Callejón, un attaccante completo

Lo sviluppo del 7 azzurro è stato graduale ma adesso è completo, racconta il suo ex allenatore
  • Di Antonio Moschella per Il Mattino

    Era l’estate 2007 e Juan Carlos Mandía prendeva il posto dello storico Michel alla guida del Castilla, la squadra primavera del Real Madrid.  Il compito non era facile, anche perché erano partiti elementi di spicco come Juan Mata, Borja Valero e Álvaro Negredo, e la permanenza in Serie C spagnola si faceva ardua.

    Ma dai primi giorni il tecnico si rese conto che aveva a disposizione un elemento con enorme potenziale in attacco: un giovane ragazzo andaluso accompagnato dal suo fratello gemello. Si trattava di José Callejón, che si distinse rapidamente da Josemi, più per i gol che per il look vero e proprio. Mandía notò immediatamente il suo passo rapido e, dovendo fare  a meno di un centravanti d’area come Negredo, elesse l’attuale numero 7 del Napoli a terminale offensivo. “All’inizio faticava a capire i tempi dei movimenti, ma un graduale allenamento mirato da centravanti di movimento permise a José di attaccare benissimo lo spazio e di farsi trovare sempre pronto in zona gol, con il quale ha ormai molto feeling visti anche i recenti risultati in Serie A”. 

    Dopo le prime difficili nove giornate nelle quali mise a segno solo un gol, una volta assimilati i meccanismi di gioco della squadra Callejón non si fermò più. “Notai che sotto porta cercava sempre le soluzioni più insidiose per i portieri”, dice Mandía, che continua: “José è un ribelle del calcio. Ribelle nel senso buono perché cerca sempre di superare i suoi limiti e non si arrende mai. Le sue caratteristiche non erano da centravanti puro, ma lui si impegnò per adattarsi a dettare il passaggio filtrante e migliorare lo scatto sul filo del fuorigioco”.

    La stagione 2007-08 del Castilla terminò con un dignitosissimo quinto posto, a un solo punto dal quarto che avrebbe permesso a una squadra di ventenni di arrivare in Serie B. I 21 gol di Callejón, sui 60 totali della squadra, furono inaspettati ma fondamentali per sognare la promozione, oltre a renderlo il capocannoniere del campionato. “José fece capire a molti compagni che con un buon allenamento tutto è possibile, anche cambiare ruolo. Per me lui può giocare indifferentemente in qualsiasi posizione dell’attacco, come ha fatto nell’Espanyol e fa ora nel Napoli”, asserisce Mandía, che giudica l’andaluso un maestro nei cambi di direzione e ne esalta la duttilità, facendo anche allusione al gioco di Benitez: “Nessuno fino ad ora ha esaltato tanto le caratteristiche di José come Benitez, uno che trae il massimo dai suoi calciatori. Facendolo svariare per tutto il fronte d’attacco, Rafa ha capito come sfruttare le immense qualità di dinamismo e concretezza che Callejón può offrire e lui è ormai un punto fermo del Napoli come lo era del mio Castilla”.

    La maturazione effettiva avvenne tra le file dell’Espanyol, dove Callejón assimilò perfettamente anche il ruolo di esterno d’attacco, che occupa tuttora. I suoi compagni durante la tappa nella squadra catalana ne esaltavano spesso l’abilità nelle diagonali d’attacco, una delle sue prerogative anche oggi al Napoli.

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