Calcio e musica, ecco la PlayNapoList del pareggio con l’Atalanta

Da Battisti agli Who, dai Beatles a Verdena, la colonna sonora dell’amara serata al San Paolo
  • di Raffaele Calvanese

    E’ stata una serata devastante, sotto tutti i punti di vista. Difficile dire se la parte peggiore sia stata quella sul campo o quella fuori. Di certo il Napoli non gode di uno stato psico-fisico ottimale. Altre squadre, vedi la Lazio, girano a mille mentre noi segniamo il passo. A peggiorare la situazione ci si mette lo sciagurato Calvarese che ci fa andare di traverso il ritorno di Reja al San Paolo. Benitez chiarisce un paio di cose con Massimo Mauro e dal canto loro i gestori dell’account del Napoli sbottano come un qualsiasi tifoso esasperato. Tocca tirare il fiato e usare al meglio questa pausa.

    Ancora Tu – Lucio Battisti

    Ancora tu, Edy, ma non dovevamo vederci più?

    Il nostro condottiero della rinascita, un galantuomo, ma anche il maestro del gioco difensivo che ammazza quello altrui, ha ammazzato anche i nostri entusiasmi e le nostre trame offensive. Molti giocatori come Maggio e Hamsik quasi erano disorientati se ascoltare i consigli di Benitez o quelli del loro mentore Reia. E’ andata a finire che Edy è stato core ‘ngrato e ci ha rifilato un brutto tiro. Certo noi gliene abbiamo reso il lavoro più facile.

    Who are you – The Who

    Chi sei Jose Maria?  Sei tu o soffri di sindrome bipolare?

    Fino a Natale eri il nostro punto fermo, ma probabilmente il capitone ti sarà rimasto molto pesante dal momento che ancora adesso, alla vigilia di Pasqua, col capretto già in forno sembri ancora un’altra persona. Probabilmente l’infortunio di Insigne, che ieri non ha ben digerito il suo mancato ritorno in campo, ha messo in evidenza che anche tu, ex madrileno, ex miglior dodicesimo uomo per lo Special One, hai bisogno di riposare, forse ogni tanto anche tu dovresti ritornare al tuo ruolo di miglior dodicesimo per rifiatare.

    Viva Zapata – Banda Bassotti

    Quando, anche dopo l’espulsione del Papu Gomez, continuavamo a veder infrangere i nostri attacchi sul muro atalantino, tutti noi allo stadio e ai teleschermi sapevamo che l’unico grimaldello possibile era lui. Zapata, l’uomo dalla media gol impressionante. Incredibilmente efficace. L’uomo giusto al momento giusto. Purtroppo non sufficiente a rimettere in piedi una serata storta, ma comunque importante per evitare la debacle. In Duvan we trust.

    Helter Skelter – The Beatles

    Poi all’improvviso la profezia che si auto adempie. L’inferno, il disordine, la rabbia, l’ira, la confusione. L’arbitro diventa protagonista. L’Atalanta segna un gol viziato da un fallo su Henrique. Il Napoli già debole sulle gambe crolla psicologicamente per qualche minuto. Inler perde la testa e rischia il rosso. Tutti giustamente si infervorano e Benitez nella confusione generale si becca il primo rosso della sua carriera. L’arbitraggio è penoso, ma non giustifica tutto quello che non avevamo fatto prima per archiviare una partita giocata per almeno 20 minuti in superiorità numerica contro una squadra quest’anno allo sbando.

    Hard to say I’m Sorry – Chicago

    Nonostante tutto quello successo fino ad ora, la parte migliore, o peggiore viene nel dopo-partita. Rafa si presenta ai microfoni di Sky e massimo Mauro gli pone una domanda. A quel punto arriva la fatale resa dei conti tra i due. Massimo Mauro svia l’argomento delle scuse che il mister, giustamente, pretende. Gli animi sono molto caldi, e dopo uno scambio di battute la cosa si chiude lì. Ma non passa inosservata l’ormai malcelata insofferenza del Napoli nei confronti di Sky.

    Trovami un modo semplice per uscirne – Verdena

    Molti tifosi hanno stigmatizzato la reazione rabbiosa della società tramite il suo account twitter ufficiale. Sui social sono partite subito le frecciatine. De Laurentiis è stato uno dei sostenitori di Tavecchio, e Calvarese in altre occasioni aveva peccato a nostro favore. Il punto non è dunque l’arbitraggio. Il punto è tirare il fiato e riordinare le idee. Se il mister e la dirigenza sapranno trovare il bandolo della matassa riusciremo ad uscirne. Sin prisa però sin pausa come da sempre predica il nostro Don Rafè. Abbiamo il destino più che nelle nostre mani, nei nostri piedi e nelle nostre teste. Aprile ci dirà chi possiamo essere.

     

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