Muoia Sansone con tutti i piagnistei

Lamentarsi dell’arbitraggio dopo aver sfiorato il ridicolo è da provinciale e deleterio
  • Di Antonio Moschella

    De Laurentiis che rimprovera Tavecchio, che non stava mica arbitrando, se non fa ridere provoca quantomeno un notevole travaso di bile. Dopo aver difeso a spada tratta il marcio del calcio, il nostro presidente gli si scaglia contro, come se lui fosse l’unico responsabile. Siamo sicuri che con Albertini Calvarese non si sarebbe comportato in egual maniera? L’ennesimo tweet polemico di una società che con la comunicazione agisce come un bambino piccato, che parla solo quando gli va.

    Un piagnisteo continuo. Ci stiamo facendo apprezzare come dei ‘chiagniazzari’ che dimenticano che l’anno scorso Higuain segnò un gol simile a quello di Pinilla a Torino contro il Toro. Ci distinguiamo per un vittimismo strisciante da provinciali dando quasi ragione a un fantoccio come Marotta. E per noi intendo tifosi, allenatore e società. Perché il Napoli lo compongono tutti, quelli che scendono in campo, quelli che lo dispongono, quelli che lo gestiscono e quelli che lo sostengono.

    Ma davvero crediamo che il pareggio di ieri è dovuto all’arbitraggio? Se Calvarese, che un mese fa col Genoa ci aveva chiaramente favorito (!!!), fosse stato totalmente in malafede non avrebbe espulso Gomez. E personalmente ho avuto bisogno di vari replay per rendermi conto della spinta di Pinilla su Henrique, uno che quando gioca da centrale qualche guaio lo combina sempre e che ieri avrebbe potuto gestire molto meglio quel pallone.

    È davvero un campionato falsato quello in cui con l’Atalanta facciamo 2 punti su 6 dopo aver sciupato dieci palle gol tra match d’andata e di ritorno? Gli errori del Napoli sono sempre gli stessi: la tendenza strutturale di prendere gol sembra una malattia endemica - solo sette squadre in A hanno subito più reti degli azzurri - e sotto porta continuiamo a perdonare.

    Al di là di qualsiasi assenza per infortunio o di cambi sbagliati o tardivi, il Napoli non può permettersi questi piagnistei da adolescente. È anche per questo che non siamo ancora grandi. Guardandoci allo specchio possiamo notare che le rughe di questa squadra sono dovute alla mancata cura di alcuni dettagli e ad alcuni incidenti di percorso evitabili.

    E allora benvenuta la sosta. Prendiamo un bel respiro che ad aprile avremmo otto partite che decideranno la stagione. E smettiamola di piangere, che non serve a nulla. Usiamo la rabbia per ribaltare ad aprile gli esiti di un marzo disastroso, sperando in una primavera azzurra.

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