Da Maradona a Higuain, è sempre Copa America

La Selección è una delle favorite nel torneo che per noi napoletani ha un sapore particolare
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    di Francesco Bruno

    Come ogni anno arriva giugno e noi malati del Napoli siamo in crisi di astinenza. Che fare per tirare a campare in attesa che parta ufficialmente la nuova stagione con il ritiro a Dimaro? Tra una bufala e l’altra di calciomercato non resta che seguire le consuete competizioni estive per nazionali in cui sono impegnati i giocatori azzurri. Da qualche giorno ha preso il via negli Stati Uniti l’edizione del Centenario della Copa America. Per uno come me che ai tempi del liceo, invece di avere appeso in camera il poster del Duce, del Che o di Jim Morrison, aveva come unica ideologia credere in Diego, il torneo sudamericano è diventato negli anni ’80 un appuntamento da non perdere per tifare Argentina. La prima edizione che mi torna alla memoria è quella del 1987, seguita sulle pagine della Gazzetta,  con l’albiceleste reduce dal trionfo in Messico l’anno precedente, il Brasile in cui esordiva Romario e che schierava Careca, la Colombia di Higuita e Valderrama, l’Uruguay di Francescoli e Ruben Sosa e il Cile di Zamorano. Vinse la Celeste, che scese in campo direttamente in semifinale come paese ospitante. Diego non riusci’ a vincere, e non ci riuscì neanche nell’89 in un’edizione che ricordo anche perché nel Paraguay militava Neffa, che avrebbe poi giocato nella Cremonese, diventando il nome d’arte del cantante – e tifoso partenopeo – Giovanni Pellino.

    L’Argentina esordisce nell’edizione del Centenario contro il Cile, in quella che puo’ essere vista come la rivincita della finale disputata - e vinta - un anno fa dai rossi allora allenati da Sampaoli. Chissà se anche quest'anno potremo scommettere sul rendimento di Edu Vargas, che nei tre anni in cui è stato di proprietà del Napoli si è rivelato un vero e proprio oggetto misterioso, trasformandosi poi in implacabile goleador ogni volta che giocava con la maglia della sua nazionale. Ma francamente poco mi importa, visto che l’ex Turboman è stato piazzato definitivamente l’estate scorsa all’Hoffenheim. L’attesa è tutta per Gonzalo Higuain che, reduce dalla stagione dei record in maglia azzurra, si è tuffato completamente nell’avventura americana, scegliendo di accantonare per il momento le chiacchiere di mercato che impazzano qui in Italia sul suo conto. Le cronache dagli States raccontano di un Gonzalo distesamente concentrato che si diverte in allenamenti tipo rugby con i compagni e beve mate in attesa del debutto. Il fratello procuratore Nicolas, su Twitter, svela un simpatico aneddoto: sul letto del Pipita, nel ritiro della Selección, campeggia un quadretto che lo ritrae con accanto la frase “par ser el mejor, hay que entraner como el mejor”, “per essere il migliore, bisogna allenarsi al meglio”. Un vero e proprio manifesto ideologico che spiega la sua maturazione mentale e fisica, e che Higuain ha messo in pratica nella stagione straordinaria appena conclusa. Dal Napoli alla Selección, per dimostrare di essere diventato un fuoriclasse completo alla Messi, alla Cristiano Ronaldo, dopo i ricordi amari dei Mondiali del 2014 e di Copa America dell’anno scorso. Ora c’è solo questo nella sua testa, il mercato puo’ attendere

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