In questo caso niente orgasmo – anche perché Taddei è davvero troppo brutto per alimentare qualsiasi fantasia –, ma chi si lamenta dei fischi all’olandese calante, si ricordi il suo gesto vergognoso in semifinale di Coppa Italia.

    3. Benitez disperato: ha scoperto ieri che non ci saranno altre partite contro la Roma. Che, diciamolo, sa eccitare i nostri come nessuna altra squadra. Con i capitolini sanno metterla dentro – l’area, cosa avete capito? – persino Maggio e Ghoulam.

    4. Callejón sì che è uno che usa la testa. Perché ci vorrà pure un fisico bestiale per conquistarmi, ma quanto sta bene quel pallone, José mio, “in fronte a te”.

    5. La prima volta che sono venuti al San Paolo, hanno perso la Coppa Italia. La seconda, lo scudetto. Io, che sono galante, un altro invito a cena ai nostri avversari lo farei.

    6. Questa squadra quando ha un grande Ghoulam, non deve aver paura di nessuno. Lo riconoscono anche gli avversari: prendi l’ex, Morgan De Sanctis, che ha un posto in prima fila per vedere l’incornata di Calletì. Se ci fate caso alza il braccio, poi lo piega elegantemente all’indietro, e si capisce benissimo che inneggia all’algerino, con un sonoro VaffanGhoulam.
    Quel momento, lo ammetto, mi ha provocato un godimento selvaggio.
    E sentirli lamentare anche di più: devi avere Ghoulam per vincere, si sa. Ghoulam, d’altronde, aiuta gli audaci.

    7. Pepe Reina con quella faccia e quel nome già sembra un attore di un film di Bigas Luna. Di quelli in cui il genio e il desiderio si uniscono, in cui il protagonista deve tenere a freno la carica erotica. E soprattutto eroica, perché ieri il nostro sembrava Mister Fantastic, si allungava ed espandeva per prenderle tutte. Ma quando uno con la faccia di Fernandez ti provoca, con i suoi interventi difensivi, urla prolungate come quelle di Meg Ryan in Harry ti presento Sally, allora il piacere diventa spudorato. E tu capisci di aver perso ogni freno.

    8. Ieri ero così annebbiato dalla gioia che persino Pandev mi è sembrato bello.

    9. Ieri notte ascoltavo le radio romane. Davano a Benitez del “ciccione”, del “torero Camomillo”, insultavano Callejón e De Laurentiis, piangevano a dirotto, dando la colpa a chiunque, tranne che a se stessi. Li capisco, quando uno fa cilecca, prima sostiene di essere stanco, poi di aver mangiato male, infine che forse la partner non gli piace abbastanza. Poi c’è il momento della negazione. Devo dire che a me ha fatto godere parecchio anche questo.

    10. Andavano espulsi Taddei e Maicon. Ma Rocchi ha subito capito che questa era la partita dell’amore, che tutti dovevano rimanere a godersi la vittoria azzurra fino alla fine. Prendete Ljajic, Maicon e Romagnoli: tipici guardoni. Nell’azione del gol si sono nascosti bene per godersi al meglio quel capolavoro.

    Conclusioni - La chiesa al centro del villaggio ha preso due belle botte. Mi sa che la spostano in periferia. La lavatrice, che pure era in garanzia, sa solo buttare acqua. De Rossi si è dato al pugilato, Maicon prima ai tuffi e poi alla pallavolo.
    Loro continuano a dire “abbiamo dominato” con la stessa tenera ostinazione con cui per una settimana si sentivano in tasca uno 0-2 o “al massimo un pareggio” che tanto come diceva Rudi Garcia “la pressione era tutta su di noi”.

    P.S.: non ho scritto Riomma né latrina, ma sono sicuro che troverete qualcosa a cui attaccarvi, romanisti miei, mascherati e non (in fondo è appena finito Carnevale, la festa non Andrea). Uno spunto per insultarmi e farmi godere di più lo scoverete. Intanto ieri, però, vi siete attaccati voi, temo.

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