Sassuolo-Napoli 2-1, il pagellone

Parte male Maurizio Sarri con il Napoli, confermando il suo tabù e violando invece la serie positiva del Napoli di quattro vittorie consecutive alla prima giornata. L'ultima sconfitta a inizio campionato la ottenne Donadoni...
  • Il Mattino

    Reina 7, Maggio 5,5 Albiol 4 Chiriches 5 Hysaj 4,5, David Lopez 5 Valdifiori 5, Hamsik 6 Insigne 5, Higuain 5 Mertens 5.

    Gabbiadini 5,5 El Kaddouri 5,5, Callejon 5,5.

    Sarri 5

    (Francesco Albanese)

    Reina 7, Maggio 6, Albiol 4, Chiriches 5, Hysaj 4, David Lopez 6, Valdifiori 4,5, Hamsik 6,5, Insigne 4,5, Higuain 5, Mertens 5,5

    Gabbiadini 5,5, El Kaddouri 5,5, Callejòn 6

    Sarri 4,5

    (Boris Sollazzo)

    A Maurizio Sarri dobbiamo avvertirlo: l'ultimo allenatore a perdere la prima partita di campionato è stato Roberto Donadoni, esonerato dopo un pugno di partite: anche lui con un 2-1 in trasferta, anche lui con un gol di Hamsik a illuderci (in quel caso Marek segnò l'1-1). Non glielo auguriamo, anche se il fatto che Bielsa e Montella siano a spasso farà chiacchierare molti a sproposito. Di certo si può dire che l'esordio del mister di Bagnoli è stato disastroso e proprio per questo noi tifosi dobbiamo stringerci attorno a squadra ed allenatore perché riescano a crescere: questo fine settimana ci dice che tutte le grandi, alla terza settimana d'agosto, sono fuori fase.
    Partiamo con le note positive: siamo a pari punti con la Juventus e solo a una lunghezza dalla Roma. Punto. Non ci sono altre belle notizie. Persino la fallosità e il pressing che all'inizio sembravano segno di voglia e carattere, alla fine sono solo lo specchio di una confusione totale.
    Proviamo, dunque, a suggerire alla guida tecnica partenopea quali sono gli errori peggiori del suo match: perché se c'è una cosa che è certa, è che questa sconfitta è tutta sua, al di là del fatto che i giocatori, come l'anno scorso, si sono sciolti alla prima difficoltà. Con i cambi fatti, fotocopia di quelli operati contro il Latina, dimostra di essere più dogmatico del suo vituperato predecessore: Gabbiadini per lui è solo una prima punta, e per farlo entrare ha tolto Higuain. Esercizio di carattere, per carità, perché ci vogliono gli attributi per bocciare il proprio asso, ma i due cross di Manolo dimostrano che con un bomber davanti sarebbe andata diversamente. Togliere Mertens dopo che, assente ingiustificato per 50 minuti, aveva cominciato a far qualcosa di buono, perché Callejòn per lui è solo una seconda punta così come Dries, è per lo meno cervellotico. E se El Kaddouri qualcosina ha fatto (ma proprio qualcosina), è perché Lorenzo Insigne ha fatto forse la sua peggior prestazione da quando veste la maglia azzurra. Tre cambi per mostrare una mancanza di elasticità mentale e tattica che speravamo di aver salutato.
    Per il resto, la catastrofe, mitigata solo dai miracoli di Pepe Reina, crollato solo a causa degli errori da circo dei compagni. Raul Albiol è imbarazzante, Chiriches ha il solo pregio di essere talmente presuntuoso da farsi scivolare addosso i suoi sbagli con un aplomb da bullo (sembra la fotocopia dell'ottimo centrale visto nel precampionato), Maggio è il miglior del reparto più grazie al cuore che alla testa e i piedi, Hysaj conferma la perversione napoletana di mettere sulla sinistra giocatori che su quella fascia non dovrebbero fare neanche i raccattapalle (come si fa a pensare che un calciatore volenteroso e con evidenti limiti tecnici possa giocare lì senza avere il piede sinistro?). A centrocampo all'inizio ci mettiamo le mani nei capelli per la presenza nell'undici titolare di David Lopez al posto di Allan: bene, lo spagnolo è stato il migliore in campo o quasi. E questo dovrebbe dirci molto delle prove dei suoi compagni. Hamsik sfrutta bene l'assist di Paolo Cannavaro, segna, si propone, non molla, ma è comunque a disagio pure nella posizione che si è scelto lui. Valdifiori sembra Pirlo, è vero, ma quello delle ultime partite di campionato dell'anno scorso: sa sempre dove è il compagno libero e prova a servirlo. Prova, appunto. E in fase di contenimento fa rimpiangere Goekhan Inler. E abbiamo detto tutto.
    Davanti Lorenzo Insigne semplicemente non entra in campo, Higuain inizia con grande forza di volontà, provoca il gol che illude tutti noi, prova con una magia nel secondo tempo a risolverla da solo. Poi scivola spesso (cambiate i tacchetti, ragazzi, sembrava Holiday on Ice a un certo punto), si incarta, incarna tutti i nostri dubbi quando, con lo sguardo disorientato, si chiede come mai non sia cambiato nulla, se non in peggio, rispetto a qualche mese fa. Dries Mertens ci mette 50 minuti a capire qual è la sua posizione in campo, poi tira due buone punizioni e in un paio di azioni è pericoloso. Troppo poco per il folletto che conosciamo.

    E, sia chiaro, tutto questo è accaduto contro la brutta copia del Sassuolo di Di Francesco, decisamente meno bello e in forma di quello che abbiamo imparato a conoscere. I padroni di casa hanno segnato su gentile concessione dei nostri difensori, pronti per Paperissima, e di un Defrel che presto sarà un crack e di un Floro Flores che mai, a Napoli, abbiamo visto così. Ma ci sta: pipponi ed ex - spesso le due categorie si riuniscono in una sola persona - con noi diventan fenomeni.

    Tutto sbagliato, tutto da rifare. Tutto troppo brutto per essere vero e, va detto, non c'era nulla del Sarri di Empoli e neanche di quello che si è raccontato in queste settimane: nessuno dei suoi ha fatto quello che lui gli ha chiesto, questo è poco ma sicuro. Cancelliamo questo match dalla nostra memoria e ripartiamo: tutti con Sarri, tutti con i ragazzi.

    P.S.: Maurizio, ti abbiam sentito in panchina sacramentare contro l'arbitro e poi nelle interviste lamentarti del campo in pessime condizioni e del calendario della Fifa e dell'Uefa troppo folto. Ti prego, con queste lamentele abbiamo già dato. Almeno te, non nasconderti dietro queste cose.
     

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