La playnapolist di Juventus-Napoli

Da Guccini a Battiato, passando per i Depeche Mode, riviviamo la serata torinese in musica
  • di Raffaele Calvanese

    Era da un po’ che non scrivevo una playlist. E chi se ne frega direte voi, e avreste pure ragione. Certo potevo anche trovare un momento migliore di una sconfitta a Torino contro la Juve, ma forse era proprio un momento difficile come questo il momento di ricominciare. La partita è stata strana, diversa da quella tesa dello scorso anno. Abbiamo giocato, fatto il meglio che potevamo coi ragazzi che ancora ci rimanevano dell’11 titolare dopo infortuni espulsioni e anche un naturale turnover. La partita poi l’abbiamo persa regalando due gol facili, e questo è, o forse non solo questo.

    Francesco Guccini - Quattro Stracci 

    Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare…

    Cosa sia questo nostro sognare, stasera non lo so dire. Forse è questo nostro crescere senza maturare, senza evitare di sbagliare, di incespicare, di regalare la vittoria all’avversario peggiore a cui la si potrebbe regalare. Regalare due gol facili ad un avversario che in momenti normali non ne avrebbe bisogno, che in altri momenti sarebbe venuto a mordere le nostre caviglie e che stasera, grazie al nostro saper giocare è sembrato tutt’altro che irresistibile. La fantasia può portare male se non si sa bene come domarla. Insigne deve stare più tranquillo. Martens ha giocato bene, ma non benissimo. Ghoulam ha fatto quasi rimpiangere uno come l’attuale Maggio. Abbiamo nonostante tutto giocato bene ma l’abbiamo comunque persa. Non credo nemmeno che ci sia da cercare il buono, perché il saper giocare era una dote già acquisita, quella di non prenderle come novellini evidentemente è un tipo di maturità che ancora è dura da raggiungere.

    Franco Battiato - Auto da fe’

    Avevamo smania di fare, e infatti abbiamo fatto tutto noi. Gioia e pentimento. L’abbiamo messa in salta e l’abbiamo rimontata, poi l’abbiamo nuovamente buttata via. La mancanza di un centravanti si è sentita, ma meno di quanto avessimo creduto prima del fischio d’inizio. A tratti l’ho vissuta come una partita quasi normale, e mi è parso strano. Normale per la fluidità del nostro giocare, normale come appariva la juventus stasera. Eppure nonostante la normalità dei padroni di casa noi abbiamo voluto normalmente buttarla alle ortiche con errori che precludono ad una squadra di fare lunghi percorsi verso qualche trofeo.

    Afterhours - Non sono immaginario

    Inutile girare intorno al problema. Al minuto 71 subiamo il gol che ci condanna alla sconfitta. Lo subiamo dall’unico calciatore che non avrebbe dovuto trovarsi lì a calciare quel pallone. Il calciatore dalla parte sbagliata della barricata. Quello forte, che tutto solo si avventa su una palla lasciata lì indisturbata e come se fosse tutto normale la butta dentro. Non è immaginario tutto ciò. Non è stato immaginario questo gol, non è stato immaginario questo trasferimento, non sono immaginari tutti i gol che ricordiamo dalla parte giusta della barricata. La realtà però è che su quella palla quel giocatore ci è arrivato buttandola nella porta in cui doveva ma non so se nella porta in cui voleva.

    Depeche Mode - Everything Counts

    La panchina è corta. O forse, probabilmente, non è la lunghezza a preoccupare ma la sua qualità. Va tutto dentro lo stesso calderone, anche la buona prestazione di Diawara che finalmente gioca facendo rifiatare un Jorginho in apnea da inizio campionato. La difesa e gli esterni, tasselli fondamentali di un’architettura che lo scorso anno non ha avuto nessun agente esterno che potesse rovinarne il funzionamento mentre in questa stagione, gli infortuni e le espulsioni, oltre ad un mercato fatto in tempi stiracchiati fino all’inverosimile ne stanno minando il cammino. In serate come questa dove anche la Juventus ha palesato un organico con tante assenze, quelle che hanno pesato di più sono le nostre. Con questi valori si può giocar bene, ma per vincere serve di più.

    White Stripes - I just don’t know what to do with myself

    Esultare o no, che senso ha scegliere? Ha senso ancora parlarne?

    Ho assistito alla partita in un locale con una persona che alle mie spalle urlava insulti ogni volta che inquadravano il centravanti della Juventus. Credo fosse l’unico a farlo nel locale. Mi è subito risultato anacronistico, inutile ed anche un inutile dispendio di energie. Alla fine credo che in questo tritacarne ci siamo finiti anche noi se ancora dobbiamo porci problemi del genere. E’ una ferita, la accetto e mi mette tristezza come me la mettono tutte le cose che ormai si sono rotte, senza possibilità di essere più aggiustate. Quindi alla fine davvero non so che fare, abbiamo perso, lui ha segnato, ed è tutto davvero triste, almeno per me. Ma le cose vanno così e se avesse esultato sono quasi sicuro che sarebbe stato lo stesso, perché una volta rotta una cosa poi un coccio in più o uno in meno da raccogliere che differenza fa?

     

     

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