Reja, il vecchio generale al servizio di Lotito

A Roma sponda Lazio l'ex tecnico azzurro sta vivendo una seconda giovinezza e ora punta tutto sulla sua riconferma
  • bbc.co.uk

    di Giordano Proietti*

    Immaginate un generale le cui strategie sono criticate dalle truppe, mal sopportato da parte dello stato maggiore. Uno considerato buono per le battaglie del secolo scorso non per la moderna guerra tecnologica.

    Un comandante, però, che quando la campagna volge al peggio viene chiamato a tornare al suo posto. Lui riordina le gerarchie, serra le fila e fa scavare qualche trincea in più portando a casa il risultato richiesto. Edy Reja alla Lazio è più o meno la stessa cosa. Perfetto contrappeso di una società e di un ambiente un po' caotici e in costante fibrillazione. Forse non sarebbe lo stesso in un'altra squadra: alla Lazio di Claudio Lotito il “normalizzatore” Reja è indispensabile. Una storia che nasce nel febbraio 2010. La Lazio di Ballardini è a un passo dalla retrocessione, Lotito chiama Reja a Spalato e lo fa arrivare a Formello. La prima mossa è il reintegro dell' “epurato” Ledesma, in seguito arrivano 7 vittorie, 3 pareggi e la salvezza con buon anticipo.

    Nei 2 anni successivi la qualificazione in Champions League sfuma per la differenza reti nel primo anno e per un punto nel secondo. A dispetto dei buoni risultati però il rapporto tra Reja e i tifosi laziali non è mai realmente decollato fino a far dire al tecnico di Lucinico che alla Lazio “il quadro è sano, la cornice è marcia”. Eppure, nei numeri, Reja è il miglior allenatore del decennio lotitiano: La media nelle oltre 80 panchine in biancoceleste sfiora 1,70 punti a match, per capirci meglio di Rossi e Petkovic...vicino alle medie di Zeman e Mancini che avevano a disposizione rose di ben altro livello. Al Reja 2.0, quello che si è fatto convincere da Lotito a tornare a guidare la Lazio, sta andando anche meglio: 2 punti a partita e qualche applauso dai tifosi della Curva Nord. Sembra uno di quei casi in cui il sequel è migliore del primo episodio ma attenzione al finale: il progetto di Tare di ricostruire la Lazio partendo da un profondo ringiovanimento della rosa mal si concilia con la visione di Reja che ama giocatori pronti ed esperti.

    Per i tifosi più affezionati è zio Edy; per chi non lo ama, Don Abbondio. Se a fine stagione arrivasse la qualificazione in Europa o una finale nelle coppe nessuno se la sentirebbe di rinunciarci. La chiave allora è il ticket con mister Bollini passato dalla primavera campione d'Italia al fianco di Reja. L'esperienza dell'uno e la modernità tattica dell'altro? Possibile, ma che nessuno dica al generale Reja che è troppo vecchio per il campo di battaglia.


    *Giornalista Teleroma 56

     

     

     

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