Le pagelle di Verona-Napoli 0-2. A volte ritornano

Se chiudi la partita con un gol di testa alla Bobo Vieri di Hirving Lozano su cross di Faouzi Ghoulam o sei su Chi l'ha visto o sei Gennaro Ivan Gattuso, di professione allenatore che sa fare miracoli. Un po' come Verre.
  • di Boris Sollazzo

    Ospina 6,5: più sicuro del solito, copre bene sul primo palo un tiro pericoloso, non è impeccabile sul gol annullato, ma un paio di uscite pazze delle sue - in una delle quali rischia la faccia, in tutti i sensi - ti dicono, insieme al gioco con i piedi, come un portiere appena sufficiente sia riuscito a scalzare un futuro campione. Rassegniamoci, il Napoli ha due ottimi titolari, speriamo solo che la staffetta non indebolisca entrambi.

    Vola Colombia bianca

    Di Lorenzo 6: il fenomeno del Napoli ancelottiano ora è un operaio di concetto, sempre attento e concentrato e fondamentale per gli equilibri tattici. Non ruba più l’occhio, ma matura sempre di più acquisendo mestiere e senso della posizione. E ora che sta prendendo le misure a Politano - e viceversa - forse ricomincerà anche a stupirci. Oggi fa lo stretto necessario.

    Giuseppe, il falegname

    Maksimovic 7: ancora una volta è la contraerea azzurra. Dieci cross, di cui l’80% sventati da lui, ormai gli basta prender posizione e gli avversari già si deprimono. Sbaglia qualcosa in appoggio, ma dopo due partite alla Beckenbauer ci sta che ne faccia una alla Gentile. Il serbo è l’unico calciatore al quale una lunga trattativa per il rinnovo fa bene. Se continua così, conviene annunciare l’allungamento del contratto a maggio 2021.

    Maksimovic risultato con il minimo sforzo

    Koulibaly 6,5: non sembra in forma perfetta e forse questa è la sua e nostra fortuna. Non tenta le Kalidouate, bada al sodo e non sbaglia. Comincia a crescere in costruzione e conduzione del reparto - anche se Di Lorenzo e Maksimovic non hanno bisogno di indicazioni - e le tragicomiche amnesie dei mesi scorsi sembrano ormai solo un brutto ricordo. Aurelio, non fare sconti. O ci danno 8 zeri o niente.

    Cento, cento, cento

    Hjsay 5,5: tutti gli allenatori lo amano e tu ti chiedi perché. Non sa crossare, non sa sovrapporsi (e quando lo fa e prende palla non sa che farsene), sa scalare le marcature giusto per trovarsi sull’attaccante più scomodo per sé. Eppure mister diversi per carattere e strategie lo scartano e poi finiscono per usarlo come pedina fondamentale. E siccome noi non abbiamo fatto il Supercorso di Coverciano, avranno ragione loro. Certo per noi comuni mortali è difficile capirlo da un Verona-Napoli.

    Il numero di maglia è il motivo per cui gioca sempre?

    Demme 6: oggi sbaglia due appoggi e sembra più strano della pioggia col sole a picco. E in una delle sue partite più anonime capisci perché Gattuso non lo toglierà neanche se dovesse venirgli il Covid. Come tiene le distanze e le geometrie lui - soprattutto senza palla - nessuno mai. Un Jorginho con gli attributi e senza grilli per la testa.

    Germania anno zero

    Zielinski 7: quando gioca così, ti fa ben sperare. Solido fisicamente, sempre lucido negli appoggi e nelle soluzioni di tiro (oggi poteva portare il Napoli in vantaggio se solo avesse calciato un po’ meglio, come sempre), diligente in fase di possesso e non, di proposta e di contrasto. Deve tirar fuori le palle, però. Quelle che servono a giocare con grinta, ma anche quelle che spesso metteva all’incrocio o che accarezzava in parabole impossibili. Se non ci riesce Gattuso a farlo diventare il nuovo De Bruyne, non ci riuscirà nessuno.

    Uomo o caporale?

    Allan 5: inizia anche bene, tiene la posizione, gioca un paio di buoni palloni. Poi va scomparendo, è lento come mai lo abbiamo visto, rischia pure di farci annullare il gol di Milik con un movimento improbabile e pericoloso su Silvestri. Uno che si sudava la maglia come lui, uno che le convocazioni nel Brasile la deve a noi (abbiamo fatto convocare Henrique a un mondiale, figuriamoci se non riuscivamo a farlo vestire di verdeoro), non ci saremmo mai aspettati che diventasse un bambino viziato che giochicchia per farsi vendere. Il punto è che in tempi magri come questi, chi vorrà prenderselo?

    VaffAllancu’

    Politano 6,5: finalmente uno che sa battere i calci d’angolo. Stava per far segnare a Maksimovic il gol della vittoria della Coppa Italia nell’ultimo minuto della finale, ora mette sulla testa di Milik un pallone perfetto, solo da buttare dentro. Piace dietro, si sacrifica e tiene strette le linee, lavorando bene con e per il compagno di catena di fascia. Davanti deve ancora migliorare, uscire fuori dai soliti movimenti a rientrare e avere più coraggio. Ma cresce bene.

    Na-politano

    Milik 6,5: fa il gol, per il resto vivacchia di sponda e di movimento. Segna il suo decimo gol - uno ogni 133 minuti - e ci si chiede come si è arrivati a questo punto. Il sorriso un po’ strafottente e un po’ amaro alla sostituzione, unito a Giuntoli che nel prepartita gli ha praticamente indicato la porta, e non per farlo segnare, ci dice che la sua avventura partenopea è finita. Scelta che rischia di essere un enorme futuro rimpianto sia per Arkadiusz che per il Napoli. Comunque fa il suo, come sempre contro le piccole. Ci mancheremo.

    Giocatore di testa

    Insigne 7: sempre più capitano. Partita di sacrificio, a volte si fa 70 metri palla al piede solo per alleggerire la pressione e guadagnare un angolo, altre fa il terzinaccio, poi al 93’ si inventa un passaggio no look geniale per Lozano che aveva visto solo lui nascosto dietro l’ultimo uomo veronese come Aldo Baglio nella sabbia. Probabilmente ci è riuscito andando avanti nel tempo. Ci voleva Rino per tirare fuori il meglio da Lorenzo, che ora deve continuare così. Perché già quel tiro a giro nel secondo tempo un po’ ci ha preoccupato.

    Che pasta di capitano

    Ruiz 6: quando capisce che il Napoli soffre arretra di qualche metro e fa il centromediano metodista. Bravo.

    Lobotka sv: difficile ricordare una sua giocata. Difficile ricordare anche che ruolo abbia. Difficile ricordare perché l’abbiamo comprato. Non abbiamo scoperto nessuna di queste cose qui a Verona.

    Ghoulam 6,5: ci commuove già la sua entrata in campo. Anzi sullo 0-1 piangiamo tutti, ma per il terrore. Lui comincia con un fallo laterale dei suoi per servire Insigne in area, da centrocampo. Non fa danni, fa anche un contrasto sulla trequarti senza paura di farsi male, poi l’angolo al 90imo che quasi entrava da solo e che permette a Lozano di chiudere la partita. Rientrò a suo tempo col Frosinone con due assist e poi scomparve, quindi non facciamoci illusioni. Ma quella parabola fa bene al cuore.

    Mertens sv: sarebbe stato ingiusto non fargli sudare la sua maglia celebrativa. Non è in palla e ha qualche problema fisico. Si vede.

    Lozano 6,5: poteva segnare una doppietta, segna il gol meno suo: un colpo di testa di rabbia e di elevazione, a travolgere i colossi avversari. Bella dimostrazione di garra, poi su un contropiede solitario sfiora il palo. Gattuso lo fa entrare per 7 minuti più recupero - e poi lo sfotte pure nelle interviste “era la sua partita (e lo fa entrare come ultimo cambio!), veloce e con spazi, come contro la Spal può essere quella di Amin, bravo sullo stretto” tanto per dirgli che la prossima si risiede in panca - e gli urla per tutto il tempo rimproveri e incoraggiamenti. Il Messico oggi ha meno nuvole.

    Gattuso 7: ha vinto più trasferte nelle sue prime partite dei suoi illustri predecessori. Oggi è anche fortunato - Verre sbaglia un gol che avrebbe mandato in brodo di giuggiole la Gialappa’s Band (un grande salvataggio sulla linea quello dello scaligero, ma sulla nostra) -, su un errore difensivo lo salva una mano e il Var e gli segnano i due protagonisti di Chi l’ha visto Ghoulam e Lozano nel finale. Ancelotti giocandone meglio parecchie altre le ha pareggiate e perse. Ma il Napoli è in fiducia e devoto al suo mister e anche la sorte lo bacia. Speriamo continui. Comunque non è facile giocare contro questo Verona e lui lo tratta come il Barcellona, azzeccando mosse tattiche e sostituzioni e non permettendo a sé e ai suoi alcun calo di concentrazione. Questo Napoli sa soffrire. Quarto ringhio, pardon quarta vittoria consecutiva.

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