PlayNapolist Marekiaro edition

Il Napoli di Hamsik per quelli come me è il “mio Napoli”. Quello che dal fallimento è arrivato a giocarsela alla pari con Il Manchester City o col Real, il Napoli che posso raccontare io agli altri. E a lui dedico, dedichiamo 5 canzoni per un dolce addio
  • di Raffaele Calvanese

    Capitano, mio capitano. Non hai mai preteso di avere titoloni o di essere ossequiato come un salvatore. Ho negli occhi un video ripreso con un cellulare di te che giochi in una piazzetta di Castelvolturno con un ragazzino calciando una palla fino a segnare e ad esultare come fosse il gol vittoria nella finale di Coppa Italia. Negli anni abbiamo associato il tuo nome a quello di altri campioni, identificati come trascinatori. Il Napoli di Lavezzi. Il Napoli di Cavani, quello dei tre tenori, il Napoli di Sarri, il Napoli di Higuain, ma in fondo il Napoli è sempre e solo stato il tuo. Il Napoli di Hamsik, quello per chi come me il Napoli di Maradona se lo è dovuto far raccontare per filo e per segno mille volte perché coi ricordi faceva fatica a vivere certe emozioni. Il Napoli di Hamsik per quelli come me è il “mio Napoli”. Quello che dal fallimento è arrivato a giocarsela alla pari con Il Manchester City o col Real, il Napoli che posso raccontare io agli altri. Il Napoli di Hamsik, dalle interviste nella sua casa di Castelvolturno il primo anno che arrivò, riservato e meticoloso. Quello con la foto mentre abbraccia il Pocho dopo la goleada a Udine sulle prime tessere degli abbonamenti dopo il ritorno in A.
     
    The Who - Who are you
     
    Alla presentazione ufficiale molti storsero il naso. Insieme a Lavezzi due acquisti che avrebbero cambiato la storia di questa squadra. Forse al netto di tutto quello che è venuto dopo gli unici acquisti capaci di dare un’anima a questa formazione appena ritornata nel campionato che contava davvero. Anche se lo ammetto, è facile dirlo adesso, perché all’epoca molti dissero “chi sono questi due”, gli stessi due entrati di diritto nella storia di questa società  per sempre.
     
    Pino Daniele - I say i’ sto ccà
     
    16 settembre 2007, Napoli-Samp - il tuo primo gol, il tuo addio - gli azzurri conducono uno a zero, rilancio del nostro portiere, assist volante del Pocho di spalla per Marek che dopo una bellissima triangolazione con Zalayeta, realizza il gol del definitivo 2-0 in favore del Napoli, con un sinistro a incrociare imparabile per Castellazzi dopo un paio di dribbling in equilibrio più che precario. Lì sembrasti dire, urlando contro la curva B in festa, “i say i’ sto ccà”.
     
    Vasco Rossi - Il Mondo che vorrei
     
    il 31 ottobre 2009 ero ad un concerto di Vasco Rossi. Ero con la mia famiglia perché alcune canzoni non hanno età, avevamo comprato il biglietto mesi prima e non immaginavo che quella sera ci sarebbe stata Juventus - Napoli. Ma soprattutto non avevo minimamente idea di quello che avrebbe significato quella partita. Specie dopo essere passati in svantaggio e averla ripresa con un gol dell’improbabile Datolo. Così l’intero palazzetto in attesa di Vasco all’ottantesimo minuto su quella ripartenza aveva trattenuto il fiato fino al tuo tap-in sotto l’incrocio. Era l’anno del tour “il mondo che vorrei”. Lo stesso mondo in cui grazie a un gol del capitano andavamo a vincere a Torino.
     
    The Smiths - Please, please, please, let me get what i want
     
    Il 20 Maggio 2012 eravamo tutti schierati su varie file di posti a casa mia. Di nuovo contro i bianconeri, in una finale, in attesa di strappargli un trofeo, in attesa di alzare al cielo una coppa che meritavamo. Perché all’epoca forse non avevamo ancora una rosa puntellata di talenti di livello internazionale ma eravamo molto affamati. La squadra era giovane e impetuosa, come il nostro capitano, dopo il vantaggio eravamo forse ancora più tesi che sul risultato di zero a zero. Dentro molti di noi si faceva largo quella specie di preghiera “per una volta facci vincere la coppa, per una volta facci gioire”. Fu allora che mio fratello promise che in caso di vittoria avrebbe smesso di fumare. Poco dopo arrivò il raddoppio del capitano che fece esplodere il tifo azzurro. Mancavano meno di dieci minuti, giusto il tempo dell’ultima sigaretta. Fu così che il capitano fece smettere di fumare mio fratello. Potevamo farlo, potevamo smettere di fumare, potevamo vincere anche noi, potevamo strappare la coppa e portarla a casa nostra e lo avevamo capito col raddoppio del capitano.
     
    Joy Division - Love will tear us apart
     
    Poi è venuto il tempo dei record, infranti uno alla volta. Il record di presenze, il record di gol scalzando Diego dal trono ed entrando, nonostante tutto, in punta di piedi nell’olimpo di questa squadra. Marekiaro nel “mio” Napoli c’è sempre stato, lo dimostra il numero delle sue presenze in azzurro. Ha sempre avuto quella maglia cucita addosso, quel simbolo fisso sul cuore. Quanto volte ha battuto il suo pugno dalla parte sinistra del petto rivolto verso gli spalti che lo applaudivano. Lo hanno applaudito ed aspettato, lo hanno criticato nei suoi cali, e lo abbiamo aspettato e sorretto durante tutte le sue stagioni partenopee in una specie di storia d’amore. Ma l’amore come sempre oltre ad unire prima o poi separa, e forse tutto sommato meglio separarsi così, a modo tuo, senza clamore se non quello dei sentimenti di riconoscenza che resteranno intatti nei tuoi tifosi. Ciao Capitano, ci mancherà sempre il Napoli di Hamsik.
     

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