Dieci suggerimenti per Rafa Benitez dopo Porto-Napoli

Anche nelle sconfitte dobbiamo trovare insegnamenti. Perché in coppa almeno possiamo sperare che siano ininfluenti. Le sconfitte, non gli insegnamenti
  • di Boris Sollazzo

    Torniamo dal Portogallo con un risultato che ci farà soffrire fra una settimana. Quell'uno a zero che noi riusciamo a portare a casa solo per caso, magari contro la Roma, ci condanna alla solita impresa al ritorno. Intanto però sulle rive del Dragão abbiamo imparato alcune cose. Per il ritorno, Napoli-Porto. Che più che una partita sembra un'indicazione stradale.
    Ecco una decina di consigli per Rafa.

    1. Non si può perdere una partita in cui Anthony Reveillere fa una sovrapposizione, rischiando la vita, e poi la mette in mezzo benissimo (tanto che Higuain, disorientato, liscia la palla), in cui azzecca un passaggio a centrocampo e infine prende persino un fallo. Secondo le profezie Maya le tre cose insieme potrebbero causare, da sole, la fine del mondo.

    2. Sì, Reveillere l'esodato merita anche di essere citato nel secondo punto. È stato davvero bravo su Quaresma. La trivela continuava a fargli finte ubriacanti e lui non ci cascava mai: o meglio, come al solito trasforma le debolezze in punto di forza. In questo caso, l'arteriosclerosi: semplicemente non le capiva. Pare che sul palo lusitano abbia sbagliato tutto perché aveva assimilato solo in quel momento la finta subita al diciottesimo. E disorientato, non ci ha capito nulla.

    3. Rafa, noi siamo sempre con te, ricordalo. Ma non è che ora perché non hai messo Jorginho nella lista Uefa, devi far sempre giocare Henrique per dimostrare che sia necessario. Che poi, se lo è, lo è per la squadra avversaria. Io sono come Kate Winslet con Leonardo Di Caprio in Titanic (mamma, che brutta citazione): mi fido di te, va bene pure se lo lasci in panca.

    4. Io l'ho capito, amico mio, che tu oltre a essere uno degli allenatori più forti del mondo, sei anche un fine psicologo. Però mettere un centrocampo demenziale per farmi sentire la nostalgia di Inler, è troppo.

    5. Britos. Ok, lo so, già nominarlo fa ridere. Ma sentite questa: ha giocato bene. Lo so, fa ridere ancora di più. Però si conferma la maledizione di Miguel Angel, che spesso fa la cosa giusta al momento sbagliato. Chiude un cross in scivolata, persino in bello stile. Anticipa gli attaccanti portoghesi, ma anche Reina, che forse l'avrebbe bloccata. Per carità, aveva fatto bene, ma fatto sta che su quel calcio d'angolo segna Jackson Martinez. Alla fine è sempre colpa sua.
    Anche qui, quel genio di Rafa, voleva ricordarci il valore di Fernandez. Gli assenti hanno sempre ragione.

    6. Ricordate il calcio totale dell'Olanda di Cruijff? Rafa, come sempre, è più rivoluzionario dei rivoluzionari. Lui si è inventato il turn-over totale: nel primo tempo non fa scendere nessuno in campo, quelli sul rettangolo di gioco erano chiaramente dei sosia. Tranne Reina e Callejón: Vin Diesel e il fratello gemello del numero 7, che gioca in Bolivia, non sono arrivati a Oporto in tempo.

    7. Duvàn Zapata ha avuto le stesse occasioni di Gonzalo Higuain. Ma in soli dodici minuti. Le hanno sbagliate.
    Un'altra prova della prossima fine del mondo, il fatto che i due estremi del calcio moderno si siano toccati.
    Ora però Rafa non ti azzardare a farlo giocare al ritorno.

    8. Nelle squadre di calcio ci sono i portieri, i difensori, i centrocampisti, gli attaccanti. Poi ci sono i pali. Di solito sono sei, traverse comprese. Oggi, nello stadio portoghese, ce n'era un settimo. Sì, Zapata. I compagni hanno capito come renderlo utile: tirandogli la palla contro, cercando la sponda. Un incrocio tra il biliardo e battimuro.

    9. Il Pipita, in Europa, non segna in trasferta da tre anni. Ma lo portano lo stesso perché così riuscirà andare ai mondiali brasiliani con i punti Millemiglia.

    10. Ho tanta pena per Jackson Martinez. Perché dopo aver segnato a quella che poteva essere la sua squadra, la maledizione di Montezine lo colpirà. Tutto per colpa di una rete. Ma può sempre evitarla con due autogol, magari. In fondo non chiedo tanto, ragazzo. E ricordati che lo faccio per te.

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