Dieci cose di cui ho paura dopo Livorno-Napoli

Le conseguenze pericolose della "piccolite" che rischiano di minare gli azzurri
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    di Boris Sollazzo

    Siamo sinceri, quella all'Ardenza è stata una brutta botta. Sarà che è difficile persino arrabbiarsi per quanto è diventata cronica la "piccolite", quella tendenza bovina del Napoli a perdere punti e occasioni contro chi abita la parte destra della classifica. E pensare che in questo campionato, dopo le vittorie contro Bologna e Chievo, bestie nere mazzarriane, pensavamo di esserci liberati di questa maledizione. Che invece di averci lasciato, ha raddoppiato. Anzi, quadruplicato.

    Ma oltre a questo ci sono altre dieci cose che mi fanno paura, dopo Livorno-Napoli. Una decina di pericolose conseguenze di quest'ennesimo pareggio.

    1. Abbiamo capito che la maglia gialla sarà utilizzata solo per le coppe. Oppure solo quando gioca Gonzalo Higuain, che con lei addosso ha fatto 11 gol in 9 partite. Ma in campionato non funziona. Ci rimane solo la mimetica macchiata. Tremo al solo pensiero.

    2. Reina è diventato Sorrentino. No, non Paolo il grande regista premio Oscar che ha scritto pagine meravigliose su Lavezzi, ha dedicato la statuetta a D10S, a Napoli e al Napoli. No, è diventato il cavese Stefano, ex portiere di Chievo e Palermo.

    3. Un buon film deve avere sempre un bravo attore vicino al protagonista. Una spalla. Da domani Aurelio eliminerà quel ruolo, ci scommetto. Maledetta spalla.

    4. Dunque: Calaió che tira punizioni alla Maradona, Mbaye che la carambola riesce a farla solo nella nostra porta e non nella sua, Sardo che sembra Van Basten, le doppiette di Rolando Bianchi e di Paloschi. Strootman e le sue lavatrici da 31 metri (da allora non riesce a fare neanche un passaggio di 31 centimetri), autogol di tacco di grandi invalidi in Champions, Zaza che segna un gol (uno dei pochi quest'anno per lui) con una girata in rete che l'ultima volta l'avevamo vista al San Paolo da Gianluca Vialli, con la maglia della Nazionale, contro la Svezia. Alla fine degli anni '80. Così per dire quelli che mi ricordo su due piedi ed escludendo i "normali" capolavori di Pjanic, Pogba, Pirlo, Balotelli: di errori ne abbiamo fatti tanti, ma con noi pure alle pulci viene la tosse.

    5. Molti filosofi stanno cercando di elaborare una teoria che spieghi il grande mistero del calcio: è nato prima Britos o la cappella difensiva? Perché, per dire, Miguel Angel, ieri, non è che avesse particolari responsabilità sul gol. Ma se facciamo una stupidaggine in difesa lui è sempre al posto sbagliato, nel momento sbagliato e fa la cosa sbagliata. O almeno la pensa, rimanendo fermo. Pare che più di lui solo Bersani sia riuscito a sbagliare così tanto in così poco tempo.

    6. Sono preoccupato. Sto gufando così tanto la Fiorentina che gli ho mandato i peggiori arbitri d'Europa, gli ho secciato due centravanti, fatto squalificare ingiustamente Borja Valero per 4 giornate e gli ho persino fatto segnare contro Cana in rovesciata. Se continuo così, Uffizi e Ponte Vecchio hanno i minuti contati. Per non parlare di Matteo Renzi.

    7. Zapata era un cognome nobile e glorioso. Era.

    8. Rafa, ai giornalisti l'hai spiegati i movimenti difensivi degli avversari e come si fa a creare spazi tra maglie troppo strette. E mi sembra l'abbiano capito. Ora però dillo pure ai tuoi ragazzi, ok?

    9. Faouzi Ghoulam ci aveva mostrato due spezzoni di gara buoni. E noi, non abituati a terzini anche solo decenti (pensate, sotto sotto rimpiangiamo Dossena) ci siamo subito cascati. Lui però ha visto come gioca Maggio dall'altra parte e ha capito come funziona a Napoli. Ora sembra la controfigura, scarsa, di Saber. Indolenza e inutilità, lentezza e piede di balsa: che nostalgia.

    10. De Rossi, con la prova tv, prende tre giornate. Peccato: io speravo che una bella sberla a un paio dei nostri potesse darla. Sarebbe potuta servire.

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