La playnapolist di Napoli-Bologna

Da Luca Carboni ai Rolling Stones, musica doc per un successo coi fiocchi
  • di Raffaele Calvanese

    Phoenix - Run, Run, Run 

    Zielinski in versionee Forrest Gumo, un motore inesauribile a centrocampo. A mio parere è il simbolo della metamorfosi di questo Napoli, in un centrocampo che alterna i suoi tasselli inserendo nuovi elementi che spaccano la partita. Il nuovo innesto ha corso in modo forsennato tenendo testa ad un Bologna che non aspettava altro che il nostro calo. Avendo partite così ravvicinate l’una all’altra avere dei ricambi affidabili è la nostra unica arma per arrivare a fine stagione garantendo il nostro calcio, uno dei migliori in circolazione.

    Joy Division - Isolation

    Manolo Gabbiani è quanto più Joy Division si sia visto negli ultimi anni nel calcio italiano. UN grande talento del nostro campionato che davanti a se ha incontrato prima il recordman dei capocannonieri nella storia della serie A di tutti i tempi e poi un astro nascente del calcio europeo. L’immagine di Manolo che esce dopo un’ora di gioca e pochissimi palloni giocabili toccati e Milik che mette a segno una doppietta in meno di un quarto d’ora è davvero una sceneggiatura degna della saga di Final Destination. Ma io, e credo non solo io, continueremo a credere in questo ragazzo dal viso un po’ triste, almeno fino a che l’amore e il calciomercato non ci separeranno.

    Luca Carboni -  Bologna è una regola

    Bologna stava per confermare ancora una volta una delle regole più vecchie del gioco del calcio: quando non chiudi una partita che hai un pugno poi rischi di perderla. Quando Verdi ha messo a segno il pareggio, nel momento migliore del Bologna, in cui noi tiravamo un po’ il fiato a tutti è sembrato che Bologna fosse davvero una regola, poi  l’abbiamo rimessa in sesto perché ce lo meritavamo e anche perché siamo una squadra forte. Certo il gol del Bologna deve molto a una svista di Pepe Reina, ma rimane il fatto che per vincere sulle lunghe distanze certe partite vanno chiuse senza esitare.

    Ja Rule - Always on time

    C’è un calciatore che è arrivato per raccogliere un’eredità difficile per ogni attaccante in Europa. Eppure come tutte le cose che molti giudicano impossibili arriva qualcuno che la ignora e la fa senza troppi patemi. E’ uno stato mentale quello che permette di fare le cose semplici ed efficaci. Milil è così, sempre in tempo, sempre nel momento giusto. Always on time. E credo che il tempo sia un suo alleato perché appena arrivato è già ambientato, senza patemi, senza troppe sovrastrutture. palla al centro e via, poi magari se gliela dai alta lui ti fa i miracoli, ma a vedere la partita di stasera anche se gliela dai sulla corsa o lontano dalla porta non se la cava male.

    Rolling Stones - Can’t Stop

    E’ lì, in cima alla classifica cannonieri, seppur una classifica parziale e non definitiva, eppure è lì. Lui in realtà c’è sempre. Lo trovi lì in profondità, a destra, poi a sinistra, poi lo vedi sulla nostra mediana ad arginare, a seguire l’avversario, poi non si sa come lo trovi anche a fare la diagonale difensiva. Lui c’è sempre, c’era prima, c’è adesso e ci sarà anche dopo. Probabilmente ora che la partita è finita Callejon è ancora lì, chi potrebbe dire il contrario. Lui c’è sempre, adesso pure sul gabellino dei marcatori, e il bello è che non sa come fermarsi.

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