Una sconfitta che sa di vittoria: la squadra è con Rafa

All’Olimpico è riemersa quella “cazzimma” che era venuta meno nelle ultime gare facendo imbestialire la parte sana del tifo napoletano: la stessa che ha applaudito la squadra dopo l’eliminazione in Champions…
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    di Domenico Zaccaria

    Ci sono critiche mosse in buona fede e ci sono polemiche create ad arte per destabilizzare l’ambiente; c’è la delusione di tifosi innamorati della propria squadra che si esprime attraverso i fischi e ci sono le contestazioni becere di qualcuno che ha deciso che bisogna contestare a priori. Si è detto tutto e il contrario di tutto in questo mese di crisi di gioco, di risultati e forse anche di identità; crisi dalla quale, paradossalmente, il Napoli sembra poter uscire dopo un’altra sconfitta. Si è parlato di una piazza troppo umorale ed esigente, nella quale è impossibile progettare e permettere a un nuovo gruppo di giocatori di crescere. Vero, ma solo in piccola parte. Perché la stragrande maggioranza dei tifosi napoletani è abituata a digerire sconfitte, reti subite al 90esimo ed errori arbitrali, ma c’è una cosa che proprio non riesce a mandare giù: la mancanza di “cazzimma”, termine dialettale tanto bello quanto intraducibile, da parte della propria squadra. Quella tenacia, quella rabbia agonistica che nelle ultime partite era venuta meno “al di là del risultato”, come recita uno striscione in curva B. Contro Bologna, Chievo e Atalanta il Napoli non solo ha buttato via punti preziosi, ma ha regalato tempi interi ad avversari più scarsi che però arrivavano sempre primi sul pallone; ha giocato sotto ritmo non riuscendo mai a dare una svolta alle gare, si è macchiato di errori di distrazione da terza categoria. All’Olimpico in Coppa Italia, sotto di due reti dopo pochi minuti contro un avversario forse più forte, ma sicuramente più fresco, alzi la mano chi non ha temuto un tracollo. E invece questo Napoli ha dimostrato di avere le palle, e soprattutto di essere ancora compatto dalla parte del suo allenatore. Forse la scossa l’ha data proprio Benitez, che dopo il gol di Strootman ha smesso i panni del garbato signore della panchina e ha indossato l’elmetto: contro gli arbitri, contro la sfortuna, contro chi in questi mesi ha messo in dubbio la bontà del suo lavoro. Ne è venuta fuori un’altra sconfitta che però ha il sapore di una vittoria. Una sensazione analoga a quella che provammo nell’ultima, amarissima gara di Champions contro l’Arsenal: alla squadra appena eliminata il San Paolo tributò un lunghissimo applauso. Gli azzurri avevano fallito l’obiettivo, ma avevano dato tutto. E al tifoso napoletano questo basta: al di là del risultato…
     

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