Napoli-Crotone, lo scandalo dei rigori dati dall'arbitro Mariani? Non lo è per l'Aia

Con un atteggiamento intimidatorio e aggressivo, tutti i media hanno attaccato il Napoli, hanno tutti puntato la loro lente d'ingrandimento sui presunti favori arbitrali a favore dei partenopei. Eppure l'arbitro Mariani non ha avuto alcuno stop
  • di Alessio Capone

    Nella domenica del pallone appena trascorsa hanno tenuto banco gli errori consumatisi al San Paolo, quei due rigori generosi, inventati a detta di tutti. Dal salotto Sky, agli studi di Mediaset Premium, per finire con l’appuntamento serale della Domenica Sportiva sulla rete nazionale, l’analisi della gara e dei misfatti è stata pressoché univoca, quasi un discorso di fine anno a reti unificate. L’arbitro di Napoli-Crotone ha sbagliato e anche tra i sostenitori azzurri è difficile trovare un tifoso che sostenga il contrario.

    Come ha chiosato ironicamente qualcuno, durante il messaggio a reti unificate, è capitato a tutti di svenire in area di rigore come è accaduto ad Insigne in occasione del primo non rigore. Quella mano sulla spalla e quella gamba del difensore sulla gamba del talento di Frattamaggiore rappresentano un ostacolo troppo debole per poter concedere la massima punizione. Ancora più evidente l’errore sul non fallo subito da Hamsik. Non è stato possibile - nell’era della tecnologia, delle telecamere dedicate, delle esclusive negli spogliatoi e dei reverse angle - avere un immagine netta, ma il presunto sgambetto, il contatto sembra non esserci stato. Il rigore è stato un’autentica invenzione.

    D’altronde, riprendendo il discorso sulla tecnologia, se è concessa una divagazione, lo stesso Juventus Stadium, lo stadio più moderno d’Italia, è riuscito a fornirci una sola immagine di quel fuorigioco di Bacca ed è un peccato perché in quell’unico fermo immagine la palla sembra essere già staccata dal piede di Delofeu; sarebbe stato utile analizzare il fermo immagine immediatamente precedente, quando il piede dell’attaccante Colombiano sarebbe stato in linea, se non dietro l’ultimo difensore e addio ad ogni mirabolante tesi di fuorigioco. Sarebbe stato utilissimo uno di quegli slow motion vecchia maniera, quando l’opinionista in studio chiedeva di tornare indietro con l’immagine di una frazione di secondo, ma la nuova tecnologia evidentemente non lo permette.

    Tornando a Napoli-Crotone, analizzati i due errori madornali che hanno comportato due calci di rigore, va aggiunto anche che, molto probabilmente, il Napoli avrebbe dovuto terminare in dieci la partita se non fosse stato per la grazia concessa a Rog su un secondo fallo da ammonizione. Questi i temi che sono rimbalzati come un mantra negli studi televisivi durante tutta la domenica. Questi i temi denunciati anche da Nicola. Verrebbe da chiedere all’allenatore dei calabresi come mai tutto questo livore lo ha tirato fuori solo ora, quando la sua squadra è ormai spacciata, e non prima, quando la sua squadra aveva subito medesimi torti contro altri squadroni di A, ma sarebbe una domanda tendenziosa, vittimista e complottara, dunque meglio sorvolare.

    Il Napoli è stato favorito ed è triste tirare in ballo le statistiche, il possesso di palla all’82% (record di A, per la cronaca) o i tiri in porta per provare ad affermare altro. Già, le statistiche. Altro tema che da venerdì scorso è diventato di moda. Ebbene, Napoli-Palermo di qualche settimana fa è stata imbarazzante dal punto di vista dei numeri, ma è terminata in parità. Il Palermo ha fatto la sua partita, ha giocato le sue carte come meglio ha potuto e ha strappato un punto in casa degli azzurri. Il Palermo ha meritato il pareggio, evidentemente. Nella foto che immortala i dati di quella partita è racchiusa l’essenza stessa del calcio, la sua imponderabilità, la bellezza ultima di questo gioco. Una bellezza che nelle ultime ore stanno provando a eradicare, mortificare con tesi assurde. Il Napoli con il Crotone è stato favorito e i numeri c’entrano poco; citarli a supporto di altre tesi vuol dire capire poco di calcio: ci sono tanti altri sport, come gli scacchi e il pugilato, in cui statistiche e punti contano. Il calcio è altro. Avere un fuoriclasse in porta che sposta gli equilibri e determina il risultato è un merito, non una colpa. 

    Il Napoli, ancora una volta, ha usufruito di due regali durante l’ultimo turno di campionato e l’arbitro, a detta di tutti, ha clamorosamente sbagliato. E allora, come mai Maurizio Mariani, l’autore di quegli errori madornali, è stato designato come addizionale (giudice di linea) nel prossimo turno? Per l’Aia non ha commesso errori? Sono gli unici matti? Come mai non è stato sospeso per un turno, ma è stato premiato con una nuova designazione? No, non sono domande aperte, sono domande con un'unica risposta possibile. Evidentemente Murizio Mariani ha fatto quello che doveva fare e si è ben comportato. Ha arbitrato in maniera corretta fornendo argomentazioni forti a televisioni e stampa. A tal proposito rimandiamo a quanto sottolineato in settimana da Fabio Avallone sulle pagine de Il Napolista, riguardo all’importanza e alla connivenza dei media che emersero durante il processo Calciopoli.

    Come ha scritto Zambardino sul suo profilo Facebook, tentano di metterci a tacere per cooptazione e viene da aggiungere che evidentemente non hanno capito con chi hanno a che fare.

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