Ciro Esposito: il memoriale di De Santis.

"Ho avuto paura ed ho sparato. Non sono un mostro, non sono pronto per farmi interrogare".
  • «Sono stato coinvolto in una rissa e ho temuto per la mia vita dunque ho avuto paura e ho sparato». Queste le parole scritte da Daniele De Santis, due pagine scritte in stampatello e inviate per fax alla Procura, nelle quali ricostruisce come secondo lui andarono i fatti a Tor di Quinto il 3 maggio scorso. De Santis, accusato di omicidio volontario, afferma di essere stato coinvolto in una rissa con alcuni tifosi del Napoli e di avere temuto per la sua incolumità e quindi di aver deciso di «sparare per paura». Nella perizia del Ris i tecnici sostengono che De Santis fu prima «sopraffatto dagli aggressori» e poi sparò. Nel corso dell' interrogatorio di garanzia nel maggio scorso De Santis negò di avere sparato. (Ansa)

     

    fonte repubblica.it

    "Non sono pronto per affrontare l'interrogatorio". Scrive così in una lettera inviata via fax alla Procura della Repubblica di piazzale Clodio Daniele De Santis, l'ultrà romanista accusato dell'omicidio di Ciro Espositodurante gli scontri della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso a Roma, in vista dell'interrogatorio del prossimo 9 ottobre. Nella lettera, tra le ragioni addotte dal 48enne per provare a posticipare l'udienza,motivi di salute e la volontà di "riflettere ultetiormente su quanto avvenuto".

    ''Voglio prima risolvere i miei problemi di salute'' ha scritto l'indagato che ha chiesto ancora tempo per fare chiarezza ''su quanto avvenuto''. I pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio sono comunque intenzionati a presentarsi in ospedale, anche solo per mettere a verbale quello che De Santis ha per il momento annunciato. Anche in occasione dell'interrogatorio di garanzia, l'ex ultrà si era avvalso della facoltà di non rispondere perché ancora in stato di choc per le ferite subite negli scontri. Ferite per le quali è ricoverato nella struttura protetta dell'ospedale Belcolle di Viterbo.

    La missiva inviata ai pm sarebbe lunga almeno due pagine. Una sorta di memoriale, secondo i suoi difensori, gli avvocati Tommaso Politi e Michele D'Urso, che hanno chiesto di secretare l'atto. "Non sono un mostro e la verità su quanto accaduto sta emergendo" scrive ancora De Santis. "Sono preoccupato - aggiunge - per il fatto che su internet è rintracciabile l'indirizzo dei miei genitori". 

    La lettera è "una spiegazione abbastanza articolata di quello che in questo momento sta vivendo. Il mio assistito, che è stato di recente colpito da ischemia, ha chiesto la massima riservatezza della lettera", ha sottolineato Politi. "L'originale - hanno aggiunto i legali - verrà presto messo a disposizione degli inquirenti".

     

    Condividi questo post