10 cose da fare prima di Napoli-Lazio

Il decalogo semiserio della settimana perfetta in vista della gara che vale una stagione
  • giornalettismo.com

    di Boris Sollazzo

    Non dormo da diverse notti. Anzi sì, ogni tanto mi appisolo mezz'ora. Sogno che Natalie Portman mi dichiari il suo amore e io le dico “no, grazie, sono sposato e poi amo Yanga Mbiwa”. Poi mi riappisolo e mi vedo con la maglia dell'eroe di Bangui in curva B. Oddio, quello forse è un incubo.
    E penso, penso, penso. Non so se riuscirò ad arrivare vivo a Napoli-Lazio del 31 maggio. O addirittura del primo giugno, se il prefetto, causa elezioni, otterrà il rinvio. O magari il 2, perché Lotito quel giorno potrebbe essere impegnato. E ho deciso che è giunto il momento che io intervenga in società. E dopo i suggerimenti sul prossimo tecnico, è giusto che io detti le regole di questa settimana. In fondo manca una figura dirigenziale, un dg pesante e pensante.
    E qualcuno quello sporco lavoro lo deve pur fare. Quindi, Rafa e Riccardo, stampate queste parole e attaccatele alle pareti di Castel Volturno. E tu, Aurelio, prendi nota.

    1. Requisire ogni fonte di distrazione. Playstation, carte francesi, miccette, computer, smartphone, tablet, soldatini, televisione, radio (che poi magari sentono presunti giornalisti fare danni). Sono ammessi solo fumetti, i dvd di Fuga per la vittoria, Ogni maledetta domenica, Il profeta del gol, Ricomincio dal terzo posto (pardon, da Tre), Febbre a 90° (che così capite che voi calciatori la Champions non la meritate, ma noi sì), Maradona by Kusturica e pure Il ragazzo della curva B. Ascoltare musica va bene, ma solo Massimo Ranieri cantato dal San Paolo. Con le carte napoletane niente scopa – che poi magari equivocate -, ok briscola e tressette. Ma se provate a giocare a traversone, come avete fatto per tutta la stagione, vi spezzo le manine. Potete giocare a tedesca, ma fate segnare Gonzalo che dalla finale con la Germania alla semifinale contro il Dnipro si è trasformato in Max Vieri.
    2. Ritiro. Da oggi. E Grava che li marca a uomo, con tutte le chiavi delle stanze attaccate alla cintura. Alle 23 a letto e porte chiuse dall'esterno. E lucchetti alle finestre.
    3. Se uno sponsor, un compagno, un dirigente fa un compleanno, al massimo offra il pranzo. Niente serate conviviali fino alle 3 di notte. La città faccia la sua parte: se li vedete addentare pure una sfogliatella riccia, schiaffetto dietro la nuca e prendeteli per le orecchie riportandoli al centro sportivo. Correndo, così smaltiscono le calorie e voi la tensione. Discoteche chiuse sera e notte, solo orari pomeridiani. Ai Club privée ci pensi De Magistris, mandi loro la Finanza. Ai privati che mettessero le loro case a disposizione dei bagordi dei giocatori azzurri siano tolti i diritti civili. Attivi e passivi.
    4. Donne avvenenti dai 16 ai 50 anni, per soli sei giorni, dovrete indossare il burka. Azzurro. Se provate solo pure a guardarli questi benedetti ragazzi, indiciamo un referendum per ripristinare il delitto d'onore. Anzi, facciamo una cosa, Grava si prende pure le chiavi di casa vostra e vi chiude dentro. Non si sa mai. Pure a qualche uomo va: a loro promettiamo un San Paolo tutto a favore dei matrimoni gay, nel caso il match andasse bene. A entrambe le categorie inoltre facciamo la solenne promessa di chiedere un calendario sexy di Higuain, Zapata e Reina.
    5. Rafa Benitez, dopo l'addio di giovedì, non può farcela da solo. Dobbiamo andare a ripescare, ovunque siano, Ottavio Bianchi, Diego Armando Maradona, Pesaola, Albertino Bigon, Luigi De Canio, Walter Novellino e Edy Reja. Con o senza lo spagnolo, li voglio tutti. Così, per ricordare ai nostri eroi che sotto i loro denti, le loro unghie, pure sotto le ascelle CSI Portici deve ritrovare il dna di tutti i giocatori della rosa della Lazio. Pure di Tounkara. E che gli dicano, i magnifici sette, che Napoli merita il loro cuore, il loro impegno, i loro crampi. E già che ci sono, esproprino a Rafa le tattiche difensive e facciano un corso accelerato di cazzimma a Henrique e Koulibaly e facciano tornare in lui Raul Albiol. Ricordino loro le gesta di Bruscolotti, Contini, Tebaldo Bigliardi, Comaschi, Fausto Pari, Luppi, Francesco Baldini, Paolo Cannavaro e Fabian Ayala.
    6. E' giusto però che non si isolino del tutto. Ci siano anche allenamenti pubblici, perché sentano tutto il nostro amore, tutto il nostro appoggio. Ne bastano due: uno al San Paolo, l'altro a Poggioreale. Nell'ordine. Ah, non ve l'avevamo detto? Se non vincete, si configurerà come un reato contro la comunità la vostra sconfitta. E lì in carcere, pure se sono vestiti da Juventini, son tutti azzurri nel cuore. Tirate voi le conclusioni. In grande amicizia.
    7. Visto l'annuncio di giovedì di Benitez e De Laurentiis, l'addio ufficializzato, non lascerei allo spagnolo la preparazione della partita. Quindi consiglio di mandare negli spogliatoi Tania Sollazzo. Sì, lo so, è alta quanto Insigne. E alcuni sessisti mi diranno che è una donna. Ma ha più palle di Higuain e Callejon, gioca meglio di Inler e Jorginho, in difesa nessuno l'ha mai vista farsi uccellare come succede a Raul Albiol e capisce di pallone più del 90% degli allenatori di serie A. E quando si incazza, dovete augurarvi di non essere voi l'oggetto della sua rabbia, soprattutto se si tratta di Napoli.
      Se fosse lei a fare il discorso prepartita, quello di Al Pacino in Ogni maledetta domenica verrebbe derubricato da monologo cult a sigla dei puffi. La corsa di Carletto Mazzone urlante fin sotto la curva dell'Atalanta sembrerebbe una passeggiata di salute, Pasquale Bruno apparirebbe come un uomo moderato dalle reazioni sobrie.
      Unica avvertenza: non portate Jonathan De Guzman neanche in tribuna, per non farli incontrare. Rischierebbe la radiazione, lei. Lui molto di più.
    8. Britos. Convochiamolo comunque. In questi giorni nessuno deve sbagliare, diminuire l'impegno, neanche bere un decilitro di vino in più. Appena uno sgarra, chiami Miguel Angel e vai con la capata. E così metti a posto i disobbedienti. Pare che Rafa voglia portarlo pure a Madrid per rimettere in riga Bale, Marcelo e Sergio Ramos quando escono fuori di capoccia.
    9. Massima stima per Andujar, che però con il caldo è tornato indietro nel tempo: alla scorsa primavera a Catania. Ci piaceva di più prima. Minima stima per Rafael, che mi preoccupa pure quando siede in panca. Ecco, allora io vi proporrei una cosa: tesseriamo Gennaro Iezzo, per una sola altra partita. Quella contro la Lazio. Ci ho parlato, ha detto di sì. Ha pure recuperato da un infortunio. Mariano, Cabral non ve la prendete. Solo che così mi sentirei più tranquillo.
    10. Parlo a voi, quelli di Varsavia. Quelli che proprio oggi girano per la capitale polacca, con la guida turistica in mano e la faccia mesta. E in tasca un biglietto per Siviglia-Dnipro, nonostante il tatuaggio del ciuccio sul gluteo destro denunci altra fede calcistica.
      Voi che avevate prenotato da due mesi la finale di Europa League, che da tre fate tabelle Champions, che da quattro pronosticate il secondo posto e “che ormai tanto sono scoppiati”. Ecco, voi stat' senz'penzier'. Ma letteralmente. Non una parola, non un fiato, altrimenti vi abboffo di mazzate. Niente pronostici, neanche considerazioni neutre sulla capigliatura di Pioli, la fede religiosa di Felipe Anderson, i contributi previdenziali di Klose. Se avete napoletani al Fantacalcio, non metteteli. Avete già fatto abbastanza danni. Anzi, fate una cosa, rimanete a Varsavia. Così, per sicurezza. Ci vediamo il primo giugno. Forse.

    Aurelio e Rafa, non avevo pensato a voi. Ma bisogna sempre stare attenti a quei due.
    Mentre io sto stilando il decalogo della settimana perfetta, voi buttate la bomba e vi dite addio, con una conferenza stampa congiunta, a un'ottantina di ore dalla partita delle partite. Spero di non dovervi perdonare perché non sapete ciò che fate. Anche perché ve lo dico subito, con la massima sincerità: nel caso, non vi perdonerò. Mai.

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