Da Cannavaro ad Albiol a Chiriches, come cambia la difesa del Napoli

Tre giocatori per tre allenatori, ciascuno con un modo diverso di intendere il calcio. Cannavaro ed Albiol sono stati i difensori ideali per Mazzarri e Benitez, Chiriches può diventarlo per Sarri
  • di Francesco Bruno

    Ridendo e scherzando siamo arrivati alla prima di campionato 2015 - 2016. Il Napoli riparte dal Sassuolo, un match che per noi tifosi azzurri è diventato di richiamo da quando in neroverde gioca Paolo Cannavaro. Il “capitano” è stato la prima bandiera azzurra dell'era De Laurentiis, ed anche il perno della difesa del Napoli di Mazzarri. Giocatore capace di lanci lunghi a scavalcare il centrocampo, era il difensore ideale per il calcio mazzarriano, fatto di poco possesso palla e di repentine sortite offensive innescate dalle accelerazioni di Hamsik, Lavezzi e Cavani. Quando non erano i tre tenori a partire palla al piede, toccava spesso a Cannavaro far ripartire l'azione con un calcio lungo in grado di superare la linea dei centrocampisti composta, secondo il credo del mister livornese, da mediani d'interdizione.

    Quando arriva Benitez dal punto di vista tattico cambia tutto. Il calcio di Rafa, caratterizzato dal paziente palleggio in attesa di trovare il varco giusto per l'accelerazione, prevede che il “sin prisa sin pausa” inizi dalla difesa. Con questo contesto tattico Cannavaro e il suo lancio lungo non sono compatibili, e così Paolo non trova spazio e finisce con l'essere ceduto nel calciomercato invernale. Il leader della difesa diventa Albiol, stimato da don Rafè fin dai tempi gloriosi di Valencia, magari non fortissimo in fase difensiva, ma bravo a far circolare il pallone e farsi trovare libero dai compagni di reparto.

    Con Sarri si cambia nuovamente registro. Se per Benitez anche i movimenti difensivi erano orientati al palleggio del “sin prisa sin pausa”, per lui la fase difensiva deve essere aggressiva e puntare alla riconquista del pallone, cercando subito la verticalizzazione della manovra. L'allenatore tosco-napoletano è un cultore della fase di non possesso, e i difensori assumono un ruolo di primo piano nella costruzione del gioco. Una volta riconquistata la sfera, questa viene subito smistata al regista che apre il gioco verso gli esterni, le mezzali o il trequartista. Chiriches, in quest'idea di gioco, può calzare a pennello. Per quanto ci ha fatto vedere finora, sperando che non ci deluda trasformandosi in Britos, è bravo a difendere e sa gestire il pallone come un regista arretrato. Il gioco può tranquillamente passare dai suoi piedi per ripartire dalle retrovie.

    Cannavaro, Albiol e Chiriches stanno dunque a Mazzarri, Benitez e Sarri. Tre difensori emblematici di come tre allenatori intendono il modo di giocare a calcio. Il campo ci dirà se il nuovo corso sarriano riuscirà nell'impresa, da considerarsi ormai leggendaria, di rendere la fase difensiva azzurra equilibrata. 

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