L'Italia mondiale: Dr. Jekyll o Mr. Hyde

Non sarà l'azzurro che ci fa palpitare da sempre, ma anche la maglia italiana sa emozionarci. Ecco un bilancio di questo inizio così strano e contraddittorio di Brasile 2014. E se la prende con chi tifa contro
  • corriere.it

    di Alessio Capone

    Buona la prima. Un disastro la seconda. L'Italia scesa in campo nel venerdì sera italiano è sembrata un terrificante deja vu di quella squadra che tanto male (ci) aveva fatto nei mondiali di Sud Africa 2010. C'era la paura nelle gambe e la confusione nella testa. Difficile capire quanto abbia inciso l'avversario che avevamo di fronte, difficile pensare che la pur organizzatissima Costa Rica abbia inciso così tanto nell'involuzione della compagine di Prandelli. La sua Italia camaleontica, efficace e ordinata non è scesa in campo, lasciando spazio ad un remake impensabile della peggior nazionale della storia: quella targata Lippi 2010.

    Ma noi chi siamo veramente? Dei Dr Jekyll impauriti, rispettosi e dediti alle buone maniere o dei Mr Hyde selvaggi, non curanti del pericolo e pronti a dar battaglia come nell'ultimo brillante europeo? Solo la partita di martedì prossimo ci darà una risposta. Al momento è difficile capirlo.

    Difficile come è difficile capire chi sono veramente quegli avvoltoi che manifestano disinteresse e disprezzo nei confronti della nazionale azzurra salvo poi scaraventarsi appena possibile sulla carogna Italia. Ad ogni passo falso. Come disse Paolo Caiazzo in altra sede (concetto assolutamente spendibile anche in questa occasione) "il problema non è tanto la carogna, ma sono gli sciacalli". Io ho imparato che ad una festa, se qualcuno parla male di una ragazza è perché la vorrebbe, ma non potrà averla mai. Se il disinteresse fosse reale, non dimostrerebbero così tante attenzioni e non dedicherebbero così tante energie dopo ogni partita della mia e della loro nazionale. Ma si sa, ve l'ho detto anche la scorsa settimana: noi italiani siamo un popolo meraviglioso e variegato. Ci scopriamo tifosi della Costa Rica, dell'Equador o della Korea, a seconda di cosa ci riservino i sorteggi mondiali. Poi ci sono quelli che tifano Argentina, ma parlano italiano e vivono in Italia. Quelli che sono migrati con il cambio di stagione. Ma chi sono davvero questi volatili? Difficile rispondere.

    Forse martedì prossimo troveremo una risposta anche a questo strano caso della vita.
    Per il momento mi sento solo di ribadire un semplice concetto: si dice FORZA ITALIA, per Dio.

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